Festival dell’Effimero 2025: Enrico Nigiotti incanta Celico

  • Postato il 24 agosto 2025
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Festival dell’Effimero 2025: Enrico Nigiotti incanta Celico

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Festival dell’Effimero 2025: Enrico Nigiotti incanta Celico in una notte sospesa tra stelle e canzoni. Una notte in cui i sogni non servono a dormire, ma a restare svegli e a sentirsi profondamente vivi. La sua voce graffiante, intensa e autentica, ha intrecciato emozioni e parole, portando con sé il peso delle esperienze e la leggerezza dei sogni.


CELICO (COSENZA) – Ci sono notti che non passano, che restano impresse nella memoria come fotografie vive, fatte di musica, emozioni e sguardi. A Celico, nel cuore della Sila, il Festival dell’Effimero ha regalato una di queste notti: Enrico Nigiotti ha trasformato il concerto del suo summer tour 2025 in un viaggio nell’anima. Le luci del Pattinodromo P. Beltrano hanno illuminato un pubblico che sembrava respirare all’unisono. Non si trattava di semplici canzoni, ma di confessioni intime, sorrisi scambiati con la piazza, momenti che si sono trasformati in carezze collettive. Ogni nota ha restituito un frammento di vita, una tappa di strada condivisa. Ogni ritornello ha costruito un ponte tra palco e spettatori, fino a cancellare ogni distanza tra l’artista e il suo pubblico.

Enrico Nigiotti incanta Celico con i suoi più grandi successi

La voce ruvida e calda del cantautore livornese si è intrecciata con quella della gente, scivolando sulla pelle, insinuandosi nell’anima e, con un magnetismo irresistibile, ha incantato l’intera platea. I suoi più grandi successi hanno avvolto i presenti in un abbraccio che sapeva di casa. Tra i brani più emozionanti: “Occhi grandi”, “Passatempo”, “Devo prendere il sole”, “Nonno Hollywood”, “Notturna”, “La ragazza che raccoglieva il vento”, “In punta di piedi”, “Baciami adesso”, “L’amore è”, “Tu sei per me” e “Complici”.

Ma Enrico Nigiotti non si limita a cantare: racconta storie. La sua voce graffiante, carica dell’intensità dei suoi testi, porta con sé il peso delle esperienze e la leggerezza dei sogni. «I sogni servono come serve l’orizzonte», ha dichiarato, con la naturalezza di chi parla a cuori spalancati. «Fissi un punto laggiù in alto, fai un passo e l’orizzonte si allontana, fai un secondo passo e si allontana ancora di due. Allora, a cosa serve l’orizzonte? A continuare a camminare. Credo che i sogni servano a questo: a far nascere, giorno dopo giorno, la voglia di vivere». Sotto il cielo estivo di Celico, la musica ha smesso di essere mero intrattenimento: è diventata filosofia, un invito a non fermarsi mai. E la piazza ha risposto con entusiasmo: ha cantato, ha riso, ha vibrato di emozioni insieme all’artista. Un coro di ragazze lo ha acclamato: «Sei bellissimo». Lui, con un’ironia disarmante, ha replicato: «Sono timidissimo. Questa ve la dedico: “Tuo per sempre”». Non era un gioco: era la prova che l’artista e il suo pubblico erano parte della stessa storia.

La band

Accompagnato da una band impeccabile – Fabiano Pagnozzi al pianoforte, Steven Viol alla batteria, Mattia Tedesco alla chitarra – Nigiotti ha intrecciato ballate intime ed esplosioni di energia, ha portato il pubblico dal silenzio carico di attesa all’esplosione liberatoria di un ritornello cantato a squarciagola.

Festival dell’Effimero 2025: Enrico Nigiotti infiamma il palcoscenico

Quando gli spettatori hanno manifestato il desiderio che il concerto continuasse dopo il brano di chiusura, Nigiotti ha sorriso e confessato: «Qui in Calabria ci starei un mese. Ho mangiato la ’nduja. Una cosa incredibile. La adoro. Sono veramente contento di essere stato a Celico. È stata una bellissima serata». Non erano parole di circostanza: hanno segnato un legame sincero, nato sul palco e diventato immediatamente reale. Il Festival dell’Effimero, organizzato dal Comune di Celico – guidato da Matteo Francesco Lettieri – e dall’Associazione Culturale Sila Antica, nasce per parlare di cultura, legalità e ambiente. Ma quella notte, con Enrico Nigiotti, ha fatto molto di più: ha dimostrato che la musica può essere un luogo dove ci si ritrova, dove si sogna, dove si diventa comunità. E così Celico ha vissuto la sua notte irripetibile, sospesa tra stelle e canzoni, una notte in cui i sogni non servono a dormire, ma a restare svegli e a sentirsi vivi.

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