Festival del Cinema di Venezia, «La voce di Hind Rajab» è il film che strappa via il cuore
- Postato il 3 settembre 2025
- Di Panorama
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E finalmente arriva, straziante, come tutto lasciava prevedere. La voce di Hind Rajab sconquassa, fa venire l’emicrania e il mal di stomaco. Film in concorso alla Mostra del cinema di Venezia, alla seconda proiezione per la stampa in Sala Grande ha ricevuto un lunghissimo applauso, che non voleva fermarsi mai, come mai è capitato finora a questo festival. E molti già lo danno come sicuro Leone d’oro.
Se non sarà Leone d’oro, sarà certamente un premio importante per La voce di Hind Rajab, non tanto per il lavoro cinematografico che c’è dietro, ma per la forza dolorosa della sua storia vera. La voce di Hind Rajab è più di un film: è un accorato appello alla fine di ogni guerra, di ogni barbarie, di ogni stupro all’umanità.
Kaouther Ben Hania, regista tunisina già autrice del film L’uomo che vendette la sua pelle, che fu a Venezia sotto Orizzonti nel 2020, porta sul grande schermo le ultime telefonate alla bambina palestinese di 5 anni Hind Rajab, prima che morisse, mentre implorava aiuto, bloccata a Gaza in un’auto trivellata dai proiettili dei carrarmati israeliani.
Tra gli episodi più emblematici emersi da Gaza, l’omicidio di Hind Rajab è stato meticolosamente indagato da testate giornalistiche come il Washington Post, Sky News e Forensic Architecture. Ora Kaouther Ben Hania ha deciso di farne un film tra documentario e fiction, usando le vere registrazioni di quelle lunghissime tragiche ore.

Il 29 gennaio 2024 i volontari della Mezzaluna Rossa Palestinese ricevettero una chiamata di soccorso. Dall’altra parte del telefono raggiungono una voce femminile che presto si interrompe al rumore di colpi di mitraglia. La cugina di Hind Rajab è morta, ma la piccola è ancora in vita, bloccata e nascosta in auto tra i sei cadaveri dei suoi parenti in fuga. La sua voce, al telefono, strappa via il cuore. “Mi stanno sparando”. “Per favore, vieni a prendermi, ho paura”.
Se le voci delle registrazioni sono autentiche, i volontari della Mezzaluna Rossa Palestinese sono invece interpretati da attori che però non hanno recitato, hanno fatto urlare le loro emozioni.
«Per questo film non abbiamo recitato. Non è stato un normale lavoro di costruzione del personaggio. Ero io sul set, in quanto essere umano, eravamo noi con le nostre reazioni nei confronti della sua voce», ha detto Clara Khoury, che interpreta la psicologa dei volontari. «In quanto artista ho sentito il dovere di raccontare questa storia. Grazie alla regista per avercelo permesso».
Gli attori si sono confrontati con le persone che lavorano nella Mezzaluna Rossa Palestinese.
«Io vengo dalla Palestina quindi ho vissuto tutto questo, è stato come tornare a Gaza», ha detto al Lido Motaz Malhees, già nel film Speak No Evil – Non parlare con gli sconosciuti. «Non è stato nulla di nuovo. È stato come morire migliaia di volte».
Ci sarebbero voluti 8 minuti appena perché un’ambulanza arrivasse in loco a soccorrere la piccola Hind Rajab, ma prima che i soccorsi partissero trascorsero invece tante lunghissime ore. L’obiettivo: attivare un corridoio sicuro per i soccorritori, tramite gli intermediari ministeriali e della Croce Rossa. Eppure a nulla servì.
“Il carro armato è accanto a me”, dice Hind al cellulare. “Per favore, vieni”, implora ancora e quella supplica è una lama conficcata addosso che mai arretra. “Chiedi a tuo marito di portarti qui”. “Che ore sono? Ho paura del buio”.

Intanto in sala manca il respiro. Impossibile non farsi travolgere da quella richiesta dolce e disperata d’aiuto. Impossibile non farsi inondare da un senso di impotenza e di confusione paralizzante che non trova motivazioni alla bestialità umana.
Kaouther Ben Hania ha voluto portare questo atroce racconto di guerra oltre la cronaca e i notiziari giornalistici. «Molto spesso le notizie di cronaca ci portano a considerare fatti che dimentichiamo. Attraverso il cinema possiamo sentire attraverso l’empatia». Diventa infatti impossibile dimenticare la voce di Hind.
I momenti di tensione tra il volontario che ha ricevuto la prima chiamata e il coordinatore (Amer Hlehel) diventano quasi istanti in cui decomprimere il magone: il coinvolgimento si affievolisce e si cerca di riprendere fiato.
Tra i produttori del film Brad Pitt, Alfonso Cuarón, Jonathan Glazer e Joaquin Phoenix, presente oggi al Lido.
«Questo film non è un’opinione», dichiara a nome di tutto il cast, con fermezza, Saja Kilani, attrice che incarna la soccorritrice che ha scambiato più parole con Hind. «La sua voce è una delle 10.000 voci di bambini uccisi a Gaza. È la voce di ogni figlio che ha diritto di esistere con dignità. Dobbiamo fare in modo che la sua voce risuoni in tutto il mondo, ricordandoci del silenzio che c’è attorno a Gaza. Adesso basta, dobbiamo chiedere giustizia per la voce di ogni bambino».