Festa del lavoro, la Cgil spinge sui referendum: “Su sicurezza, precariato e licenziamenti fatti passi indietro, per i cittadini opportunità per decidere in prima persona”

  • Postato il 1 maggio 2025
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  • Di Genova24
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referendum 8 9 giugno

Genova. Una festa, quella del primo maggio, che non è solo e tanto un momento di convivialità per ricordare le battaglie passate, ma deve essere un momento di riflessione sul presente del mondo del lavoro.

Un mondo che “al di là dei dati ufficiali che parlano di una crescita dell’occupazione, vede invece diverse ombre – – esordisce il segretario della Camera del Lavoro di Genova Igor Magni – Quei dati che parlano di una crescita vanno letti e così si scopre che per esempio che in Liguria oltre il 60% delle cessazioni deriva dalla scadenza di un contratto. E che il turismo, che qualcuno dice avrebbe rilanciato l’economia e incrementato l’occupazione ha creato invece soprattutto lavoro precario. Per questo molti giovani sono costretti a emigrare all’estero per trovare un lavoro dignitoso”. 

In base ai dati elaborati dall’ufficio economico della Cgil su base Istat nella Città Metropolitana di Genova nel solo 2024, i giovani tra i 18 e i 39 anni emigrati verso l’estero sono stati 1.174 il dato in assoluto più alto dal 2014 ed in aumento del 12% sull’anno precedente. “La precarietà – aggiunge Magni – si nota in particolare nel lavoro delle donne anche per quanto la gradualità e intensità del lavoro: vengono assunte meno, meno a tempo indeterminato e hanno contratti part time 3 volte di più rispetto agli uomini”.

Per contrastare il precariato e i licenziamenti illegittimi e per rimettere al centro l’attenzione sulla sicurezza la Cgil è tra i promotori dei cinque referendum abrogativi che si terranno l’8 e il 9 giugno.

Quello sulla sicurezza (il quarto dei cinque referendum) è considerato particolarmente importante perché se passasse ripristinerebbe la responsabilità in caso di infortuni sul lavoro anche dell’appaltatore e del committente. “I dati sono drammatici – dice Magni – a Genova nel 2024 ci sono stati 10 morti. Molte di queste tragedie avvengono nel settore degli appalti e dei subappalti e la legge attuale deresponsabilizza i committenti scaricando tutto sulle aziende più piccole. Riteniamo invece che ripristinare una responsabilità anche da parte dell’azienda che appalta i lavori sia importante per rialzare il livello di attenzione su tutta la catena che riguarda la sicurezza sul lavoro”.

Poi ci sono i referendum sui licenziamenti illegittimi. Quello che riguarda le aziende più grandi, consentirebbe se passasse l’abrogazione del Job Act con il quale si privano della copertura dell’art. 18 dello Statuto dei lavoratori i nuovi assunti, a cui oggi è garantita solo una tutela meramente economica, e non più reintegratoria. Poiché tutti i lavoratori assunti dopo il 7 marzo 2015 sono molto meno garantiti di quelli che ancora godono delle tutele dell’art. 18, si tratta “una misura di equità e di dignità per tutti i lavoratori”. Nelle aziende più piccole, sotto i 15 dipendenti, l’abrogazione dell’attuale legge toglierebbe “il tetto di sei mensilità per le indennità lasciando al giudice la facoltà di valutare le singole situazioni e i singoli casi” spiega Magni. Uno dei referendum, ancora, ha l’obiettivo di “ridurre il lavoro precario perché chiede che venga abrogato “il contratto a tempo determinato ‘acausale’, che non consente la trasformazione in contratto a tempo indeterminato”. “C’è un aumento su Genova dei contratti atipici che è rilevabile dalla diminuzione dei contratti di apprendistato, per esempio – spiega Magni – che avevano in sé l’obbligo di una percentuale di conferme a tempo indeterminato”.

L’ultimo referendum “riguarda i tanti lavoratori stranieri e anche i loro figli che studiano nella nostra città a nel nostro Paese che chiede di ripristinare la vecchia norma che prevede 5 anni per ottenere la cittadinanza italiana con tutti i diritti che ne conseguono per quanti qui lavorano e pagano le tasse”. 

Adesso il problema principale dei comitati per il sì sarà portare i genovesi e gli italiani alle urne, visto che si vota l’8 e il 9 giugno, giorno in cui a Genova potrebbe esserci il ballottaggio per le Comunali, ma non è scontato che ci sia e nella maggior parte d’Italia non si vota per le amministrative. “Il quorum sarà il nostro principale scoglio ed è per questo che cerchiamo di fare un’informazione capillare e puntuale” spiega il segretario della Camera del lavoro di Genova. “Ai genovesi voglio dire di andare a votare, anche per il no se lo ritengono ma il referendum è un’occasione per decidere in prima persona per se stesse e per il loro futuro. Un’occasione che non va lasciata persa”.

Autore
Genova24

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