Ferrari frena sull’elettrico, la seconda supercar a batteria rinviata al 2028
- Postato il 23 giugno 2025
- Auto Elettriche
- Di Virgilio.it
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Ok la curiosità. Ok il futuro pieno di possibilità. Ma la dura legge del mercato vince sempre. Non conta se sei un “modesto” produttore di city car o se ti chiami Ferrari. Nessuno è disposto a comprare il tuo prodotto? Rallenti, e cambi strategia. Il paradosso della prima auto elettrica, attesa per ottobre con un unveiling in tre fasi, sta accompagnando Maranello. E così la seconda BEV viene rimandata di due anni, al 2028.
Il primo modello resta, il secondo slitta
La pioniera uscirà nel 2026, dopo una presentazione epocale, carica di tensione e aspettative. Nel frattempo, i sondaggi interni lanciano una sentenza: l’interesse dei clienti è ai minimi storici. Il pubblico Ferrari – cultori del rombo, del fuoco, della meccanica pulsante – sembra guardare l’elettrico come un esperimento freddo. Una provocazione ingegneristica più che non una promessa di desiderio.
Secondo quanto riportato dalla Reuters, che cita fonti anonime vicine al dossier, la Casa del Cavallino ha deciso di posticipare il secondo capitolo. Una retromarcia simbolica, senza dichiarazioni ufficiali. Eppure, a dispetto delle dichiarazioni entusiaste di Benedetto Vigna e John Elkann, la domanda vacilla, si prende tempo. Il primo modello resta confermato servirà da apripista, da test sul campo, tuttavia la transizione non sarà né improvvisa né cieca.
Ferrari ha investito oltre 500 milioni di euro nel nuovo e-building di Maranello, impianto progettato per assemblare modelli elettrici e ibridi, operativo entro la fine del 2024. Il primo modello full electric nascerà lì, mantenendo però una tiratura limitata: l’obiettivo resta entro le 20.000 unità annue, per preservare l’esclusività del marchio. Oggi le elettriche incidono per meno del 3% sulle vendite totali del Cavallino. Gli ordini dei modelli ibridi, come la SF90 Stradale, mostrano buoni numeri, ma non bastano a trainare una conversione completa. Il mercato globale – in particolare in Asia e negli Stati Uniti – risponde con freddezza.
Lamborghini e gli altri casi
I problemi tecnici c’entrano fino a un certo punto. Pesa piuttosto una questione culturale. L’assenza del sound, il peso delle batterie, le prestazioni in calo dopo pochi minuti di guida spinta: le BEV performanti oggi sfigurano nel confronto emotivo con i V8 e i V12. Nemmeno quando sono firmate Ferrari. E questo vale anche per altri brand: Lamborghini ha rinviato la sua prima supercar a batteria al 2029, Maserati ha cancellato la MC20 elettrica, Porsche ridimensiona Taycan e Macan. Belle senz’anima, canterebbe la mitica Gianna Nannini.
Il timone tecnologico di Maranello è in mano a Vigna, ex STMicroelectronics, 200 brevetti, un passato tra sensori e microchip. Scelto da John Elkann per condurre Ferrari nell’era digitale, il CEO rappresenta un cambiamento profondo. Ciononostante, pure lui è consapevole che una Ferrari non può essere solo una macchina veloce. Deve parlare alla pancia. Bruciare qualcosa dentro. Altrimenti si confonde.
La seconda elettrica dell’azienda, quella sulla carta destinata ad avviare decretare la “vera produzione” con volumi da 5.000-6.000 unità annue, resta in stand-by. Il Cavallino vuole tempo per affinare la tecnologia, sì. Ma anche per capire come fare innamorare un acquirente oggi disinteressato. La prima EV sarà un manifesto, una provocazione: finché non farà battere il cuore, un corpo estraneo.