Ferrari da sogno nel WEC, incubo in Formula 1: un paradosso che fa discutere

  • Postato il 12 maggio 2025
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  • Di Virgilio.it
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La Ferrari trionfa ma non là dove milioni di tifosi italiani e non solo vorrebbero. Nel weekend, la 499P numero 51 guidata dal trio Pier Guidi-Calado-Giovinazzi ha tagliato per prima il traguardo nella 6 Ore di Spa-Francorchamps, terza prova del FIA World Endurance Championship 2025 (WEC). È la terza vittoria stagionale, dopo quella di Lusail e Imola, l’ennesima prova di forza del Cavallino Rampante nella categoria regina del mondiale endurance.

F1, clima opposto

Mentre le 499P e le GT divorano chilometri e avversari tra curve e tramonti epici, a poche centinaia di chilometri di distanza, nelle piste in F1, il clima è esattamente opposto. La Scuderia Ferrari, che non domina le classifiche ormai da troppo tempo, fatica ancora a tenere il passo delle prime.

L’ultima gara, il GP di Miami, ha messo ancora una volta in luce i limiti della SF-25: mancanza di costanza e strategia discutibile. Dietro le McLaren, Red Bull e Mercedes, Charles Leclerc fa quel che può e Lewis Hamilton delude le aspettative. Al contrario, Toyota e Porsche osservano da lontano la coda delle 499P in Hypercar.

Due mondi, un solo Cavallino

Come è possibile che Ferrari domini nel WEC e non in F1? La domanda, legittima, non ha una sola risposta ma un intreccio di cause tecniche e gestionali. Il progetto 499P è nato nel 2021 come scommessa, ed è diventato in poco tempo un capolavoro di visione e sinergia tra ingegneri, piloti e team. Al contrario, la F1 è da anni intrappolata in un ciclo di promesse non mantenute, cambi di direzione e pressioni enormi da parte di media e tifosi.

La Ferrari del WEC ha potuto svilupparsi lontano dai riflettori, con calma e coerenza progettuale. La prima vittoria a Le Mans nel 2023, al ritorno ufficiale dopo mezzo secolo, ha già consegnato questo programma alla storia. Ma l’ultima vittoria a Spa certifica che non è stato un exploit, la Ferrari è una forza costante nella categoria. Una squadra che ora sbaglia pochissimo, gestisce perfettamente la strategia e si affida a piloti di alto profilo, spesso sottovalutati rispetto ai colleghi di F1.

Il contrasto più stridente

Proprio la freddezza e la solidità del team WEC appaiono come un contrappunto evidente alla tensione permanente che regna a Maranello sul fronte F1. Vasseur, arrivato per riportare ordine e risultati, sta ancora cercando l’equilibrio in un ambiente esigente come pochi altri al mondo.

Leclerc continua a essere il simbolo del talento inespresso, veloce in qualifica ma penalizzato da una macchina imprevedibile in gara. Hamilton, una mossa di marketing che si ha portato entusiasmo fuori pista, ma che è già smorzato prima di qualsiasi critico equilibrio tecnico e politico nel team.

La McLaren intanto, continua a dettare legge. E quando accusa problemi, Red Bull o Mercedes non perdono l’occasione. Non la Ferrari. E nemmeno quando gli altri sbagliano, il Cavallino riesce ad approfittarne.

Differenze tecniche

Sul piano tecnico, le differenze tra WEC e F1 sono sostanziali. Le Hypercar come la 499P sono ibride, pesano oltre 1000 kg, hanno un’aerodinamica meno esasperata e competono su gare di durata dove la gestione del passo, dei consumi e dell’affidabilità è tutto. La F1, al contrario, è una guerra di centesimi al giro, con auto che rasentano la perfezione ingegneristica, ma che diventano ingestibili se anche un solo parametro è fuori posto.

In endurance, la Ferrari ha potuto puntare su un progetto nuovo, disegnato su misura per il regolamento Hypercar. Ha costruito un’auto bilanciata, potente, efficiente. La SF-25, invece, è il frutto di compromessi, figlia di una generazione di monoposto nate nel solco dei regolamenti 2022, ma che ancora non riescono a colmare il gap prima con Red Bull e ora anche con McLaren. Anche le innovazioni tecniche introdotte quest’anno come il nuovo fondo e l’ala posteriore a cucchiaio non sembrano bastare. I rivali hanno già innovato e più velocemente.

Leadership e cultura

Oltre agli aspetti tecnici, però, c’è un fattore umano e culturale. La Ferrari del WEC è un team compatto, con ruoli chiari, senza l’assillo mediatico quotidiano. In F1, ogni decisione viene vivisezionata. Ogni scelta strategica può scatenare polemiche. E anche i vertici sembrano spesso oscillare tra ambizione e prudenza. L’arrivo di Hamilton non è stato un punto di svolta e la pressione che ne è derivata è ancora più alta.

Nel frattempo, il team endurance continua a costruire successi. A Spa, la Ferrari ha battuto ancora una volta Toyota e Porsche con una prestazione autoritaria, gestendo la corsa con maturità. Una vittoria frutto di lavoro collettivo, non di individualismi. E con Le Mans all’orizzonte, l’obiettivo è chiaro: confermare il titolo più iconico nel motorsport.

Il nodo strategico

La vera domanda ora è se sia sostenibile, nel lungo periodo, avere due programmi ufficiali con risultati così divergenti. La Ferrari può permettersi di dominare nel WEC e fallire in F1 senza pagare un prezzo in termini di immagine? In parte sì, l’endurance ha un pubblico diverso, più di nicchia, ma negli ultimi anni sta tornando sotto i riflettori con i migliori costruttori che stanno investendo e spingono l’attenzione mediatica. Le Mans, in particolare, ha un richiamo globale. Ma per milioni di tifosi, la Ferrari è e sarà sempre la F1.

Il rischio è che il successo nel WEC venga visto più come una consolazione che come un trionfo assoluto. Eppure, chi conosce le corse sa bene quanto sia difficile vincere in entrambe le categorie. Forse è proprio questa la sfida più affascinante per Maranello, costruire un ponte tra le due anime del Cavallino. Trasferire la mentalità vincente del WEC alla F1, senza perdere la propria identità.

Bivio storico

La Ferrari si trova oggi in un momento cruciale della sua storia sportiva. Da un lato il presente glorioso dell’endurance, dall’altro le incognite della F1. Ma le due strade non devono per forza essere parallele. Con coraggio, investimenti mirati e una visione chiara, la Ferrari può tornare a vincere ovunque. La vittoria a Spa è un messaggio, il Cavallino sa ancora vincere e dominare. Ora serve che lo faccia anche sul circuito che più conta per la sua leggenda, quello della F1, già a partire da Imola il prossimo 18 maggio.

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Virgilio.it

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