Ferrari, altra figuraccia mondiale a Miami: Hamilton e Leclerc sono furiosi

  • Postato il 5 maggio 2025
  • Formula 1
  • Di Virgilio.it
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Ferrari? È sempre buio pesto. Altro che “dobbiamo capire”. Basta scuse, basta discorsi. Quella di Miami è stata una delle gare più brutte degli ultimi anni. Una di quelle che ti fanno spegnere la TV e chiederti perché diavolo ci credi ancora. Perché sì…. la scuderia italiana, oltre a non saper più costruire una macchina di F1, adesso è pure incapace di gestire due uomini in pista. Due, non dieci.

Hamilton infuriato, con ragione

Il britannico parte con la mescola Hard. Scelta giusta, scontata pure. Allungare lo stint, aspettare la finestra di pit stop degli avversari e tirare dritto senza traffico. Ma il degrado è basso a Miami e la Virtual Safety Car toglie pure quel minimo di vantaggio strategico: la sosta arriva per tutti, più o meno nello stesso momento. Hamilton la fa un giro prima di Charles. Monta le Medium e appena rientra ha più ritmo del monegasco passato alle Hard.

Resta dietro ma comincia a ribollire. Chiede di passare. Glielo negano. Si apre in radio e sbotta. Racconta come stia bruciando le gomme dietro al compagno. Il giro dopo si fa risentire con più enfasi e ironicamente chiede se vogliamo che resti tutto il GP dietro a Leclerc. E niente, silenzio ostruzionista. Ferrari non sa che pesci prendere. Tergiversa. Sembra quasi che faccia finta di niente. Boh…

Poi Lewis sbotta sul serio. Dice che così non si fa squadra. E la ragione non gli manca. Due giri più tardi, mossi da illuminazione divina, le menti pensanti di Maranello si decidono, ma ormai le Medium della numero 44 hanno già perso l’anima, quell’extra grip che poteva essere sfruttato per pigliare Antonelli. Swap, prima di curva 11. Charles? Non si oppone e non fa polemica, ma non è contento. Pure lui è arrabbiato con il team.

Charles Leclerc, Scuderia Ferrari
Fonte: Getty Images
Il monegasco Charles Leclerc durante il GP di Miami a bordo della sua SF-25

In radio dice solo che l’ordine è stato fatto male. Troppo pericoloso, con Sainz incollato dietro negli scarichi. Poteva finire peggio. Forse non sarebbe cambiato nulla per Lewis, ma a quel punto il danno era fatto. Otto giri dietro al monegasco per niente. Grip perso, tempo bruciato. Un disastro nella gestione. Saper prendere decisioni fulminee è fondamentale in F1. Lo ha dimostrato proprio Hamilton sabato, nella Sprint Race, quando la sua chiamata è valsa il podio.

SF-25, no grazie…

Sì, dopo sei Gran Premio di Formula Uno possiamo dirlo senza remore: la SF-25 è un carciofo. Potrebbe sembrare irrispettoso apostrofare così la storica scuderia. Ma la storia dietro al Cavallino Rampante non può più essere scudo. È solo zavorra, se non ci costruisci sopra qualcosa di vero. L’auto italiana è sottosterzante o sovrasterzante, a seconda di come decide di scassare i maroni ai ferrasti. Non gira in curva e non è in grado di far valere la trazione nei tratti rettilinei.

Nelle zone lente sembra correre sulle uova, agilità di un bradipo dopo un maratona. Per di più ci mette una vita ad attivare le coperture e il retrotreno è spesso troppo instabile. Rileggendo le “caratteristiche” della SF-25, apostrofarla con la parole carciofo pare quasi un complimento. Specie pensando che a fine gara le vetture italiane si beccano quasi un minuto dalla McLaren, mentre Albon, con una Williams, si… una Williams, non si spettina per rifilargli ben dieci secondi.

Facciamo due conti: McLaren, Red Bull, Mercedes e Williams, tutte davanti sotto la bandiera a scacchi: Ferrari è quinta forza, a Miami, nel 2025. Un risultato imbarazzante. Un’auto nata da un progetto che si chiamava 677 e sembra partorito da un meccanico ubriaco alle tre di notte. Doveva lottare per il titolo e invece lotta solo con se stessa e con chi stringe il suo volante. Perché questa macchina non ti lascia guidare. Ti porta lei. Dove vuole. Un’altra figuraccia è servita e il disagio a Maranello dilaga…

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Virgilio.it

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