Femminicidio Sara Campanella, i genitori rifiutano le scuse della famiglia di Argentino: “Non sono sincere”

  • Postato il 23 aprile 2025
  • Cronaca Nera
  • Di Il Fatto Quotidiano
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“Le circostanze e i comportamenti successivi al grave fatto delittuoso escludono si tratti di scuse sincere”. È tranchant la risposta alla famiglia dell’omicida dei genitori di Sara Campanella, la studentessa 22enne dell’Università di Messina accoltellata a morte dal collega di corso Stefano Argentino lo scorso 31 marzo. Giuseppe Cultrera, il quarto avvocato nominato in pochi giorni da Argentino, ha inviato due lettere all’avvocato dei Campanella, Concetta La Torre. La prima è firmata dallo stesso difensore, che scrive di aver accettato l’incarico solo per “dovere di toga” e afferma: “Presterò la mia professione, nelle aule di Corte d’Assise, quale difensore di Argentino, pur ricordando di confrontarmi sempre con un uomo che ha spento, al di là di ogni irragionevole motivo, il sorriso alla vostra Sara”. I genitori della donna uccisa non hanno voluto conoscere il contenuto della lettera dell’avvocato. Anche i genitori del ragazzo hanno voluto scrivere alla famiglia di Sara: “Non riusciamo ancora a darci una spiegazione – e probabilmente non riusciremo mai a darcela – ma non possiamo esimerci a porgere, con il cuore a pezzi, le nostre scuse per l’inspiegabile e ingiustificabile gesto compiuto da nostro figlio”, hanno scritto Antonio e Daniela Argentino. Parole che non hanno avuto effetto: per Cetty Zaccaria e Alessandro Campanella, madre e padre della vittima, si tratta di un “mero atto dovuto” e il comportamento successivo al delitto esclude che le scuse siano “sincere”. La madre del ragazzo aveva, infatti, ammesso di avere aiutato il figlio a fuggire dopo l’omicidio di Sara: “L’ho aiutato, si voleva suicidare”.
Nel frattempo vanno avanti le indagini dei Carabinieri di Messina, coordinati dalla procura guidata da Antonio D’Amato. Nelle scorse settimane era stato trovato un coltello che si credeva fosse l’arma del delitto, ma gli approfondimenti del Ris hanno escluso fosse quello. Continua dunque la ricerca per rintracciare l’arma con la quale Argentino ha colpito cinque volte Sara: colpi inferti tra le spalle e il collo, di cui uno ha reciso un polmone e un altro la giugulare, come ha ricostruito l’autopsia della dottoressa Elvira Spagnolo. Negli indumenti di Stefano sono state trovate tracce di sangue, ora al vaglio per una comparazione con quello della donna uccisa. All’esame degli investigatori anche computer e telefono sia di Argentino che di Campanella. Nei giorni scorsi il difensore dell’indagato ha chiesto per il suo assistito una perizia psichiatrica, per avere una consulenza “tecnica del suo status prima, durante e dopo il delitto. Questa difesa non ha alcuna presunzione di sostituirsi a un consulente del giudice, specialista, per affermare con certezza la lucidità o la non lucidità dell’indagato”, ha spiegato Cultrera. Una mossa “scontata” per La Torre: “Una strategia difensiva tipica nei casi di femminicidio”, la definisce l’avvocata dei Campanella. “Quello a cui ricorrono tutti gli assassini, soprattutto quando hanno confessato, nel tentativo di ottenere uno sconto di pena”.

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Il Fatto Quotidiano

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