Femminicidio di Sara Campanella: Argentino cercò coltelli online già a ottobre
- Postato il 17 giugno 2025
- Cronaca Nera
- Di Il Fatto Quotidiano
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Stefano Argentino aveva cercato su internet coltelli da acquistare. Una ricerca fatta già a ottobre poi virata su uno in particolare, le cui immagini sono state sottoposte al medico legale che ha svolto l’autopsia su Sara Campanella, uccisa a Messina il 31 marzo scorso, che ha confermato che quel tipo di coltello è compatibile con i colpi con cui ha ammazzato la giovane studentessa. Questo è emerso dalle indagini dei carabinieri del colonnello Lucio Arcidiacono (lo stesso che ha catturato Matteo Messina Denaro) e per questo, adesso, la procura guidata da Antonio D’Amato, con i sostituti Marco Colamonici e Alice Parialò, ha chiesto il giudizio immediato per Argentino, contestando le aggravanti dell’aver agito per motivi abietti e futili, con crudeltà e premeditazione.
L’udienza è stata fissata il prossimo 10 settembre. Lo scorso 31 marzo in pieno giorno, mentre la 22enne camminava lungo una via trafficata vicino al vecchio campo sportivo di Messina, lo studente di Tecniche di laboratorio biomedico seguiva la collega al termine di una lezione. L’aveva attesa per lungo tempo, Campanella era stata male e per un mese era rimasta a Misilmeri, comune alle porte di Palermo, dove era nata e dove risiede la famiglia. Quella mattina era finalmente rientrata a Messina dove era studentessa di biomedicina all’università dello Stretto. Dopo le lezioni, si era intrattenuta a parlare con un professore, per questo gli altri colleghi erano andati via. Ad attenderla solo Argentino.
L’ha seguita all’uscita e le ha parlato, Campanella lo ha trattato con freddezza mentre mandava vocali alle amiche: “Dove siete che sono con il malato che mi segue?”. Poco dopo mentre la ragazza cercava di velocizzare il passo per seminarlo, Argentino l’ha colpita. Cinque colpi sferrati da dietro, alla spalla e al collo, quest’ultimo quello fatale. La ragazza si è accasciata e ha gridato aiuto mentre Argentino andava via, inseguito da un ragazzo che aveva assistito alla scena. Qualche ora dopo sarebbe stato scovato in un bed and breakfast di Noto, paese in provincia di Siracusa, di cui era originario e dove la madre lo aveva aiutato a nascondersi.
Nelle scorse settimane l’avvocato del 27enne, Giuseppe Cultrero, ha chiesto la perizia psichiatrica sulla base di una patologia di cui soffre il padre. Il giudice per le indagini preliminari Eugenio Fiorentino ha però rigettato la richiesta. “Le motivazioni inserite nel provvedimento sono davvero succinte e, secondo il modesto parere di questa difesa, non bastevoli, anche in ordine a una lettura costituzionalmente orientata, a sostenerne l’applicazione”, ha detto il difensore di Argentino che ha ribadito di volere chiedere la perizia per il suo assistito. “Quello che colpisce è che fino ad oggi avevamo contato parecchi femminicidi ma tutti all’interno di relazione affettive”, sottolinea l’avvocata della famiglia Campanella, Cettina La Torre. Che aggiunge: “In questo caso siamo in un contesto più allarmante, perché tra Sara e il suo assassino non c’era mai stata alcuna relazione. Quante di noi hanno rifiutato un invito: il nostro diritto a dire di no può diventare una condanna a morte”.
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