Femminicidio Cecchettin, dopo Turetta anche la Procura generale rinuncia all’appello

  • Postato il 6 novembre 2025
  • Giustizia
  • Di Il Fatto Quotidiano
  • 1 Visualizzazioni

La Procura Generale presso la Corte d’Appello di Venezia non impugnerà la condanna all’ergastolo di Filippo Turetta per il femminicidio di Giulia Cecchettin, uccisa a 22 anni l’11 novembre 2023. Una scelta che, dopo la rinuncia all’appello da parte dell’imputato, chiude la vicenda processuale. “Accetto l’ergastolo, sono pentito“, aveva dichiarato Turetta in una lettera scritta di suo pugno per comunicare ai giudici la sua decisione. La scelta della Procura generale è stata comunicata ai legali della famiglia Cecchettin, gli avvocati Nicodemo Gentile, Piero Coluccio e Stefano Tigani.

“Una scelta – commentano i tre legali – che, a seguito della rinuncia all’appello da parte dell’imputato Filippo Turetta, riteniamo coerente, giusta e pienamente condivisibile. Infatti, la rinuncia dell’imputato rende definitiva la sentenza di primo grado e ‘cristallizza’, senza più margini di dubbio, la sussistenza dell’aggravante della premeditazione: tra le circostanze più gravi e subdole previste dal nostro ordinamento”. L’aggravante, secondo gli avvocati “assume un significato ancora più drammatico in una vicenda omicidiaria caratterizzata, di fatto, da motivi abietti, arcaici e spregevoli, espressione di una visione distorta del legame affettivo e di un’idea di possesso che nulla ha a che fare con l’amore e il rispetto”. La famiglia Cecchettin, ricordano i legali, “ha affrontato ogni fase del processo con dolore profondo, ma anche con straordinaria dignità. Oggi sente l’esigenza di voltare pagina, di interrompere quel circuito giudiziario che, inevitabilmente, continuava a riaprire la ferita. Con la definitiva affermazione delle gravissime responsabilità dell’imputato Filippo Turetta, resta ora un impegno essenziale: trasformare il dolore in consapevolezza, affinché la società – a partire dai più giovani – possa riconoscere, prevenire e contrastare le radici profonde della violenza di genere”, concludono.

Turetta era stato condannato all’ergastolo, in primo grado, il 3 dicembre 2024. La sentenza di condanna all’ergastolo era stata inizialmente impugnata sia dai difensori di Turetta, Giovanni Caruso e Monica Cornaviera, che contestavano proprio il riconoscimento dell’aggravante della premeditazione, sia dalla Procur per il mancato riconoscimento dell’aggravante della crudeltà e del reato di stalking. La prima udienza del processo d’appello era stata già fissata per il 14 novembre prossimo. Ma il passo indietro – sia dell’imputato che della procura – chiude definitivamente la vicenda. Venerdì prossimo, davanti alla Corte d’assise d’appello presieduta dal giudice Michele Medici, alle parti non resterà che prendere atto e formalizzare la doppia rinuncia e rendere così definitivo l’ergastolo per Turetta.

L'articolo Femminicidio Cecchettin, dopo Turetta anche la Procura generale rinuncia all’appello proviene da Il Fatto Quotidiano.

Autore
Il Fatto Quotidiano

Potrebbero anche piacerti