Federal Reserve, primo taglio in 4 anni. Tassi giù di 0,5 punti, più delle attese

La Federal Reserve, la banca centrale statunitense, ha ridotto il costo del denaro di 0,50 punti base. Si tratta del primo taglio deciso dalla Fed dal 2020 e porta i tassi in una forchetta tra 4,74 e 5%. Tecnicamente questo tasso riguarda gli interessi che le banche che hanno riserve presso la Fed possono prestarsi questi soldi tra di loro ma, a cascata, ha ricadute su qualsiasi tasso, dai mutui alle obbligazioni.

La sforbiciata era stata preannunciata dal governatore Jerome Powell lo scorso 23 agosto, qualche residua incertezza riguardava l’entità dell’intervento. Un costo del danaro più basso ha l’effetto di sostenere la crescita economica e quindi l’occupazione ma può anche contribuire ad alimentare l’inflazione.

Le banche centrali devono quindi soppesare pro e contro di qualsiasi mossa che variano in base alle circostanze. L’inflazione statunitense è attualmente al 2,5%, non lontano da quel 2% considerato valore “ottimale”. Relativamente contenuta anche la disoccupazione che si attesta al 4,2%. La riduzione del costo del denaro attuata negli Stati Uniti permetterà alle altre grandi banche centrali, Bce in testa, di fare altrettanto. Un differenziale eccessivo tra il costo del denaro negli Usa e in Europa causerebbe altrimenti disequilibri nel rapporto euro-dollaro con ricadute sui commerci tra i due continenti.

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Il Fatto Quotidiano

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