Fazzolari: "Le accuse di Ranucci sono troppo gravi per farle cadere nel vuoto"
- Postato il 6 novembre 2025
- Di Il Foglio
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Fazzolari: "Le accuse di Ranucci sono troppo gravi per farle cadere nel vuoto"
"Le accuse sono troppo gravi per farle cadere nel vuoto". Così parla Giovanbattista Fazzolari intervistato dal Corriere della Sera sul caso Ranucci. Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio si riferisce all'ipotesi secondo cui esista un collegamento tra l’attentato subito dal giornalista due settimane fa, il 17 ottobre, sotto la sua abitazione a Pomezia, e il governo come mandante, ipotesi avvalorata dal conduttore di Report nelle audizioni in Commissione Antimafia e in Vigilanza Rai. Fazzolari sostiene che si tratta soltanto di un modo per attaccare l'esecutivo: "Mi auguro che la procura di Roma stia facendo tutto il possibile per individuare, in tempi brevissimi, i responsabili di un atto così grave. Perché è evidente come qualcuno stia cercando di strumentalizzare questo ignobile episodio per attaccare il governo, facendone a tutti i costi una questione politica". E attacca l'opposizione, a cominciare dalla segretaria del Partito democratico Elly Schlein, che dice "che con il centrodestra al governo la democrazia è a rischio e i giornalisti subiscono attentati". E poi cita anche l'ex magistrato e ora senatore dei 5 Stelle Roberto Scarpinato, che è andato "in Antimafia a chiedere al conduttore di "Report" se c’è un nesso tra quell’attentato e un esponente del governo, il sottoscritto. Direi che il limite della decenza è stato ampiamente superato".
L'episodio a cui si riferisce Fazzolari è accaduto martedì quando si è riunita la commissione parlamentare Antimafia. In quell'occasione l'esponente pentastellato aveva chiesto dei presunti pedinamenti ordinati nei confronti di Ranucci. Allora il giornalista ha chiesto di rispondere a porte chiuse. Ma, sostiene il sottosegretario, "se ti viene chiesto se c’è un collegamento tra l’attentato che ti ha colpito e un esponente del governo, la risposta dovrebbe essere molto chiara: “No”. Ranucci, al contrario, ha chiesto di secretare la sua risposta, alimentando così il sospetto che quel collegamento ci fosse davvero". E ieri sera si è ripetuta la stessa scena, quando si è tenuta l'audizione del conduttore di "Report" e del vicedirettore dell'Approfondimento Rai Paolo Corsini in commissione bicamerale di Vigilanza sulla Rai (multata pochi giorni fa perché "Report" ha diffuso una conversazione privata tra l'ex ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano e la moglie). Stavolta è stata la deputata di Italia viva Maria Elena Boschi a porre la domanda. E anche questa volta Ranucci ha chiesto di secretare la risposta dicendo: "Io faccio questo mestiere da 35 anni, dire in udienza pubblica i nomi di persone dei servizi coinvolte trovo non sia rispettoso delle istituzioni. Credo che sia un atto di sensibilità".
Ma non è la prima volta che questi sospetti circolano. Già a marzo, al Parlamento europeo, Ranucci aveva accusato Fazzolari di aver ordinato ai servizi di spiarlo. Il sottosegretario dice che "se non andassi avanti con un’azione legale, finirei con l’avvalorare le accuse di Ranucci. Se invece scegliessi di tutelarmi, verrei accusato di intimidire la stampa. Immagino già i titoli di certi giornali e il tenore del dibattito in alcune trasmissioni" e che valuterà cosa fare, ma "le accuse sono troppo gravi per farle cadere nel vuoto". E lascia trapelare dei subbi sull'imparzialità della magistratura: "Da più parti mi viene detto che è quasi impossibile ottenere giustizia in tribunale con "Report". Io mi rifiuto di credere che sia così, ma non aiuta l’immagine di un giornalista con numerose querele che riceve la standing ovation da chi dovrebbe giudicarlo con imparzialità". Inoltre quando parla del lavoro della trasmissione di Ranucci dice che opera con "disinvoltura": "Troppo spesso abbiamo visto inchieste infarcite di accuse totalmente infondate, costruite solo per colpire qualcuno con la tracotanza di chi non teme conseguenze legali".
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