Fausto Carioti: solo lo stop alle partenze fa crollare le morti in mare
- Postato il 15 gennaio 2025
- Di Libero Quotidiano
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Fausto Carioti: solo lo stop alle partenze fa crollare le morti in mare
I «memorandum d'intesa» con Libia e Tunisia sono due esperimenti cruciali di questo governo. Come la promessa di bonificare e ricostruire il centro sportivo del Parco Verde di Caivano in pochi mesi: una cosa così o riesce o non riesce, o ha ragione Giorgia Meloni a metterci la faccia o hanno ragione i suoi avversari a prevedere un fallimento. Tertium non datur. Elly Schlein, al pari della premier, ci ha fatto un investimento politico importante, ovviamente scommettendo sul risultato opposto. Il suo «no» alla «politica disumana e illegale di chiusura dei porti, ai blocchi navali e agli accordi con Paesi terzi come la Libia» è stato il punto più importante della mozione con cui nel febbraio del 2023 ha vinto il congresso ed è diventata segretaria, perché ha stravolto la posizione tenuta sino ad allora dal Pd. Il suo partito, spiegava, si sarebbe battuto «per una missione di ricerca e soccorso istituzionale con pieno mandato umanitario».
Linea ribadita davanti al memorandum tra la Ue e la Tunisia, bollato come «l'ennesimo tentativo di esternalizzare il controllo delle frontiere senza tenere conto di rispetto della democrazia e diritti umani». Tanto è identitaria, questa convinzione, che il suo Pd l'ha tradotta uno slogan per la campagna elettorale delle Europee: «Un mare, non un cimitero». Ora sappiamo quali sono stati i risultati della scelta del governo. Frontex, l'agenzia europea per il controllo delle frontiere, ha diffuso i dati sulle «traversate irregolari» verso gli Stati dell'Unione nel 2024. La rotta del Mediterraneo centrale è quella che interessa l'Italia: parte dalle coste settentrionali dell'Africa e arriva a Lampedusa e in altri porti della Sicilia e del Mezzogiorno. Su questo percorso «le traversate sono diminuite del 59%» rispetto all'anno precedente, e ciò, spiega Frontex, è avvenuto «a causa di un minor numero di partenze dalla Tunisia e dalla Libia».
Conosciamo anche, grazie ai tabulati dell'Oim, l'agenzia Onu per le migrazioni, il risultato della contabilità più macabra, quella delle vittime. Nel 2024 sono stati 1.699 i migranti morti e dispersi lungo la rotta del Mediterraneo centrale. Tanti, troppi. Ma l'anno precedente, quando ancora non erano entrati in funzione gli accordi con Libia e Tunisia, se ne erano contati 2.526. C'è stato un crollo del 33% nel giro di dodici mesi, insomma. La conferma – casomai occorresse – che meno sono quelli che partono, meno sono quelli che muoiono. Impedire le partenze e rovinare il business dei trafficanti salva vite umane.
Anche i dati del passato aiutano a capire. I numeri peggiori dell'ultimo decennio, nella rotta dall'Africa all'Italia, sono quelli del 2014 (3.126 morti e dispersi), del 2015 (3.149) e del 2016 (4.574): anni nei quali si succedettero i governi di Enrico Letta e Matteo Renzi. Finché il ministro dell'Interno di Paolo Gentiloni, Marco Minniti, non raggiunse con la Libia l'accordo che si tradusse nel primo memorandum tra Roma e Tripoli, firmato nel 2017. Il sostegno italiano consentì alle autorità libiche di assestare duri colpi ai trafficanti, facendo precipitare il numero dei morti e dispersi nel Mediterraneo centrale. Quel memorandum, firmato da un premier del Partito democratico, è considerato da Schlein una vergogna («Il Pd che noi vogliamo costruire è un Pd che non finanzia la guardia costiera libica»).
Il governo Meloni ha ripreso in mano quel discorso, portandolo molto più avanti. $ stata avviata una collaborazione strettissima con Tunisia e Libia, fatta di formazione dei loro uomini, scambio d'informazioni, fornitura di motovedette e di supporto tecnico e logistico. Tutto ciò ha consentito a questi due Paesi di controllare meglio i loro confini con gli altri Paesi africani e le loro coste, di distruggere le fabbriche di barchini e barconi e spezzare le reti dei trafficanti. Grazie al sostegno italiano, nei primi undici mesi del 2024 le autorità libiche e tunisine hanno bloccato 98.900 partenze di migranti irregolari, quasi 5.400 in più di quante ne impedirono nell'intero 2023.
Un lavoro che non si ferma ai porti nordafricani e non è fatto di sola repressione del traffico di esseri umani. Lo conferma il caso della Costa d'Avorio: nel 2023 da questo Paese dell'Africa occidentale giunsero in Italia 16.051 migranti, quella ivoriana fu la terza nazionalità dichiarata al momento dello sbarco. Lo scorso anno, da lì sono arrivati appena 1.068 migranti. $ il risultato di una complessa collaborazione politica, diplomatica e d'intelligence, che ha portato due volte il ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, ad Abidjan, a discutere col suo omologo. Un lavoro che però sta pagando. E alla fine il Mar Mediterraneo è un po' meno cimitero, ma solo perché è stato fatto l'esatto opposto di quello che avrebbe voluto fare la sinistra.
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