Famiglia dal Vietnam, Marco Sarli a IVG: “Non vogliamo privilegi, ma solo diritti”. Ancora stallo Albenga-Borghetto per la residenza
- Postato il 18 luglio 2025
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- Di Il Vostro Giornale
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Albenga/Borghetto. “Non cerchiamo privilegi né pietà, ma solo il diritto di ricostruire una vita dignitosa in Italia, il nostro Paese”. È questo l’appello di Marco Sarli, 70 anni, rientrato a marzo in Italia dopo anni in Vietnam insieme alla sua famiglia: la moglie straniera, una figlia adolescente e una bambina di 16 mesi.
Una storia che IVG ha già raccontato – in anteprima – nei giorni scorsi e che oggi torna d’attualità perché, a distanza di giorni, nulla si è sbloccato. Anzi: i Comuni coinvolti, Albenga e Borghetto Santo Spirito, continuano – di fatto – a rimpallarsi le responsabilità su chi debba occuparsi della famiglia Sarli.
“Senza residenza non abbiamo accesso a nessun diritto – spiega Sarli a IVG –. Chiediamo solo che uno dei due Comuni compia un gesto di umanità, oltre la burocrazia, per permetterci di ricominciare. Possiamo e vogliamo lavorare, ma ora siamo invisibili. Non siamo numeri né casi amministrativi: siamo una famiglia, e abbiamo solo bisogno di aiuto concreto, non di essere vittime di giochi politici”.
Secondo i Sarli, il rientro in Italia è stato dettato da motivi gravi: “Dopo gravi difficoltà economiche e personali iniziate con la pandemia – ricorda Sarli –. Su indicazione dell’Ambasciata Italiana, che ci aveva assicurato di aver informato le autorità locali, ci siamo rivolti al Comune di Borghetto Santo Spirito, dove siamo iscritti all’AIRE”.
Ma al loro arrivo, la famiglia si è trovata bloccata in una situazione paradossale: Marco Sarli racconta di un’assistente sociale che avrebbe negato i contatti con l’ambasciata, patronati che avrebbero rinviato agli assistenti sociali e nessuna presa in carico concreta: “Da quattro mesi viviamo così, senza punti di riferimento, in una sistemazione temporanea e precaria”.
La situazione è tutt’altro che limpida anche dal punto di vista amministrativo. Va precisato che Marco Sarli non si è mai recato personalmente all’ufficio anagrafe del Comune di Borghetto, mentre attualmente vive ad Albenga, in un alloggio ad uso turistico, insieme alla sua famiglia. Ed è proprio questo dettaglio a generare il cortocircuito: per il sindaco di Borghetto, Giancarlo Canepa, è Albenga a dover riconoscere la residenza perché è lì che la famiglia ormai dimora. L’assessore ingauno Marta Gaia, invece, sostiene l’opposto: essendo Borghetto l’ultimo Comune di residenza, tocca a loro farsi carico del caso.
Nel frattempo, la famiglia sopravvive solo grazie ad aiuti alimentari forniti da entrambi i Comuni e da alcune realtà albenganesi, come il Centro Aiuto Vita Ingauno: “Solo dopo lettere inviate ai sindaci di Borghetto e Albenga e ad alcuni giornali si è smosso qualcosa. Entrambi i Comuni ci hanno offerto aiuti alimentari, ma continuano a rifiutare la presa in carico, scaricando la responsabilità l’uno sull’altro. Ora tutto è bloccato in attesa della decisione della Prefettura di Savona”, sottolinea Sarli.
Il Prefetto era stato chiamato in causa nei giorni scorsi dal sindaco Canepa per provare a sbloccare la situazione, ma un suo eventuale intervento – per quanto autorevole – non sarebbe automatico. La competenza in materia di residenza resta infatti, in primo luogo, all’ufficio anagrafe del Comune presso cui viene presentata la richiesta. Tuttavia, in casi di stallo come quello che coinvolge la famiglia Sarli, dove i diritti dei cittadini rischiano di essere compromessi o fortemente limitati, il Prefetto può esercitare una funzione di indirizzo e coordinamento amministrativo. In questo caso specifico, come detto, esiste anche una formale richiesta di intervento da parte di un sindaco, con l’obiettivo di chiarire quale sia la corretta interpretazione normativa da seguire.
E mentre la burocrazia si arrovella sul da farsi, Marco Sarli lancia un altro appello: “Abbiamo sempre cercato di affrontare le difficoltà con dignità e spirito di iniziativa, ma senza una residenza siamo tagliati fuori da ogni possibilità concreta. Vogliamo solo lavorare, vivere onestamente e garantire un futuro alla nostra famiglia. Facciamo appello alle istituzioni affinché guardino oltre gli automatismi amministrativi e vedano le persone: una famiglia, non un problema da rimpallare”.
Contattato da IVG, il sindaco Giancarlo Canepa conferma la posizione espressa nei giorni scorsi, sia sul piano umano che giuridico e amministrativo. “Ribadisco quanto già detto e non intendo rilasciare ulteriori dichiarazioni in merito. Rimango comunque fiducioso, avendo lavorato per una soluzione che possa garantire il miglior esito possibile per la famiglia coinvolta”. Nei giorni scorsi Marco Sarli ha avuto un incontro anche con l’assessore albenganese Marta Gaia: “Mi hanno ascoltato con attenzione, sono stati disponibili”, aveva detto nei giorni scorsi il 70enne.
Forse quel “gesto di umanità” invocato da Marco Sarli potrebbe arrivare nel momento in cui la famiglia presentasse una domanda formale di residenza in uno dei due Comuni coinvolti: ad Albenga, dove attualmente vive, oppure a Borghetto Santo Spirito, dove è iscritta all’AIRE ma non risiede più da molti anni. Paradossalmente, proprio questo passaggio formale è uno dei tasselli che ancora mancano alla vicenda.