Fake news raddoppiate con l’IA. I dati dei principali chatbot e l’analisi di NewsGuard: “Incremento strutturale”

  • Postato il 6 settembre 2025
  • Tecnologia
  • Di Il Fatto Quotidiano
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Il tasso di false informazioni è quasi raddoppiato in un anno con l’intelligenza artificiale e i chatbot, passando dal 18% al 35%. A lanciare l’allarme è NewsGuard, la piattaforma internazionale che si occupa di disinformazione online, e che definisce l’aumento “strutturale”. “Nell’agosto 2025 i 10 principali chatbot basati sull’IA hanno ripetuto false informazioni su argomenti di cronaca controversi identificati nel nostro database a un tasso quasi doppio rispetto ad un anno fa – affermano gli analisti di NewsGuard – In media diffondono false informazioni nel 35% dei casi quando vengono sollecitati con domande su argomenti di cronaca controversi, quasi il doppio rispetto al 18% dell’agosto scorso”.

L’analisi riporta che i chatbot che più spesso hanno prodotto affermazioni false nelle loro risposte su argomenti di attualità sono stati Pi di Inflection (56,67%) e Perplexity (46,67%). ChatGpt e Meta AI hanno diffuso falsità nel 40% dei casi, mentre Copilot di Microsoft e Le Chat di Mistral lo hanno fatto nel 36,67% dei casi. I chatbot con i tassi di fallimento più bassi sono stati Claude di Anthropic (10%) e Gemini di Google (16,67%). Per condurre l’analisi la piattaforma ha ‘de-anonimizzatò per la prima volta i risultati osservati e li ha associati ai modelli di intelligenza artificiale, affermando che “i dati specifici sono sufficientemente solidi da consentire di trarre conclusioni sui progressi compiuti e sulle carenze ancora presenti nei chatbot”, riporta Titti Santamato per l’Ansa.

Secondo NewsGuard, un cambiamento nel modo in cui gli strumenti di intelligenza artificiale vengono addestrati potrebbe spiegare il peggioramento delle loro prestazioni. “Invece di citare limiti di dati o rifiutarsi di intervenire su argomenti sensibili – sottolinea l’analista di NewsGuard McKenzie Sadeghi – i Large Language Models ora attingono a ricerche web in tempo reale talvolta deliberatamente diffuse da vaste reti di attori maligni, tra cui le operazioni di disinformazione russe”. Altro fattore è l’utilizzo dei principali chatbot, sempre più comune, al posto dei motori di ricerca per ottenere informazioni o anche verificarle. “Gli attori malevoli stanno sfruttando questa nuova ansia di rispondere alle domande degli utenti per riciclare falsità attraverso siti, post sui social media e content farm generate dall’intelligenza artificiale che i modelli non riescono a distinguere dalle fonti credibili. In breve – conclude l’analista di NewsGuard – la spinta a rendere i chatbot più reattivi e tempestivi li ha inavvertitamente resi più propensi a diffondere propaganda”.

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