“Faida tra clan cinesi per il controllo della prostituzione”: 6 arresti a Prato. Bare in fiamme e minacce: l’inchiesta
- Postato il 12 giugno 2025
- Cronaca
- Di Il Fatto Quotidiano
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Sei arresti a Prato, per la faida tra gruppi criminali cinesi che si contendono l’affare della prostituzione. Nel capoluogo toscano i delinquenti provenienti dal Paese del Dragone vanno a braccetto con quelli italiani e di altre etnie,. Il comunicato della procura guidata da Luca Tescaroli offre uno spaccato di violenza e omertà, nel cuore della Toscana, dove si perdono i confini tra vittima e carnefice in duelli in stile Gomorra. Partiamo dalla fine, i sei arresti: in carcere sono finiti Haije Hu, cittadino cinese di 35 anni; un italiano 36enne di origini calabresi; un pakistano di 48 anni; 3 cittadini cinesi – intorno ai 30 anni – dalla regione del Fujan. Sono accusati di estorsione e sfruttamento della prostituzione. L’episodio che li porta in carcere avviene a Prato 8 mesi fa, il 1° ottobre 2024.
L’intimidazione – Ad accendere il faro degli inquirenti è l’incendio di una vettura Hyundai, alle 23,30 in viale della Repubblica. Il proprietario si chiama Hui Chen, formalmente è il titolare della “Pelletteria di Simone”a Campi Bisenzio. In quei giorni alloggia in albergo: all’ingresso nella hall, mentre la macchina va a fuoco, compare una bara di legno su cui giace la foto di Hui Chen incorniciata. Una “plateale e grave intimidazione”, per la procura, nata nel contesto della guerra per il controllo della prostituzione. Una minaccia compiuta da clan cinesi, ma che segue i rituali tipici della ‘ndrangheta e di Cosa nostra.
I reati: estorsione e prostuzione – La vittima della minaccia, Hui Chen, malgrado l’auto incendiata e la foto sulla bara, ha preferito tacere, con una condotta “omertosa, densa di gravi reticenze e di discrasie”. Silenzio per evitare ritorsioni, secondo il procuratore Tescaroli. Hui chen è tra i sei arrestati: con due concittadini cinesi è accusato di sfruttamento della prostituzione. Gli altri 3 in carcere sono un italiano, un pakistano e Haije Hu, cittadino cinese di 34 anni: tutti accusati di estorsione, per l’intimidazione della bara con la foto di Hui Chen e l’incendio della sua auto. Secondo gli inquirenti Hu sarebbe il mandante, con l’italiano e il pakistano come esecutori del delitto.
Il duello per l’affare della prostituzione – Attraverso le intercettazioni, la procura ricostruisce la faida criminale per il controllo della prostituzione. Un vero e proprio duello tra il presunto capo storico (Hui Chen) e l’ex fedelissimo che vuole prenderne il posto: secondo la procura si tratta di Haije Hu. Quest’ultimo voleva costringere il primo a pagare un debito e a smetterla di usare il Wall Art ApartmentHotel “per la sua attività di meretricio”. La prostituzione, prosegue la nota, “costituisce uno dei lucrosi business della criminalità organizzata nell’area pratese”, con “una dimensione transnazionale”.
Integrazione criminale e la “Guerra delle grucce” a Prato – La procura sottolinea la collaborazione criminale da parte dei gruppi cinesi, “capaci di consorziarsi con altre etnie, quali quelle italiane e pakistane, e la loro attitudine a essere da questi riconosciuti come portatori di capacità organizzative”. La prostituzione non è l’unico business criminale. Negli ultimi due anni in Toscana sono aumentati gli episodi delittuosi, con magazzini incendiati, accoltellamenti, estorsioni. La procura di Prato da tempo ha acceso un faro sulla cosiddetta “guerra delle grucce”: un affare da oltre 100 milioni, nel più grande distretto del fast fashon d’Europa.
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