Faenza si ribella, il sindaco in rivolta contro la burocrazia e tira dritto per una ricostruzione anche senza le autorizzazioni

  • Postato il 25 settembre 2024
  • Cronaca
  • Di Blitz
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Tracima la rabbia degli alluvionati. Dopo la rivolta delle carriole piene di fango “per i politici“ (domenica in piazza a Faenza) è seguita la rivolta del sindaco Massimo Isola, classe 1974, Pd di ferro. Ha scelto di passare il Rubicone nel segno della “disobbedienze civile”. Ha tuonato contro l’esecutivo perché la Regione intenda, specialmente la nuova “Commissaria alle emergenze”, la compagna di partito Irene Priolo che è pure la presidente facente funzioni dell’Emilia Romagna, subentrata a luglio a Stefano Bonaccini eletto all’Europarlamento di Bruxelles.

Ha detto il sindaco che farà gli interventi necessari “anche senza autorizzazioni“. Insomma, tirerà dritto anche senza il via libera della compagna Irene. Cosapevole di  “lesa burocrazia “ ma avendo tutti i tecnici e i dirigenti comunali al suo fianco, li ha anticipatamente ringraziati “per il rischio che hanno scelto di assumersi accettando gli atti che servono a procedere”.  E ha informato della decisione presa il Capo dello Stato Sergio Mattarella.

La rivolta e il rammarico del sindaco

Faenza è una città di peso della provincia di Ravenna. Conta quasi 60mila abitanti ed è storicamente nota per la produzione di ceramica artistica; punto di forza la maiolica conosciuta in tutto il mondo. È dall’Ottocento un centro di riferimento del Neoclassicismo in Italia e in Europa. Un patrimonio di arte e cultura da custodire e difendere, costi quel che costa. Dice il sindaco: ”Se ho un colpa è quella di non essermi accorto in tempo che il sistema per la ricostruzione era lento, farraginoso, inadeguato. Non averlo denunciato con più forza, resta il mio rammarico più grande. Ma detto questo ricordo che, nel sistema italiano, sindaco e Comune sono diventati dei parafulmini. Se questa è la regola del gioco, vogliamo accettarla fino in fondo”.

Un campanello d’allarme per Elly Schlein e la sua erede Irene Priolo che nei dieci anni della giunta Bonaccini avevano la responsabilità di curare il territorio, preservandolo dal crescente dissesto idrogeologico. Per uscire dall’imbarazzo – Faenza è stata allagata per la terza volta- Elly Schlein ha distribuito un vademecum sulle cose da dire a giustificazione del flop. Mentre Irene Priolo ha già acceso uno scontro politico su tempi, modi e fondi per la ripartenza.

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Faenza si ribella, il sindaco in rivolta contro la burocrazia e tira dritto per una ricostruzione anche senza le autorizzazioni (foto ANSA) – Blitz quotidiano

Priolo all’attacco di Figliuolo

Martedi mattina Irene Priolo ha incontrato il generale Francesco Paolo Figliuolo, commissario alla ricostruzione per l’alluvione del 2023. Dal vertice la governatrice di fatto, ha riferito alla assemblea legislativa regionale sottolineando la necessità di “realizzare in tempi straordinariamente brevi opere straordinariamente complesse” e chiedendo al governo di mettere risorse“ che ad oggi non ci sono avendo già utilizzato, il commissario, tutte le risorse a sua disposizione”.

L’attacco della Priolo è un messaggio chiaro e forte proprio a Figliuolo. La presidente facente funzioni ha detto: ”Al commissario e alla sua struttura ho chiesto di dedicarsi a tempo pieno a questa attività e di farlo da qui: non può essere un impegno tra gli altri da svolgere da Roma o da altrove”. La Priolo ha chiesto “procedure straordinarie e immediate come è stato fatto per ricostruire il ponte Morandi a Genova”. Ne vedremo delle belle.

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