F1 | Un team lancia l’allarme sui motori 2026 e Monza finisce sotto analisi
- Postato il 16 aprile 2025
- A Tc
- Di F1ingenerale
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I motori per il 2026 continuano a convincere sempre meno e un team lancia già l’allarme: sempre più reale il rischio di una F1 «malnata»
La rivoluzione tecnica in arrivo nel 2026 e che riguarda i nuovi motori rischia di partorire una F1 dai contorni incerti. A due anni dall’annuncio ufficiale, cresce il timore che i nuovi propulsori ibridi – pensati per essere più sostenibili e moderni – possano invece risultare poco performanti e compromettere lo spettacolo. Ma questo perché?
Nei box comincia a serpeggiare l’idea che il 2026 possa assomigliare, in peggio, al 2014: una stagione dove chi era pronto ha dominato e chi era indietro ha pagato per anni. Il sospetto? Che Mercedes, già avanti nello sviluppo, possa godere di un netto vantaggio, insieme a team clienti come Williams, McLaren e Alpine. Ma c’è un grande ma.

Il problema principale è legato alla gestione dell’energia elettrica. Le simulazioni della Mercedes mostrano scenari critici e lanciano l’allarme: a Monza, per esempio, le batterie si esaurirebbero già a metà del rettilineo principale, lasciando ai piloti solo i 540-570 CV del motore termico, contro i 620 CV della F2. Una vera beffa per la categoria regina.
Regolamento F1, il timore di un 2026 simile al 2014
Una delle idee in discussione è tenere alto il regime del motore anche in rilascio, per generare energia da immagazzinare. Ma ciò comporterebbe un maggiore consumo di carburante. La FIA vorrebbe limitare a 70 kg il serbatoio, ma se serviranno almeno 100 kg, la somma con le nuove batterie (più pesanti di 40 kg) porterà le monoposto a pesare più che mai. Altro che auto leggere.
Il 2026 vedrà l’introduzione di carburanti net zero. Ma c’è una spaccatura: a questo punto, chi usa biocarburante – come Petronas (Mercedes, McLaren, Williams) – rischia di avere prestazioni inferiori rispetto ai team che useranno carburante sintetico, ritenuto più efficiente. Il rischio è che chi parte con una benzina meno performante sia subito svantaggiato in termini di potenza e rigenerazione dell’ibrido.
Il timore più grande è quello di vedere gare condizionate dalla gestione dell’energia: piloti che alzano il piede nei rettilinei per rigenerare le batterie, corse decise dalla capacità di trattenere energia qualche metro in più. La FIA dovrà intervenire per evitare che il mondiale venga squilibrato da un regolamento nato con buone intenzioni ma difficilissimo da attuare.
In gioco c’è la credibilità sportiva del campionato. Né i team, né Liberty Media, né i tifosi vogliono rivivere un’altra era di dominio tecnologico come quella Mercedes post-2014.
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