F1, rebus Ferrari: il talento dei piloti non basta, serve una guida tecnica autorevole

  • Postato il 13 maggio 2025
  • Formula 1
  • Di Virgilio.it
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Si ripete come un mantra: bisogna “estrarre il potenziale”. Una formula elegante per nascondere la verità. Volendo essere sinceri riguardo Ferrari la questione è piuttosto semplice: con l’attuale tasso tecnico l’auto non va abbastanza perché l’assetto è sbagliato. La ragione è nota: finestra di utilizzo troppo stretta. Detto altrimenti: è un progetto che non perdona. La SF-25 non può fare di più. E quel che fa, oggi, non basta. È la solita coperta corta che non si capisce neppure da che parte tirarla.

Ferrari, tre gare per capire

Ci sono tracciati all’interno del calendario della Formula Uno in cui un certo compromesso può anche funzionare: quando i difetti della SF-25 pesano meno dei pochi pregi, si intende. Questo, in estrema sintesi è il quadro. Che si può cambiare solo con gli aggiornamenti però. Il resto è fumo. E i tifosi della Rossa non vogliono più avere a che fare con le parole. Preferiscono i fatti dopo 3 lustri passati a perdere.

A sentire Vasseur pare tutto sotto controllo. Fa sorridere quando il francese cerca di analizzare le cose. Spiega l’inspiegabile. Perché chi guida, Lewis Hamilton e Charles Leclerc, la pensa spesso diversamente, come si nota nelle dichiarazione post sessione. Il capo della Ferrari vede il bicchiere mezzo pieno. Ci sta. Ma a forza di ostentare ottimismo finisce per banalizzare tutto quanto e rendere grottesco anche ciò che non lo è.

Tra Imola e Monaco arriveranno alcune novità. Non parliamo di grandi aggiornamenti, ma comunque un assaggio di correzione. Un primo passo verso il pacchetto più importante, quello di aggiornamenti previsto per Barcellona, dove entrerà in vigore la direttiva tecnica inerente le ali flessibili. Sino ad allora il ritornello resta il medesimo: mettere tutto assieme e fare il massimo. Questo ci attende nei futuri appuntamenti iridati.

Chi guida il comando? Nessuno

Una vettura di F1 è un’opera tecnica pensata. Richiede una regia, una visione, una guida. Tradotto: ideazione, progettazione, assemblaggio e produzione, sino alla mera messa in pista dell’auto. Chi si occupa di questo? Chi è il direttore tecnico della Ferrari? Difficile dirlo. Vasseur è un ingegnere, sì, ma lui stesso ha detto di non essere un tecnico. Eppure per mesi ha ricoperto quel ruolo. Poi è arrivato Serra, ma del francese si sa solo che esiste.

Frederic Vasseur, Scuderia Ferrari
Fonte: Getty Images
Il transalpino Frederic Vasseur, team principal della Ferrari

L’ex Mercedes è alla prima vera esperienza in questo ruolo. E ha la sfortuna o l’azzardo di farla nella scuderia più gloriosa della storia che però non vince da ben 17 anni, oramai. Un battesimo di fuoco. Una pentola a pressione. E il risultato è sotto gli occhi di tutti: manca coesione, leadership e chiarezza. Quel collante necessario tra i reparti per far funzionare tutto alla perfezione, specie quando diversi problemi emergono.

Il progetto 677 è stato rivoluzionato rispetto al 2024. Già qui si potrebbe disquisire, in quanto l’annata in cui aveva senso prendere questa decisone era la scorsa. Tuttavia la squadra sta lavorando davvero sodo, nessuno lo nega. Ma il tarlo resta, perché no si capisce chi tenga le redini di questo team. Serve un direttore tecnico vero. Con esperienza, autorevolezza e visione: improvvisare in F1 non ha mai funzionato.

Il futuro incombe e non è roseo

Tra pochi mesi tutto cambierà. Forse “l’inizio sfavillante” della Ferrari ci ha fatto dimenticare cosa succederà nei prossimi mesi. Il regolamento 2026 richiederà un impegno assoluto. E sbagliare oggi significa compromettere il domani. Senza una guida tecnica forte, si rischia di iniziare la nuova era già con un handicap. E in F1, rincorrere è quasi sempre una condanna. Le prove a carico di quanto detto esistono scartabellando il passato.

Il quesito impertinente (l’ultimo dello scritto) emerge con forza. Se la Ferrari attuale, al quarto anno di stabilità regolamentare alle spalle, non riesce nemmeno ad avvicinarsi ai migliori, super McLaren in primis, c’è da chiedersi cosa potrà fare nella pianificazione di un progetto nuovo. Da zero. Foglio bianco. Il rischio è che al posto del “potenziale da estrarre”, resti solo un guscio vuoto. Di slogan, buone intenzioni e solite copertine. Teniamo d’occhio l’edicola…

Autore
Virgilio.it

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