F1 | “Quando ho firmato con Mercedes, era la mia paura più grande”: Kimi Antonelli e il bisogno di normalità

  • Postato il 20 maggio 2025
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Andrea Kimi Antonelli si confessa: l’arrivo in F1, con Mercedes, e la paura di perdere la “normalità”, i suoi amici e la vita fuori dal Circus

Andrea Kimi Antonelli, un ragazzo normale: dalla firma con Mercedes all’arrivo in F1, il bolognese confessa la sua paura più grande. Protagonista di un weekend altalenante – male in qualifica, meglio in gara prima del ritiro – il giovane pupillo di Toto Wolff lascia Imola con qualche rimpianto. La voglia di migliorare c’è tutta, in vista di altri due impegni complessi a Montecarlo e a Barcellona.

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Andrea Kimi Antonelli fotografato ad Imola – PH: F1inGenerale / PitShots.com

Il 2025 è l’anno dei baby-prodigi: ben sei piloti alla loro prima stagione completa nel Circus (uno di loro, Jack Doohan, ha già perso il suo sedile in Alpine). C’è Oliver Bearman, futura promessa della Ferrari e ormai sempre più padrone della Haas; c’è Isack Hadjar, passato dalle “stalle alle stelle“, dopo il disastroso esordio in Australia; c’è Gabriel Bortoleto, capace di impressionare nonostante una Sauber fanalino di coda.

E poi c’è Andrea Kimi Antonelli, il primo tra tutti a centrare una pole position, nelle Qualifiche Sprint di Miami. Un risultato che attesta i progressi del talentino italiano, considerato da molti addetti ai lavori un “baby-Verstappen“. Fortemente voluto e tutelato da Toto Wolff, il bolognese ha vissuto un primo Gran Premio di casa altalenante: delusioni, gioie, amici, compagni di classe e qualche lezione da imparare.

L’importanza dell’amicizia: Antonelli racconta la sua Imola

L’atteggiamento di Andrea Kimi Antonelli, sempre molto disponibile con tutti, ha fatto storcere il naso a qualche osservatore. Si è deconcentrato, si dice, sprecando energie e mettendo in secondo piano il suo lavoro. Una critica che può avere un fondo di verità, ma che non deve far dimenticare un dato oggettivo: si parla di un 18enne, un ragazzino nel mondo dei giganti, che non può e non deve snaturarsi.

Un fatto che si evince dal suo racconto, al microfono di Alberto Sabbaniti per Autosprint, del weekend di Imola: “Io ho un bel gruppo di amici, siamo cinque o sei. Loro sono sempre stati gli stessi: ci siamo conosciuti tre anni fa e abbiamo subito sviluppato un bel rapporto. Sinceramente, avevo un po’ il timore che, con l’annuncio del mio contratto in F1, mi avrebbero trattato in un modo diverso“.

Non è successo e, per questo motivo, sono molto contento. Loro mi trattano come un ragazzo normale, come un loro amico. Questo aiuta tanto, perché in questo mondo puoi avere le tue amicizie [nel paddock], ma è molto facile restare soli al di fuori del motorsport. Ritengo molto importante mantenere questo tipo di amicizie, sono fondamentali“.

Sai, quando riesci a passare un po’ di tempo con loro, dopo un weekend di gara, ti permette anche di disconnettere un po’ la testa, tornare un po’ alla realtà. Sono tutte cose che ti aiutano a tornare più forte“.

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Foto Copertina: F1inGenerale

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