F1 | Perché McLaren domina nella gestione gomme? Il segreto passa per i materiali PCM
- Postato il 13 maggio 2025
- Aerodinamica
- Di F1ingenerale
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L’avvio del mondiale 2025 ha visto una McLaren dominante nella gestione gomme, con una spiegazione che passa per particolari materiali PCM.
L’ultimo anno di regolamento wing car vede una McLaren capace di dettare legge sulla lunga distanza. Una MCL39 che sfrutta una tecnologia perfettamente legale, ma che lascia tutti perplessi per le capacità dimostrate in pista dalla monoposto di Woking. Nel paddock c’è un dubbio: come fa McLaren ad avere una coperta così lunga? Il segreto passa, molto probabilmente, per i materiali PCM che permettono alla McLaren di avere una gestione gomme eccellente.

Mentre alcuni team soffrono il surriscaldamento degli pneumatici e il relativo degrado, McLaren inanella giri sempre sullo stesso decimo. Tra i team rivali sono sorti molti dubbi, con Red Bull che è arrivata a pensare che all’interno dei cestelli della MCL39 si trovasse acqua. Lo stesso team di Milton Keynes avrebbe delle immagini che mostrano “zone fredde” sulle coperture dell’assale posteriore.
Una provocazione che McLaren ha glissato in modo plateale a favore di telecamere, quando Zak Brown ha mostrato una borraccia con scritto “Tyre water”. Tuttavia, dietro questa sottile ironia si cela una trovata geniale e perfettamente legale che permette alla MCL39 di essere sempre in finestra con le gomme.
Cos’è il PCM e perché fa la differenza
Il termine chiave dietro l’equazione che rende micidiale la MCL39 è Phase Change Materials(PCM), materiali a cambiamento di fase. A confermare questa, estremamente plausibile ipotesi è Martin Butchen, ex ingegnere F1, che ha scritto una tesi su questa tecnologia proprio in McLaren. Questi materiali assorbono o rilasciano calore durante il cambio di stato fisico, per esempio da solido a liquido, mantenendo la temperatura costante durante il processo. Un esempio pratico è il ghiaccio, assorbe calore, ma rimane a 0°C fino a che non è completamente sciolto.
Applicarlo alla F1 significa poter assorbire il calore dei freni senza sbalzi termici importanti sulla zona del cerchio e dello pneumatico. Azione importante visto che gli impianti possono raggiungere temperature di 1000 °C, con il calore che si propaga per tutta la struttura del gruppo ruota.
L’ipotesi è che McLaren abbia scelto di integrare questi materiali sull’assale posteriore, che in fase di frenata sprigiona calore assorbito dal PCM. Questi materiali, “inondati” dalle alte temperature iniziano a sciogliersi e nel mentre assorbono ingenti quantità di energia termica, ma senza aumentare di temperatura. Risultato? Temperatura stabile e sotto controllo nel punto chiave della gomma. Infatti, come sottolineato da Mario Isola, la prestazione è ottimale quando il “core” dello pneumatico raggiunge la giusta finestra di utilizzo. Finestra termica difficile da raggiungere ma che McLaren ha interpretato al meglio con una MCL39 capace di lavorare sempre nel range giusto.
Materiali PCM, nessun sistema attivo illegale sulla McLaren

Le ipotesi messe su carta per spiegare questo notevole vantaggio della McLaren sono state diverse. Una tra tante la presenza di un sistema attivo all’interno dei condotti dei freni che presentano un disegno estremamente articolato. Paratie in carbonio termo sensibili, membrane che lavorano in base alla pressione e tante altre. Tutti elementi che, se identificati dalla FIA avrebbero creato non pochi problemi alla McLaren. Tuttavia, l’astuzia di Rob Marshall e dei tecnici presenti a Woking ha permesso di mettere a punto una soluzione perfettamente legale.
I PCM sono un sistema completamente passivo, che funziona solamente grazie alla scelta del materiale. Ogni materiale ne ha una propria, basta selezionare il PCM giusto per il compito da eseguire.
Una tecnologia che porta in dote enormi vantaggi, a discapito di un minimo aumento di peso nelle masse non sospese (gruppi ruota). Svantaggio che passa in secondo piano di fronte ad una gestione perfetta delle temperature degli pneumatici. Questo spiegherebbe anche perché le due MCL39 non sono super efficaci in qualifica come in gara, dove il PCM non ha raggiunto la sua massima efficacia.
Gli altri team hanno indagato sull’origine di questo vantaggio, con Ferrari che potrebbe avere in cantiere una prima soluzione da introdurre sulla SF-25.
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