F1 2026: così la Ferrari vuole aiutare Hamilton per farlo tornare a vincere

  • Postato il 18 dicembre 2025
  • Formula 1
  • Di Virgilio.it
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Il mondiale 2025 ha evidenziato luci e ombre nel rapporto tra Hamilton e il suo ingegnere di pista Riccardo Adami. Pur esistendo una solida base professionale, la gestione della coppia della Ferrari ha visto contrasti su metodo e adattamento che hanno complicato le cose. Per il 2026, la Rossa sta lavorando per consolidare questo duo, implementando diversi procedimenti che possano valorizzare appieno le capacità di entrambi.

Il contesto della stagione difficile di Hamilton

Lewis ha attraversato la sua peggior annata in Formula 1, un percorso segnato da difficoltà di adattamento e da un contesto tecnico e gestionale non allineato alle sue consuetudini. Tuttavia, attribuirgli tutta la responsabilità sarebbe ingiusto, perché Hamilton ha guidato un’auto pessima, dovevano affrontare un ambiente di lavoro diverso da quello ai cui era abituato, in un contesto dove la Rossa non ha saputo offrire supporto adeguato.

Al contrario, la languidissima esperienza di Charles con la squadre di Maranello gli ha consentito di adattarsi a vetture imperfette, sfruttando al massimo ogni margine disponibile. Leclerc ha chiesto al suo entourage di evitare distrazioni non volendo comunicare con atri team. Ma torniamo a Lewis.

I problemi di inserimento nel team non erano legati solo alla lingua o alla comunicazione, ma bensì a chiari principi operativi e metodi con i quali non poteva fare la differenza. La presenza di Adami come ingegnere di pista, sebbene altamente qualificato, ha reso necessario un periodo di adattamento reciproco molto lungo.

Il britannico proveniva da un rapporto consolidato con Bonnington, durato undici stagioni, dove la comprensione reciproca era istintiva. Per questo, purtroppo con estremo ritardo, Ferrari sta cercando di costruire un nuovo equilibriooperativo tra i due, non solo legato ai comandi sul volante ma pure per quanto concernere le procedure quotidiane.

I fattori dietro ai team radio e alla pressione in pista

L’accesso alle comunicazioni tra pilota e ingegnere è ormai uno strumento di spettacolarizzazione globale, dove la regia internazionale trasmette solo i momenti più concitati, enfatizzando tensioni e incomprensioni. Questo ha contribuito a dare un’immagine distorta delle dinamiche reali, dove la normale pressione da gara è stata percepita come conflitto aperto.

Hamilton e Adami hanno operato sotto costante stress emotivo e psicologico, con un livello di urgenza e pressione elevatissimo, tipico di chi lavora con la Rossa, soprattutto quando l’obiettivo è competere ai massimi livelli. Il team modenese ha sbagliato nel pensare che fosse il pilota a dover adattarsi al sistema, senza offrire il giusto supporto tecnico e gestionale, elemento che ha reso ancora più complicato il processo di integrazione.

Le sfide di Hamilton non si sono limitate alla comunicazione: la complessità sui comandi della monoposto e la necessità di adattare lo stile di guida a un mezzo molto diverso dai precedenti hanno creato ulteriori difficoltà. Adami è un professionista di altissimo livello, ma come Lewis ha dovuto confrontarsi con un approccio operativo differente, rendendo il primo anno di collaborazione una fase di apprendimento e aggiustamento reciproco.

Ferrari: verso la riconferma della coppia Hamilton-Adami

Consapevole delle potenzialità della coppia, Ferrari sta lavorando per ottimizzare il loro rapporto in vista del 2026. Tra le opzioni valutate c’era la possibilità di affiancare a Lewis un altro ingegnere, forse più in linea con le abitudini britanniche del pilota, ma alla fine la decisione sembra orientata a consolidare l’attuale binomio. L’obiettivo è fornire ad entrambi strumenti e procedure che rendano il lavoro quotidiano più fluido.

Il tutto per garantire l’allineamento tra pilota e ingegnere. Un aspetto cruciale riguarda l’agilità nelle procedure e la condivisione di nuove modalità operative, pensate per ridurre le complessità in pista e permettere di sfruttare al massimo le potenzialità della vettura. La strategia in essere mira esclusivamente alla performance per massimizzare il potenziale tecnico e di riflesso il rendimento.

Serve una gestione ottimale di questo binomio, trasformando le difficoltà della stagione precedente in opportunità di crescita e consolidamento. Le novità introdotte dalla squadra puntano a creare proprio un contesto lavorativo coerente e sinergico, riducendo attriti e incomprensioni per dare la possibilità al team di concentrarsi sull’obiettivo principale: il campionato.

Autore
Virgilio.it

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