Ex Ilva, Urso: “Priorità a chi mantiene l’unità degli impianti”. Forno elettrico? “È una facoltà”

  • Postato il 18 settembre 2025
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adolfo urso

Genova. I commissari straordinari dell’ex Ilva “valuteranno innanzitutto chi mantiene l’unità degli impianti“. Lo ribadisce il ministro delle Imprese Adolfo Urso a margine dell’inaugurazione del Salone Nautico di Genova, nella città che, secondo i piani del Governo, potrebbe ospitare un forno elettrico per alimentare tutti gli stabilimenti del Nord.

Nel frattempo è slittato al 26 settembre il termine per le manifestazioni di interesse. “Ovviamente siamo in attesa di sapere cosa vogliono fare i player industriali che partecipano a questa gara internazionale”, spiega Urso.

Ma è sostenibile un piano per l’intero complesso industriale senza l’elemento più controverso per la politica genovese, cioè il forno elettrico a Cornigliano? “Le condizioni di gara aggiornate prevedono una piena decarbonizzazione nel più breve tempo possibile, così da fare dell’Italia il primo Paese in Europa pienamente decarbonizzato nel campo della siderurgia”, ricorda Urso. Il bando prevede la possibilità di realizzare anche un forno elettrico per l’area Nord, “ma è la facoltà che forniamo all’impresa“, sottolinea il ministro.

Quindi il ritorno della produzione a caldo resta un’ipotesi percorribile, ma non è detto che arrivi a compimento. Non è un caso che Jindal – uno degli attori rimasti in corsa – nelle scorse settimane avesse incontrato la sindaca Silvia Salis per illustrare il proprio piano che esclude questa ipotesi, mantenendo le linee a freddo di Cornigliano alimentate con acciaio prodotto altrove, come avviene oggi.

Del resto, ricorda Urso, “gli attori sono attori industriali, tocca a loro presentare il piano industriale e fare l’offerta”. Priorità alle offerte per tutta l’ex Ilva,  “poi eventualmente anche soluzioni alternative per chi voglia vedersi l’area Nord e chi voglia vedersi assegnata all’area Sud, ove le due proposte, diverse ma complementari siano migliori dell’unica offerta, sul piano industriale, ma anche sul piano occupazionale”.

A Genova, dopo le prime riserve e nonostante la contrarietà di una parte della coalizione di centrosinistra, ha detto sì anche l’amministrazione comunale guidata da Salis, allineandosi al governatore della Regione Marco Bucci e ai sindacati, in particolare la Fiom, che vogliono mettere al sicuro il futuro della fabbrica. Nettamente contrario il fronte dei comitati che il 4 settembre è sceso in piazza con un migliaio di persone e adesso prepara il flash mob a Palazzo Tursi.

Autore
Genova24

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