Ex Ilva, tre colossi pronti ad acquisire gli impianti: da qui passa il futuro di Cornigliano

  • Postato il 11 gennaio 2025
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Genova. Sono dieci i nomi in gioco per il futuro dello stabilimento ex Ilva di Cornigliano e di tutti gli impianti di Acciaierie d’Italia. Nelle scorse ore sono scaduti i termini per la presentazione delle offerte vincolanti volte all’acquisizione del gruppo. A Genova il passaggio è accolto con un pensiero unitario: chiunque arriverà dovrà garantire corposi investimenti per rilanciare la produzione (e quindi l’occupazione), potenziare la linea della banda stagnata e magari – come la Fiom in particolare propone da mesi – riavviare la produzione a caldo con una tecnologia green.

Tra le offerte ricevute tre mirano all’acquisizione di tutti i complessi aziendali, la prima scelta per Governo e sindacati. In campo per aggiudicarsi l’intero pacchetto ci sono la cordata Baku Steel Company Cjsc con Azerbaijan Investment Company Ojsc, il fondo americano Bedrock Industries management Co Inc e l’indiana Vulcan Green Steel del gruppo Jindal Steel International.

Sono invece sette le offerte interessate a singoli asset: cordata CAR Segnaletica Stradale Srl + Monge & C. SpA + Trans Isole Srl, Eusider SpA, cordata Eusider SpA + Marcegaglia Steel SpA + Profilmec SpA, I.M.C. SpA, Marcegaglia Steel SpA, cordata Marcegaglia Steel SpA + Sideralba SpA e Vitali SpA.

“Noi guardiamo con attenzione alle tre offerte che puntano all’insieme del gruppo – spiega Stefano Bonazzi, segretario genovese della Fiom -. Al di là delle offerte bisognerà capire che tipo di piano industriale si metterà in campo. Ci sono tante incertezze legate alle questioni internazionali, tra cui la ristrutturazione della siderurgia in Europa e la revisione degli investimenti dei grandi gruppi sulla decarbonizzazione, ma anche alle specificità di Taranto e agli aspetti processuali: vedremo quali sono le prospettive. Per la Fiom chiunque arrivi dovrà garantire le prospettive occupazionali e salariali degli oltre mille lavoratori del sito siderurgico di Cornigliano e investimenti adeguati, non solo per Taranto ma anche per gli impianti del Nord. Ovviamente ci aspettiamo di essere convocati insieme alle segreterie nazionali. In ogni caso pensiamo che a Genova la partita sia ancora aperta”.

“Sicuramente si tratta di un primo passo in avanti verso quella che potrà essere l’autonomia dell’impresa, ma che, rispetto al passato, va governata con regole certe, perché gli investimenti che verranno proposti nel piano industriale di chi arriva possano vedere una continuità nella loro realizzazione – commenta Christian Venzano, segretario generale della della Fim Cisl Liguria -. Ci vorrà una sorveglianza forte da parte dello Stato, perché non sono investimenti che prevedono poche risorse e soprattutto non prevedono pochi anni. Serve un piano industriale che tenga conto delle esigenze dei vari stabilimenti, delle necessità ambientali, con investimenti negli impianti utilizzando le migliori tecnologie possibili, ma dando tutta l’attenzione all’aspetto occupazionale. Un occhio particolare, inoltre, dovrà essere tenuto alla tenuta di tutto quanto il gruppo e non solo ad alcune sue parti, compresi i lavoratori in amministrazione straordinaria di Ilva“.

Il sogno proibito per Cornigliano si chiama forno elettrico, ritenuto l’ingrediente chiave per poter chiudere il ciclo della latta: non solo produzione di banda stagnata coi rotoli di acciaio che arrivano da Taranto (l’ex Ilva di Genova è l’unica a sfornare lattine in Italia e copre solo il 15% del fabbisogno nazionale) ma anche riciclo e quindi completa autonomia. Tra i problemi da risolvere ci sarebbe poi quello energetico. In ogni caso sarà fondamentale l’ingresso di un player abbastanza solido da permettere un’inversione di tendenza dal punto di vista produttivo e occupazionale. Anche perché è noto che quelle aree enormi in ambito portuale fanno gola a molti e al momento danno lavoro a troppo poche persone in proporzione ai metri quadrati (più di un milione)

Per “esaminare attentamente tutte le proposte ricevute” per l’acquisizione degli stabilimenti ex Ilva i commissari straordinari di Acciaierie d’Italia in amministrazione straordinaria e Ilva in amministrazione straordinaria “si riservano un periodo di tempo congruo” e sottolineano come sarà dato “particolare riguardo agli aspetti occupazionali, alla decarbonizzazione e all’entità degli investimenti, al fine di assicurare uno sviluppo sostenibile degli impianti e la massima tutela del lavoratori coinvolti”, si legge nella nota diffusa in giornata.

La partecipazione “così significativa di grandi attori internazionali conferma che siamo sulla strada giusta per il rilancio della siderurgia italiana – dichiara il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso -. Questa e’ la fase decisiva. Responsabilità, coesione e unità di intenti”.

“Tre offerte di gruppi internazionali e sette di gruppi nazionali rappresentano la garanzia che potrà iniziare, da parte dei commissari, un lavoro di scelta e di costruzione di sinergie – commenta la genovese Ilaria Cavo, deputata di Noi Moderati e vicepresidente della commissione Attività produttive della Camera -. Oggi sappiamo che la materia, il tessuto per costruire il futuro dell’ ex Ilva c’è. Rispetto all’ultimo bando, a cui erano arrivate due offerte, di cui una sostanzialmente pubblica, abbiamo adesso un’ampia varietà di scelta e di opzioni che è già di per sé una garanzia. Inizia ora, da parte del governo, un lavoro di approfondimento e di condivisione con le parti sociali e sindacali che seguiremo con attenzione – conclude Cavo – con presenti gli obiettivi di fondo: tutela dell’occupazione, valorizzazione delle specificità degli impianti (incluso quello genovese), decarbonizzazione e rispetto degli impegni di investimento assunti”.

Autore
Genova24

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