Ex Ilva, Salis chiama a raccolta la coalizione: oggi riunione sul forno elettrico

  • Postato il 20 luglio 2025
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silvia salis

Genova. La sindaca di Genova Silvia Salis ha convocato le forze della coalizione per una riunione, questa domenica sera, che avrà al centro il tema dell’ipotesi della realizzazione di un forno elettrico all’interno dello stabilimento ex Ilva di Cornigliano.

La questione, in questi giorni, è stata al centro del dibattito cittadino – a partire dal convegno organizzato dalla Fiom Cgil sul tema e al quale anche Salis è intervenuta – ma, se è vero che gli elementi di incertezza spostano almeno di qualche settimana il momento in cui la discussione entrerà nel vivo, è vero anche che nelle ultime settimane si sono verificate alcune fughe in avanti, nella maggioranza, che creano un po’ di apprensione.

Il campo largo che sostiene Silvia Salis, come noto, spazia dalle posizioni moderate e sviluppiste di Italia Viva e Azioni fino a quelle più radicali di realtà come Sinistra Italiana ed Europa Verde. La sindaca ha sempre sottolineato come la varietà sia fonte di ricchezza, per la coalizione, ma ha anche chiesto alla città – e quindi agli alleati – di non affrontare un tema delicato come quello del futuro della siderurgia sulla base di preconcetti.

Sicuramente la voce che si preannuncia come maggiormente critica sulla prospettiva di un ritorno della fusione a caldo a Cornigliano è Avs. Non è un segreto che i rossoverdi abbiano già esposto i loro dubbi con una mozione presentata durante il primo consiglio municipale del Medio Ponente. Qui, lo stesso presidente Fabio Ceraudo, M5s, si è mostrato finora tiepido, cauto, sull’ipotesi forno elettrico.

Ma rumors parlano di una compattezza non totale sul tema anche all’interno della più importante forza della coalizione, il Pd. Dove la posizione maggioritaria è senza dubbio quella espressa dall’ex ministro e responsabile Industria del partito, Andrea Orlando – il quale ribadisce la necessità di un futuro industriale per le aree di Cornigliano ma esprime preoccupazione per l’assenza di un investitore che possa dare concretezza al piano presentato dal governo – tuttavia nel Partito Democratico ci sono figure che vedono come fumo negli occhi la rottura del patto sottoscritto con l’accordo di programma del 2005, che anche nella sua versione iniziale del 1999 escludeva il ritorno delle lavorazioni a caldo nella fabbrica genovese.

Il timore di alcune forze non è solo per il possibile peggioramento delle condizioni ambientali di quella parte di città – l’evoluzione della tecnologia oggi impone una riflessione di tipo diverso – ma il fatto che un passo indietro sull’accordo potrebbe essere vissuto come un tradimento da parte della base.

La riunione di coalizione di oggi servirà non tanto per silenziare i diversi punti di vista ma per stabilire una strategia che permetta alla maggioranza di mettersi a vento nel momento in cui, queste diversità di vedute, verranno alla luce. E per evitare che il centrodestra possa approfittarne per rendere ancora più evidenti eventuali spaccature.

Che la minoranza si presenti in consiglio comunale con una mozione o un ordine del giorno sul tema ex Ilva, tentando di mettere sotto scacco gli avversari politici, è solo questione di giorni.

Autore
Genova24

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