Ex Ilva, Piciocchi e Salis sul futuro di Cornigliano: pressing sul governo, aperture sull’ipotesi forno elettrico
- Postato il 14 maggio 2025
- Copertina
- Di Genova24
- 1 Visualizzazioni


Genova. Il fermo dell’altoforno 1 all’ex Ilva di Taranto, con le ripercussioni sul processo di produzione negli stabilimenti nel Nord del Paese – tra cui Cornigliano – e la prospettiva di un aumento del ricorso alla cassa integrazione ma, soprattutto, la totale incertezza sul futuro del gruppo industriale (sono in atto le non semplici trattative di cessione agli azeri di Baku Steel) hanno nuovamente portato i sindacati a interrogarsi, e a interrogare la politica, sulle possibili soluzioni per rendere Genova più autonoma dal punto di vista della catena dell’acciaio.
L’ipotesi numero 1, su cui in passato avevano iniziato a ragionare sia gli enti locali, sia i commissari, è quella di un forno elettrico nelle aree della fabbrica.
E’ stata la Fiom, in particolare, a chiedere che in questa fase di campagna elettorale, siano coloro che si candidano a rivestire il ruolo di sindaco, dicano come la pensino su questa eventualità e a preoccuparsi dell’ex Ilva di Cornigliano. Abbiamo quindi rivolto la stessa domanda a Pietro Piciocchi e Silvia Salis, candidati di centrodestra e centrosinistra alle Comunali di Genova.
Piciocchi: “Acciaio asset strategico, disponibili a parlare di un forno elettrico”
“Quella dell’ex Ilva è indubbiamente una situazione che ci preoccupa moltissimo, è anche vero che si verifica in una fase di transizione che spero sia decisiva per dare un futuro a questa azienda e alla produzione di acciaio a Genova. Noi riteniamo che la produzione dell’acciaio sia un asset strategico nazionale”, afferma Piciocchi.
“Mi sembra che il governo in queste ore sia molto impegnato con Baku Steel – ha aggiunto il vicesindaco reggente – e mi pare di aver capito che i commissari si sono messi immediatamente all’opera per cercare di riattivare la produzione all’altoforno in maniera tale che non ci siano ripercussioni sul lavoro a Genova. Comunque ovviamente è una situazione che monitoreremo con grande attenzione. Poi è evidente che se sarò eletto sindaco questo sarà uno dei dossier più importanti su cui intenderò lavorare perché il Comune deve porsi autorevolmente col Governo per accelerare lo scioglimento di una riserva generale sul futuro di questo insediamento, la città deve avere delle risposte molto chiare, molto nette”.
Alla domanda se il Comune potrebbe dare manforte alla richiesta dei sindacati di realizzare un forno elettrico a Genova, Piciocchi risponde: “Penso che si possa parlare di tutto, assolutamente sì. Noi siamo interessati a che ci sia la produzione dell’acciaio. Chiaramente questo va fatto nel rispetto che dobbiamo avere verso i cittadini di Cornigliano – dice, ricordando una giunta itinerante a dicembre – le azioni, le proposte, le strategie devono essere molto chiare, devono essere condivise con il territorio, e chiaramente massima attenzione sempre rispetto alla tutela della salute pubblica ma è anche vero che oggi abbiamo delle tecnologie che ovviamente ci permettono di assicurare un equilibrio tra l’esigenza di una produzione industriale che noi vogliamo nella città e le esigenze di riqualificazione del territorio e della tutela ambientale dall’altro. Il Comune deve farsi garante di questo, questo è evidente”.
Salis: “Se sarò sindaca subito un tavolo per capire che tipo di investimento si vuole fare su Genova”
“Il futuro della siderurgia è un tema nazionale di forte impatto che ovviamente ha la sua ricaduta su Genova – ha dichiarato la candidata del centrosinistra Silvia Salis – io credo che, da sindaca, sarà importante aprire un tavolo col governo, con le istituzioni locali, con i lavoratori per capire, anche alla luce di quello che sarà il piano industriale di Baku Steel, quali sono i tipi di investimento si vogliono fare sul nostro territorio. Credo che questa sia l’urgenza che hanno tutti in questo momento, capire quale sia il tipo di investimento, il tipo di progetto che c’è su Genova”.