Ex Ilva, fumata nera a Roma. Sindacati pronti a riprendere i blocchi: “Più preoccupati di prima”
- Postato il 28 novembre 2025
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- Di Genova24
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Genova. Fumata nera dall’incontro sull’ex Ilva nella sede del ministero delle Imprese a Roma. Il Governo non torna indietro sul ciclo corto, la modalità produttiva che potrebbe portare allo stop agli impianti del Nord Italia. A Cornigliano resterebbero in attività 585 lavoratori, ma la produzione scenderebbe ai minimi, senza certezze su cosa accadrà in seguito. E i sindacati, considerate insufficienti le previsioni sulla ripartenza a pieno regime da marzo, sono pronti a riprendere la mobilitazione a Genova, probabilmente con le stesse modalità della settimana scorsa.
Presenti al tavolo anche il presidente ligure Marco Bucci e la sindaca di Genova Silvia Salis che attacca il ministro Urso e rilancia: “Ennesimo rinvio, è necessario che intervenga direttamente la presidenza del Consiglio per dare risposte concrete, garanzie pubbliche e tempi certi ai lavoratori e ai territori”. L’appuntamento era alle 15.00 per gli stabilimenti del Nord e un’ora dopo per il gruppo nel suo complesso. Le delegazioni tarantine hanno ottenuto di entrare in sala prima che fosse il loro turno, ma nel frattempo i genovesi si sono alzati e hanno abbandonato la riunione: prima la Fiom Cgil e la Uilm, poi anche la Fim Cisl.
“Abbiamo chiesto se sospendono il ciclo corto, nessuno ha risposto – riferisce Armando Palombo della Rsu Fiom Cgil -. Genova, che ha una capacità di un milione di tonnellate, fino ad oggi ne lavorava 270mila tra latta e zincato, cioè saturiamo il 27% degli impianti. Con lo scenario che ci hanno presentato sarebbe in funzione solo il 10%, perché rimarrebbe solo la latta con circa 100mila tonnellate. Non aumenterà la cassa integrazione e la formazione sarà solo per 70 persone. E tutti gli altri cosa faranno? La nostra preoccupazione aumenta ancora di più. Se è vero che a marzo ripartirà il secondo altoforno a Taranto, perché non viene ritirato il ciclo corto? Usciamo da qui più confusi di prima in una situazione di grande incertezza”.
Preoccupazioni condivise da Nicola Appice, delegato della Fim Cisl: “Hanno esordito dicendo che non vogliono fermare gli stabilimenti del Nord e che il ciclo corto sarebbe temporaneo. Poi però ha parlato il commissario Quaranta e si è messa peggio. Rispetto a quello che si poteva paventare è una mezza vittoria, perché a Genova si continuerà a lavorare sulla banda stagnata mentre Novi farà le zincature, ma non è stato detto esplicitamente che questo assetto sarà provvisorio fino a marzo, è stato solo lasciato intendere. Non c’è nessuna garanzia. La formazione sulla decarbonizzazione? Una sciocchezza. Dicono che il fermo degli impianti è utile per fare manutenzione, ma se non abbiamo pezzi di ricambio è inutile fermare la zincatura”.
E così si profila una nuova settimana caldissima sul fronte delle proteste. Il 19-20 novembre i lavoratori ex Ilva avevano mantenuto un blocco stradale a oltranza a Cornigliano, ottenendo la convocazione del tavolo su Genova. “Per lunedì abbiamo già indetto l’assemblea al mattino, spiegheremo ai lavoratori cosa ci siamo detti e riprenderemo la mobilitazione con le stesse modalità, chiedendo al governo di ritirare il ciclo corto e di mandare più acciaio al Nord: di 1,5 milioni di tonnellate prodotte a Taranto ne dovrebbero arrivare 500mila”, annuncia Palombo.
Urso: “Nessun piano di chiusura”
“Nessun piano di chiusura, anzi l’esatto contrario: attività di manutenzione indispensabili per garantire la continuità produttiva e raggiungere il massimo della capacità possibile, assicurando la piena sicurezza dei lavoratori. Ribadisco, inoltre, che non è previsto alcun ulteriore ricorso alla cassa integrazione, come già illustrato con estrema chiarezza nel corso dell’ultimo tavolo a Chigi”. È quanto ha affermato il Ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso nell’incontro a Palazzo Piacentini.
“Grazie al confronto con istituzioni locali e sindacati territoriali, i commissari straordinari sono potuti intervenire sulla programmazione delle manutenzioni recependo alcune delle loro richieste”, ha aggiunto il ministro.
Il ministero: “Renderemo disponibili aree ex Ilva a Genova per nuove attività industriali”
“Proseguono inoltre, come confermato dai commissari, i negoziati con i due player che hanno partecipato alla gara, estesi nelle ultime settimane a due nuovi soggetti industriali extra Ue che hanno manifestato interesse per l’ex Ilva – si legge nella nota del ministero -. Negoziati che, come previsto dal bando, porteranno anche a individuare e rendere disponibili le aree dell’ex Ilva non occupate da strutture o impianti produttivi, a Taranto come a Genova, così da favorire la localizzazione di nuove iniziative industriali. Su questo mi confronterò anche nelle prossime settimane con presidenti di Regione e sindaci – ha aggiunto Urso – perché più veloce è la decarbonizzazione, più diventa necessario investire subito nelle aree libere, favorendone la reindustrializzazione e creando nuove condizioni di occupazione sul territorio”.