Ex Cagliari Jankto si ritira, sui social i motivi del primo in A a fare coming out

  • Postato il 21 agosto 2025
  • Di Virgilio.it
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Dichiarò di essere gay due anni e mezzo fa, lasciando di stucco anche la sua ex moglie da cui aveva avuto un figlio. Fece rumore pubblicando la foto sui social di un bacio sotto il vischio assieme al suo compagno e oggi Jakub Jankto ha deciso di appendere gli scarpini al chiodo. Si ritira dal calcio giocato a soli 29 anni il talento originario della Repubblica Ceca, apprezzato in Italia con le maglie di Udinese, Ascoli, Sampdoria e Cagliari. Non è passato inosservato l’annuncio social del classe ’96, ricordato anche per essere stato il primo giocatore in Serie A a fare coming out. E ora, la scelta più difficile: dire basta dopo tanti infortuni e un percorso difficile, fra tabù sfatati e una famiglia da proteggere.

Jankto dice basta: l’emozionante messaggio e i motivi dell’addio

Quanto costa dire basta a 29 anni? Per un professionista, tanto. Forse, tantissimo. Alla soglia dei 30 anni, Jakub Jankto non è certo il primo a ritirarsi, sorprendendo tifosi e addetti ai lavori. Mediaticamente, il caso più importante vede ancora protagonista Marco Van Basten, che esattamente 30 anni fa fu costretto a fermarsi per via dei molteplici problemi alla caviglia, annunciando il tutto in una telegrafica conferenza stampa del 18 agosto 1995.

E con il “cigno di Utrecht”, probabilmente, l’unica cosa che ha in comune il ceco Jankto è proprio una caviglia malconcia. È questo uno dei due motivi principali che ha spinto l’ex Udinese ad interrompere anzitempo la sua carriera agonistica: “Ho ricevuto molti messaggi per sapere se continuo la mia carriera nel calcio. Purtroppo no – ha annunciato nelle sue Instagram Stories -. La ragione è semplice: ho subito un grave infortunio alla caviglia, che ha completamente danneggiato i legamenti. Ho provato a superare il dolore per tutto l’anno, ma purtroppo non sono riuscito a continuare e sentivo soltanto dolori forti. Non sono stato in grado di andare avanti e per questo ho deciso di lasciare il calcio professionistico”, ha spiegato il classe ’96.

Ma in fondo, c’è una motivazione ancora più importante. Ciò che lo ha spinto a fare ritorno nella sua Praga, per stare più vicino al piccolo David: “In ogni caso, la ragione principale è stata mio figlio, che non ho visto per molti mesi e con cui ho voluto stare vicino a Praga – ha spiegato Jankto -. Ho voluto cambiare la mia vita perché abbiamo una sola famiglia. Per questo ho deciso di restare a Praga e di dedicare tutte le mie esperienze ai bambini, incluso mio figlio. Grazie mille a tutti!”.

Lì, nella capitale della Repubblica Ceca, Jankto ha già intrapreso un nuovo percorso, restando nel mondo del calcio e dei settori giovanili. Aiutare a crescere i giovani, allontanando fantasmi e tabù, sempre concentrandosi sull’aspetto tecnico e rispettando compagni ed avversari. Sarà il Dukla Praga a beneficiare del suo lavoro nel corso dei prossimi mesi, senza dimenticare possibili collaborazioni con altre società in qualità di assistant coach, come si definisce nella sua Bio di Instagram.

Jankto, dal coming out ai tanti problemi con Sparta Praga e Cagliari

Dal coraggio nello sfatare uno dei più grandi tabù del mondo del calcio, spesso caratterizzato da maschilismo e misoginia, alle problematiche riscontrate nei mesi successivi. Non solo fisiche, chiaramente. Sì, perché i tanti infortuni avranno anche tormentato Jakub Jankto nel recente passato, ma non tutti hanno tenuto in considerazione ciò che parte degli utenti ha vomitato sui social dopo il coming out del giocatore ceco. E dietro una tastiera, si sa, c’è spazio davvero per tutti.

E da quel 13 febbraio 2023, all’indomani della vittoria dello Sparta Praga contro il Bohemians 1905, ne è passata di acqua sotto i ponti. Il video social, virale nel giro di pochi minuti, e le “conseguenze” di una mossa tanto sorprendente quanto naturale. Nel mezzo, le ultimissime apparizioni con i cechi e il trasferimento al Cagliari di Claudio Ranieri, che lo volle fortemente dopo averlo già allenato alla Sampdoria. E da lì, giù di polemiche, frecciatine e insulti social, fortunatamente oscurati da coloro che hanno apprezzato il gesto dello Jakub uomo e hanno allontanato con forza ogni forma di discriminazione.

Poi, ci sono i numeri, condizionati soprattutto dai tanti infortuni alla caviglia, che non si è mai pienamente ristabilita. Una manciata di minuti nell’ultima primavera con lo Sparta Praga, poi le 20 presenze tra Serie A e Coppa Italia con il Cagliari nella stagione 2024/25, fino ad arrivare all’intera annata ai box 2024/25. Un motivo in più per smettere, pur volendo fronteggiare le malelingue (italiane e non) che hanno provato ad associare il coming out al mancato impiego sul campo. Fosse così, del resto, ci sarebbe ben più di un semplice problema.

Jankto e quelle parole di Ranieri a Cagliari

Una carriera che si chiude dopo due stagioni complicate in Sardegna, terra per la quale Jankto ha speso sempre parole al miele, proprio come fece Claudio Ranieri con lui al momento del suo approdo a Cagliari. Dichiarazioni che fecero breccia nell’animo di molti e che tracciarono un solco rispetto ad un passato in cui tanti facevano fatica a prendere posizione.

E in pieno “stile Ranieri”, Sir Claudio non si lasciò certo superare dai beceri commenti sparsi in giro per il web a margine dell’ufficialità: “L’ho toccato spesso con mano e la mamma degli ignoranti è sempre incinta. Può darsi che ci sarà qualche idiota che dirà qualcosa, ma bisognerà andare oltre – precisò all’epoca l’ex manager del Leicester -. Proteggere Jankto? Credo che un ragazzo che ha fatto quello che ha fatto lui sia già forte dentro.

Andare oltre, soprattutto in un mondo così: “Non ho fatto valutazioni che non fossero quelle di un bravo giocatore, intelligente, adatto al mio progetto, serio, disponibile, gran professionista – specificò in conferenza stampa Ranieri –. Queste sono le cose che io guardo in un giocatore, altre cose a me non interessano. So che è un ragazzo d’oro, quando gli spieghi le cose cerca di metterle in pratica. Poi come tutti può fare bene o male”.

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Virgilio.it

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