Eurovision Song Contest, cambiano le regole dopo le polemiche sui voti per Israele del 2025. Il direttore Green: “Il concorso non deve essere strumentalizzato”

  • Postato il 21 novembre 2025
  • Musica
  • Di Il Fatto Quotidiano
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Nuove regole che serviranno a rafforzare “la fiducia, la trasparenza e il coinvolgimento del pubblico”. Dopo le polemiche sui voti raccolti da Israele nella kermesse del 2025, l’Unione Europea di Radiodiffusione (EBU) è corsa ai ripari, svelando alcuni aggiornamenti su tutto il sistema per l’Eurovision Song Contest 2026, in programma a Vienna dal 12 al 16 maggio. “Stiamo adottando misure chiare e decisive per garantire che il concorso rimanga una celebrazione della musica e dell’unità. Deve rimanere uno spazio neutrale e non essere strumentalizzato”, ha dichiarato il direttore della manifestazione Martin Green.

Le novità del 2026

Tra le principali novità per la competizione del prossimo anno, anche una per la promozione dei brani. Si “scoraggiano campagne promozionali sproporzionate, in particolare quando intraprese o supportate da terze parti, inclusi governi e agenzie governative”, si legge nel comunicato dell’EBU. Alle emittenti e agli artisti non sarà dunque consentito contribuire a campagne che potrebbero influenzare l’esito del voto. E proprio sulla possibilità del pubblico di televotare, il numero massimo di preferenze passa da 20 a 10.

Un’altra modifica riguarda le giurie professionali con esperti di musica che, per la prima volta dal 2022, torneranno durante le semifinali, creando una suddivisione del 50% tra i voti della commissione e del pubblico. Secondo quanto spiegato dall’EBU, “questa modifica mira a favorire un equilibrio musicale ottimale e la diversità dei brani che si qualificano per la finale, garantendo che le canzoni di alta qualità con ampi meriti artistici vengano riconosciute insieme a quelle di grande appeal popolare”.

Il numero di giurati passa da 5 a 7, con la possibilità di essere nominati per giornalisti e critici musicali, insegnanti di musica, coreografi e registi teatrali e personalità esperte dell’industria musicale. Per abbracciare un target di fan più ampio possibile, almeno due tra i giurati dovranno avere tra 18 e 25 anni. Infine, l’EBU ha specificato che continuerà a collaborare con lo storico partner di voto “Once” per migliorare la sicurezza del concorso, con sistemi che “rilevano e prevengono attività di voto fraudolente o coordinate e rafforzano il monitoraggio di modelli sospetti”.

Le modifiche dovute ai voti per Israele

Anche se non esplicitato direttamente e nonostante le parole di Green, che ha assicurato “un risultato valido e solido nel 2025”, le nuove modifiche sono state pensate per le polemiche che il secondo posto di Israele (rappresentato da Yuval Raphael con la ballatola “New day will rise”) ha scatenato lo scorso maggio a Basilea. Per le giurie, lo Stato Ebraico aveva raccolto solo 60 punti, classificandosi 15esimo su 26 Paesi. Risultato completamente ribaltato dal televoto, con cui l’artista sopravvissuta al massacro di Hamas del 7 ottobre aveva totalizzato 297 punti. Secondo il Times of Israel, i cambiamenti al regolamento in vista di Vienna sarebbero un segnale di apertura per consentire a Israele di prendere parte alla kermesse.

L’assemblea generale di dicembre

Tutti gli aggiornamenti al voto sono stati approvati dal Reference Group, l’organo di governo dell’Eurovision che rappresenta le emittenti dei vari Paesi. A dicembre, durante l’assemblea generale dell’EBU, ai membri sarà chiesto di valutare le nuove misure e decidere se siano sufficienti a placare le loro preoccupazioni, senza votare però sulla partecipazione. L’elenco completo di chi sarà presente in Austria il prossimo maggio sarà rivelato prima di Natale.

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Il Fatto Quotidiano

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