Europa Verde Liguria: “Basta deroghe: storni e fringuelli meritano protezione, non il piombo”
- Postato il 14 giugno 2025
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- Di Il Vostro Giornale
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Liguria. “Ancora una volta, l’Italia si trova al centro di un dibattito acceso e controverso che riguarda la gestione della fauna selvatica, in particolare la proposta di deroga all’abbattimento di storni e fringuelli. Una scelta che solleva non poche perplessità, soprattutto alla luce delle pesanti sanzioni già subite dal nostro Paese per l’abuso delle deroghe ai regolamenti europei in materia di protezione della fauna. È tempo di dire basta a queste politiche miopi e di adottare un approccio più responsabile e sostenibile”, lo afferma Europa Verde Liguria.
“Un precedente scomodo e costoso. Non è un mistero che l’Italia abbia un lungo e infelice curriculum di infrazioni in materia ambientale. Le continue violazioni delle direttive europee sulla conservazione degli uccelli selvatici, come la Direttiva Uccelli (2009/147/CE), ci sono già costate milioni di euro in multe e procedure d’infrazione. Questi fondi, invece di essere utilizzati per la conservazione e la tutela del nostro patrimonio naturale, come sarebbe necessario anche alla luce del recente Regolamento per il ripristino della natura (Nature Restoration Law), sono stati dispersi a causa di decisioni politiche che hanno privilegiato interessi particolari a discapito della salvaguardia della biodiversità.
La proposta di reintrodurre la possibilità di abbattere storni e fringuelli, specie protette dalla legislazione europea, rientra in questo schema già visto e fallimentare. Si cerca di giustificare tali deroghe con presunti danni all’agricoltura o con la necessità di “gestire” le popolazioni, ma spesso mancano dati scientifici robusti a supporto di tali argomentazioni. Al contrario, esistono metodi alternativi, non letali e più efficaci, per prevenire i danni alle colture, come l’utilizzo di dissuasori acustici, reti protettive o la messa a dimora di colture attrattive che deviano gli uccelli”, aggiungono.
Storni e fringuelli: specie da proteggere, non da cacciare
Gli storni e i fringuelli non sono semplici “nocivi” da eliminare, ma componenti vitali degli ecosistemi. Gli storni, ad esempio, svolgono un ruolo importante nel controllo degli insetti, contribuendo alla salute delle colture. I fringuelli, come molte altre specie di passeriformi, sono indicatori della salute ambientale e contribuiscono alla dispersione dei semi, favorendo la rigenerazione della vegetazione.
La loro protezione non è un capriccio, ma una necessità ecologica e un obbligo legale. La Direttiva Uccelli impone agli Stati membri di adottare misure per mantenere o ripristinare le popolazioni di tutte le specie di uccelli selvatici a un livello soddisfacente dal punto di vista ecologico. Le deroghe a questa protezione sono ammesse solo in circostanze eccezionali e ben motivate, quando non esistono alternative soddisfacenti e la deroga non pregiudica il mantenimento in buono stato di conservazione della popolazione interessata. Condizioni che, nel caso di storni e fringuelli, appaiono difficilmente dimostrabili.
Un futuro sostenibile senza deroghe abusive
È fondamentale che l’Italia inverta la rotta. Non possiamo continuare a ignorare gli avvertimenti e le sanzioni dell’Unione Europea, né tantomeno sacrificare la nostra fauna selvatica in nome di presunte emergenze che spesso celano interessi venatori o una gestione obsoleta e irresponsabile.
Chiediamo un impegno concreto da parte delle istituzioni per:
• Rispettare rigorosamente la legislazione europea in materia di protezione della fauna selvatica, evitando l’abuso delle deroghe.
• Investire in ricerca scientifica per comprendere appieno l’impatto di storni e fringuelli e sviluppare metodi di gestione non letali ed efficaci.
• Promuovere la coesistenza tra attività umane e fauna selvatica attraverso l’educazione e l’adozione di pratiche agricole sostenibili.
• Destinare le risorse economiche non alle sanzioni, ma alla tutela della biodiversità e alla conservazione degli habitat naturali.
La protezione di storni e fringuelli, e di tutta la nostra fauna selvatica, è un investimento nel futuro del nostro Paese e nella salute del nostro pianeta. È tempo di abbandonare le deroghe dannose e di abbracciare un approccio che valorizzi e protegga la ricchezza della nostra biodiversità.
Al di là di tutte le possibili ragioni di utilità, opportunità, equilibrio dell’ecosistema, naturalmente fondamentali, esiste un altro piano: quello che la natura esprime e ci dona in termini di bellezza, armonia, sintonia con e fra i viventi. Non vogliamo che i boschi diventino muti. L’uomo non deve assoggettare la natura ma imparare finalmente a vivere in armonia.