Europa nel mirino, il 2024 anno nero tra terrorismo e attacchi antisemiti. Un report
- Postato il 16 aprile 2025
- Di Il Foglio
- 2 Visualizzazioni

Europa nel mirino, il 2024 anno nero tra terrorismo e attacchi antisemiti. Un report
Il 2024 ha rappresentato una brusca inversione di tendenza per l’Europa sul fronte del terrorismo. Secondo il Global Terrorism Index 2025 del think tank australiano Institute for Economics & Peace, gli attacchi terroristici nel continente sono raddoppiati in un solo anno, passando da 34 nel 2023 a 67 nel 2024. Sette paesi occidentali – tra cui Germania, Svezia, Paesi Bassi e Svizzera – salgono tra i 50 più colpiti al mondo. È il peggior bilancio dal 2017 e una dimostrazione chiara del ritorno di una minaccia che si credeva sotto controllo.
A fare da spartiacque, il pogrom del 7 ottobre 2023 scatenato da Hamas contro Israele e la conseguente escalation a livello regionale. Ma l’effetto domino è stato evidente, con ripercussioni anche in Occidente, dove sono aumentati nettamente gli episodi di violenza e di odio, in particolare contro le comunità ebraiche.
In Europa, l’indice ha registrato un’impennata degli attacchi antisemiti, che comprende anche numerosi attentati contro sinagoghe e centri culturali ebraici, soprattutto in Francia, Germania e nei Paesi Bassi. Il report evidenzia inoltre che il 31 per cento degli attacchi terroristici avvenuti in Occidente nel 2024 ha avuto una motivazione antisemita o anti-Israele. Anche se molti di questi episodi non hanno causato vittime, il segnale è chiaro: l’antisemitismo è tornato a essere un veicolo di radicalizzazione e violenza.
I numeri sono allarmanti anche oltre l’Atlantico: negli Stati Uniti, i crimini d’odio contro la comunità ebraica registrati dall’FBI sono aumentati del 270 per cento nei soli due mesi successivi allo scoppio della guerra a Gaza. Una tendenza simile si è vista anche in Australia, con attacchi contro sinagoghe e istituzioni ebraiche segnalati in tutto il paese (l’Australia ospita la più grande percentuale di sopravvissuti all’Olocausto al di fuori di Israele).
Il ritorno del terrorismo in Europa si inserisce in un contesto più ampio di radicalizzazione giovanile e disinformazione online. Il GTI 2025 sottolinea come molti degli attacchi siano stati perpetrati da “lupi solitari", giovani – spesso adolescenti – radicalizzati attraverso contenuti estremisti diffusi su forum online, piattaforme di gaming e app di messaggistica criptate. In Europa, un arrestato su cinque per terrorismo è oggi un minore.
La Germania, che ha registrato un netto peggioramento nella classifica dell’impatto del terrorismo (27° posto, la peggiore posizione tra i paesi occidentali), è uno dei sette stati occidentali entrati nella top 50 dei più colpiti dal terrorismo. Gli altri sono Svezia, Australia, Finlandia, Paesi Bassi, Danimarca e Svizzera – tutti paesi che negli anni precedenti non avevano registrato attacchi di rilievo.
Se a livello globale le morti per terrorismo sono in calo (7.555 nel 2024, meno 13 per cento rispetto all’anno precedente), questo dato è fortemente influenzato dal picco del 2023 dovuto all’attacco del 7 ottobre. Senza quell’evento, il numero di morti nel 2024 sarebbe stato il più alto dal 2017. E mentre il numero complessivo di attacchi nel mondo è calato del 3 per cento, escludendo il caso particolare del Myanmar si osserva in realtà un incremento dell’8 per cento.
La principale minaccia globale resta il jihadismo, nonostante circostanze specifiche come la Grecia (con un forte terrorismo di estrema sinistra) o gli Stati Uniti (colpiti dal jihadismo ma con un'ala di estrema destra molto attiva che, dal 2007, ha compiuto 58 attacchi). Lo Stato islamico e i suoi affiliati sono rimasti il gruppo più letale, responsabili di oltre 1.800 morti in 22 paesi. Anche Hamas e il Fronte d'Appoggio all'Islam e ai musulmani (che opera tra Mali, Burkina Faso e Niger) hanno aumentato la loro operatività, mentre nuove minacce emergono da attori come l’ISIS-Khorasan, ramo afghano dello Stato islamico, capace di colpire in Russia, Iran e persino pianificare attentati in Europa e negli Stati Uniti, come dimostrano i piani sventati per colpire le Olimpiadi di Parigi e il concerto di Taylor Swift a Vienna.
Il terrorismo del 2024 mostra un volto ibrido: sempre più decentralizzato, ideologicamente fluido, alimentato da odio religioso, marginalizzazione sociale e algoritmi digitali. L’Europa, in particolare, si trova ora a fare i conti con una minaccia che ritorna – diversa, ma non meno pericolosa – nel cuore delle sue società. Il terrorismo non è più una questione di guerre lontane. È un sintomo dell’instabilità interna delle democrazie, dei vuoti di senso e di appartenenza. È anche il risultato di una radicalizzazione che sfrutta i conflitti internazionali e si muove dentro le faglie dell’Occidente. Gli attacchi antisemiti ne sono il termometro più evidente.
Continua a leggere...