Europa, la piazza (e le tre bandiere) del centrosinistra diviso
- Postato il 15 marzo 2025
- Di Agi.it
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Europa, la piazza (e le tre bandiere) del centrosinistra diviso
AGI - Un'unica piazza per un centrosinistra diviso. E una, anzi, tre bandiere. Insieme al blu 'stellato' dell'Ue anche i colori della pace oltre ai vessilli dell'Ucraina. Come a sottendere le diverse sensibilità politiche sul piano di riarmo votato a Strasburgo. Tutti i leader dei partiti di minoranza - eccetto Giuseppe Conte - saranno in piazza del Popolo a Roma per aderire all'appello lanciato sulle colonne di Repubblica da Michele Serra e poi accolto da una folta schiera di sindaci, associazioni e personaggi del mondo dello spettacolo.
Non ci sarà il presidente M5s (nettamente contrario al piano della Commissione Ue) determinato a non salire sopra a "un'amaca piena di bombe", ha detto citando una vignetta di Vauro. Presenti, salvo cambi dell'ultima ora, Elly Schlein (Pd), Carlo Calenda (Azione), Matteo Renzi (Italia viva), Riccardo Magi (Più Europa) e il 'tandem' Bonelli-Fratoianni (Avs). "Più diplomazia", "no alla corsa al riarmo dei singoli Stati", "sì a un'Europa libera, forte e armata": ogni capo partito calcherà una mattonella per 'farsi spazio' e rivendicare la propria idea di Europa, di difesa comune e per indicare la strada migliore per ottenere la pace a Kiev.
Il tutto in un contesto in cui l'ombrello di protezione degli Stati Uniti con la nuova amministrazione Trump - (unica) tesi comune tra i leader delle minoranze - sembra non più così aperto. Un'amaca, tuttavia quella del giornalista di lungo corso, 'bucherellata' dalle spaccature interne non solo al centrosinistra ma anche al Pd, partito traino dell'opposizione. Così la piazza per l'Europa sarà anche un cumulo di distinguo tra le forze che non sostengono l'esecutivo.
Spaccature interne al Partito Democratico
Il Partito Democratico si presenterà spaccato tra i 'fedeli' alla linea del Nazareno contro il piano di riarmo (su cui si sono astenuti) proposto dalla von der Leyen e i riformisti - compreso il presidente del Pd, Stefano Bonaccini - che hanno votato invece a favore in scia con il Pse. "La difesa comune per noi è una cosa ben diversa dal riarmo dei singoli 27 Stati membri", è la 'piazza' della segretaria dem consapevole della necessità di "un chiarimento" interno al partito.
Una manifestazione 'liquida' che fa poi da sponda ad un inedito 'asse' tra Calenda-Magi-riformisti dem: i segretari di Azione e di Più Europa, infatti, poche ore prima del maxi ritrovo in piazza del Popolo, saranno alla presentazione dell'appello "Per una Europa libera e forte" lanciato proprio dalla vicepresidente dem del Parlamento Europeo, tra le più convinte sostenitrici del Libro Bianco sul futuro della difesa Ue. In piazza, gli esponenti di Azione e Più Europa sfileranno insieme alle comunità ucraine e georgiane.
Bene il microfono negato ai politici ma "sarebbe davvero assurdo avere una sfilata di artisti e intellettuali senza dare voce a chi combatte per la propria libertà e vuole disperatamente entrare in Europa", spiegano Magi e Calenda. "Non lasceremo l'Europa ai 'pacifinti'", rivendica poi il leader di Azione. Accompagnati dalle bandiere della pace saranno Bonelli e Fratoianni. Per un'Europa forte che "costruisca diplomazia" e che dovrà puntare su welfare, sanità pubblica "non sulle armi", rivendica il co-portavoce di Europa Verde.
Critiche a von der Leyen
Ancora diverso l'approccio di Matteo Renzi che ha definito von der Leyen "un'algida burocrate incapace di fare progetti a lungo termine". "Chi dice che le armi non servono e inneggia al 'peace and love' vi prende in giro: è un populista. Ma anche - rimarca il leader di Italia viva - chi dice armiamoci e arriviamo a Mosca è folle. Gli 800 miliardi mirabolanti di Ursula von der Leyen servono alla presidente per stare sui giornali. Ma anche questa cifra è poco credibile. È un numero per gasare i tifosi, non per fare un progetto serio". Diverse 'piazze politiche' compresse in un unico spazio. E dopo la manifestazione di domani il 'test' si sposterà - anche per il centrosinistra - in Parlamento con le mozioni per le comunicazioni di Giorgia Meloni in vista del Consiglio europeo della prossima settimana a Bruxelles.
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