Eurolega, Mike James punisce la Virtus nel finale. L'Efes di Banchi infierisce su un'Olimpia ai minimi termini
- Postato il 23 gennaio 2025
- Di Virgilio.it
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Milano sprofonda, Bologna si butta via. È il film di un’altra serata amara di Eurolega, ma con umori abbastanza contrapposti. Perché l’Olimpia in riva al Bosforo subisce una ripassata epica (110-66) dall’Efes di Luca Banchi, che interrompe una serie nera dei turchi che durava da 5 giornate. La Virtus invece per tre quarti e mezzo è pressoché perfetta contro Monaco, poi si butta via sul più bello e ancora una volta paga dazio nel finale, andando incontro a un ko. per 86-80 che per come stavano girando le cose a metà partita non era affatto scontato.
- Bologna ci prova, ma Mike James sembra "l'altro" MJ
- Caporetto Olimpia, asfaltata dall'Efes di Banchi (-44)
- Messina non cerca scuse: "Serve ritrovare fiducia"
Bologna ci prova, ma Mike James sembra “l’altro” MJ
Alla fine Dusko Ivanovic c’è rimasto male: perché ha visto giocare a Bologna una delle partite migliori, alle quali però (come spesso capitato in stagione) è mancato il guizzo finale. Con Monaco che ha ribaltato le cose nell’ultimo quarto, riuscendo a spuntarla in una volata punto a punto che ha presentato un conto salato alla Segafredo.
Finché Shengelia e Cordinier hanno dettato legge su entrambi i lati del campo, con Belinelli ispirato anche nei momenti più delicati (sue le triple che hanno provato a evitare in un primo momento la fuga degli uomini del Principato), la Virtus ha tenuto botta a una delle versioni meno appariscenti di James e compagni. Mike però ha giocato la solita partita tutta all’attacco (24 punti, anche se solo 6/18 dal campo), condita da 9 tiri andati a segno dalla lunetta che hanno fatto la differenza nel finale di partita.
Bologna ha avuto percentuali nettamente migliori dall’arco (13 triple rispetto alle 5 degli ospiti), ma ha cannato clamorosamente nel pitturato, segnando appena 9 canestri in area rispetto ai 26 dei ragazzi di Spanoulis. Di più: la Virtus l’ha spuntata sia a rimbalzo (34-31), sia nel computo degli assist (18-16), ma le 4 palle perse in più alla fine hanno pesato. L’86-80 finale somiglia a una punizione eccessiva, ma a questi livelli sono sempre i dettagli a fare la differenza.
Caporetto Olimpia, asfaltata dall’Efes di Banchi (-44)
Luca Banchi ha impiegato poco tempo a prendere le chiavi di casa all’Efes: Milano rappresentava un test bello probante e l’ex tecnico della Virtus (nonché della stessa Olimpia, anche se è storia vecchia di 10 anni ormai) l’ha superato a pieni voti. Dominando in area e obbligando Messina a cercare soluzioni (senza trovarle) per provare a rincorrere le bocche da fuoco turche.
L’Efes l’ha messa sul ritmo e sulla transizioni ad ogni costo, Milano non è riuscita a reggere l’impatto, faticando a trovare soluzioni tanto dall’arco, quanto soprattutto in area (5 stoppate subite solo nel primo quarto: una mattanza non facile da prevedere). L’Olimpia, già sconfitta la settimana scorsa dal Partizan, vede complicarsi e non poco la strada verso i play-off diretti: le assenze di Mirotic, Nebo e Diop non bastano per giustificare il 110-66 finale, nel quale sono racchiusi due record negativi (66 punti segnati come minimo europeo in stagione, -44 come passivo più ampio) e la sensazione di una squadra che ha perso completamente la bussola.
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“L’Efes c’ha distrutto, stava meglio e si è visto sin dalla palla a due”, ha commentato Ettore Messina. “Vero che in questa fase della stagione la sfortuna continua a colpire duramente il nostro roster, visto che lamentiamo sempre tanti assenti. La squadra ha perso fiducia, a me e al mio staff il compito di ridarle slancio, perché quando eravamo in salute, anche se con tante assenze, riuscivamo a esprimerci bene e a vincere. È un momento delicato ma dobbiamo uscirne in fretta”.
Detto che l’Efes veniva da una sequenza di cinque ko. di fila, in una serata da 20/35 dall’arco la vittoria ha assunto proporzioni inimmaginabili: Beaubois, Osmani, Larkin, Smits e Dozier hanno infilato a più ripresa la difesa dell’EA7, mai così rinunciataria e incapace di opporre resistenza come quella vista all’opera nella serata di Istanbul.