EuroBasket, l'Italia al bivio Slovenia: Doncic lo spauracchio, Poz chiede di rivedere i migliori Melli e Fontecchio
- Postato il 5 settembre 2025
- Di Virgilio.it
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Non esistono più le mezze stagioni… ma a quanto pare neppure le mezze misure. Della serie: quando vai male ti becchi le più forti, quando vai bene ti becchi… le più forti. Destino avverso per un’Italia che, seppur chiudendo alle spalle della Grecia nel girone “della morte” di EuroBasket (che infatti ha mietuto una vittima che più illustre non si poteva, cioè la Spagna campione in carica), si ritrova ora nella parte di tabellone più difficile che si potesse congegnare. Roba che se le 4 vittorie di fila messe assieme nel girone hanno fatto stropicciare gli occhi a più d’uno, adesso serviranno imprese ancora superiori per spedire le vele in zona medaglie.
- Luka Doncic è il pericolo pubblico numero uno
- Una Slovenia più operaia, ma comunque da temere
- Italia, servono Fontecchio e Melli tirati a lucido. E Niang...
Luka Doncic è il pericolo pubblico numero uno
La prima fermata è posta in quota Slovenia, che poi fa rima soprattutto con Luka Doncic. Che è tornato da questa parte dell’oceano per provare a spingere nuovamente la piccola nazione incastonata tra Alpi e Balcani verso quel sogno continentale già coronato con successo nel 2017.
Sin qui Luka Magic ha fatto debitamente il suo: 32.4 punti, 8 ribalzi e 8.4 assist di media nelle 5 gare disputate, dove però i suoi compagni spesso e volentieri l’hanno lasciato un po’ troppo solo, tanto che la Slovenia s’è qualificata come terza in un girone dove c’erano Francia (e fin qui poco da eccepire, anche se mancano tante stelle a roster tra i transalpini e s’è fatto male pure Sarr), Polonia e Israele, oltre a Belgio e Islanda.
Insomma, niente di così trascendentale: è stata proprio la vittoria su Israele (con 37 punti di Doncic) all’ultima giornata ad aver rimesso a posto un po’ di cose, consentendo ai balcanici di evitare un incrocio durissimo con la Grecia negli ottavi.
Una Slovenia più operaia, ma comunque da temere
Fermare Doncic è un problema per chiunque, ma fermare i compagni di Doncic potrebbe rivelarsi meno complicato. Intanto perché mancano due pedine che avrebbero potuto rivelarsi assai più difficili da arginare, leggi Vlatko Cancar e Josh Nebo (con annesse polemiche per il mancato nullaosta dato dall’Olimpia Milano: Doncic non le ha mandate a dire…).
Nello starting five ci sono però elementi come Klemen Prepelic e Gregor Hrovat che hanno dimostrato di stare bene e di saper offrire un contributo rilevante. C’è anche e soprattutto Alen Omic, che viaggia a 8.6 rimbalzi a partita e che sotto canestro è un riferimento notevole (e l’Italia, si sa, a lunghi è messa così così, anche se Diouf ha alzato il livello).
Muric e Nikolic sanno prendersi le loro responsabilità, ma contro una difesa forte come quella italiana potrebbero fare fatica. L’antifona è presto detta: quanto “sacrificare” i mancati raddoppi su Doncic per prediligere una maggiore attenzione sul perimetro? Pozzecco sa che molte delle nostre fortune passano da qui.
Italia, servono Fontecchio e Melli tirati a lucido. E Niang…
Chiaro però che poi l’Italia dovrà anche metterci del suo. Perché Fontecchio sin qui s’è acceso solo una serata, quella contro la Bosnia (dica 39), e perché le condizioni non al top di Niang potrebbero rivelarsi un fardello pesante da dover sostenere, pensando all’incredibile contributo offerto nelle prime 4 serate di EuroBasket. L’Italia non potrà prescindere dal miglior Melli, e forse per qualche minuto anche del miglior Gallinari, che con Cipro ha ritrovato un po’ di feeling con il campo.
Se i bookmakers danno l’Italia favorita (seppur di poco) un motivo deve pur esserci: la seconda unit sin qui è quella che ha cavalcato le rimonte e gli allunghi nei momenti decisivi delle partite, e ripartire da quelle certezze (con Thompson ormai pienamente a regime, Spissu e Ricci sempre sul pezzo e anche il redivivo Procida a dare una mano) è l’unica cosa che conta.
I problemi semmai verranno dopo, quando ci sarà da affilare le armi contro la Germania, sin qui (per distacco) la squadra che ha convinto di più e che pertanto ha le maggiori aspirazioni di titolo. Lì la fortuna non ha aiutato: vincere il girone (o finire quarti) ci avrebbe consentito di arrivare nella parte “buona” del tabellone. Invece ci siamo ritrovati dalla “parte sbagliata” con Slovenia, Germania, Serbia e Francia. Vero che per arrivare all’oro bisogna comunque battere tutti, ma se intanto altre big si fossero scornate tra di loro mica sarebbe stato un problema…