Euro spese fuori di testa: il bilancio UE 2026 esplode tra stipendi, viaggi e maxi indennità
- Postato il 1 novembre 2025
- Di Panorama
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Da 12,8 a 13,4 miliardi di euro. Basta questo dato per capire quanto cresceranno le spese della macchina europea l’anno prossimo. Parliamo dei costi della pubblica amministrazione comunitaria, e dunque di tutte le varie istituzioni Ue, dal Parlamento alla Commissione passando per il Consiglio. Un incremento di spesa – dal 2025 al 2026 – imponente, che ammonta a oltre mezzo miliardo di euro. La cifra risalta dalle migliaia di pagine che compongono i bilanci di previsione Ue e che Panorama ha letto in anteprima. Scorrendo documenti e file, appare immediatamente chiaro un elemento: da qualunque lato si guardino i conti, la mastodontica macchina europea costerà di più ai cittadini, seguendo un trend che dura ormai da anni. Basti pensare che nel 2021 la stessa «pubblica amministrazione» costava nel suo complesso poco più di 10 miliardi. L’anno prossimo la spesa, come abbiamo visto, salirà di oltre tre.
Ma è entrando nel dettaglio che si resta senza parole. A cominciare, manco a dirlo, dalla spesa per i membri del Parlamento. Nel 2026 per la voce «persone appartenenti all’istituzione» tra deputati, personale interno e collaboratori vari se ne andranno ben 1,5 miliardi di euro, contro l’1,4 speso quest’anno. Una valanga di soldi in più nel giro di soli dodici mesi.
All’interno del capitolo ovviamente rientrano, tra le altre cose, le indennità dei 720 eletti che da sole l’anno prossimo assorbiranno 100,9 milioni (contro i 96,1 del 2025), ma anche i rimborsi di viaggio (oltre 80 milioni) e le spese «connesse alle attività parlamentari dei deputati» (altri 44,3 milioni). D’altronde dev’essere parecchio estenuante lavorare al Parlamento europeo se soltanto per «missioni e spostamenti del personale fra i tre luoghi di lavoro», e dunque le tre sedi di Bruxelles, Strasburgo e Lussemburgo, sono stati previsti per il 2026 costi pari a 29,4 milioni di euro. Peraltro non si capisce perché nel 2025 la spesa per la stessa voce fosse 28,8 milioni e, addirittura, nel 2024 si fermasse a 21. Anche perché, si presume, la strada è sempre la stessa (e il prezzo della benzina è sceso).
C’è altro. Affinché agli eletti non manchi proprio nulla neanche al termine della loro esperienza da parlamentare, sono già conteggiate, nonostante la fine della legislatura sia prevista nel 2030, le «indennità transitorie» (nel 2026 verranno accantonati 2,2 milioni), destinate – si legge nel corposo bilancio – a coprire proprio le esigenze di «fine mandato». Casomai non dovessero trovare lavoro.
Nessuno dimentichi, poi, la presidente Roberta Metsola: in bilancio sono iscritti anche 219 mila euro (quest’anno erano 212 e nel 2024 “appena” 205) destinati a coprire esclusivamente le indennità forfettarie di soggiorno e di rappresentanza della maltese. Una cifra che si somma all’indennità standard di cui godono tutti gli eletti, pari a circa 9 mila euro mensili.
In mezzo poi ad assicurazioni, pensioni e chi più ne ha più ne metta, spuntano anche 250 mila euro per «corsi di lingua e informatica». Ma affinché l’attività parlamentare venga svolta nel migliore dei modi ci sono i cosiddetti “portaborse”, gli assistenti dei singoli deputati. Il fondo è a dir poco mastodontico: parliamo di 279 milioni stanziati nel 2026, contro gli attuali 263: ben 16 milioni in più. C’è da sorprendersi? Niente affatto. Come si legge sul sito istituzionale, già per l’anno in corso «l’importo massimo messo a disposizione di ciascun deputato per tutte le spese relative al personale è fissato a 30.769 euro mensili», ed ecco fatti i conti.
Interessante, poi, che ci si preoccupi anche di rinsaldare i rapporti umani. Il Parlamento europeo destina 290 mila euro per le «relazioni sociali tra i membri del personale». Al di fuori della definizione tecnica, si tratta delle sovvenzioni ai club e circoli sportivi e culturali del personale, nonché per «contribuire al costo di una struttura permanente d’incontro (per attività culturali, sportive, ricreative, di ristorazione) da utilizzare nel tempo libero». Per tenersi in forma e scampare alla routine della vita nelle istituzioni. Nessuno dimentichi, poi, gli ex parlamentari: nel plafond delle uscite sono iscritti anche altri 630 mila euro destinati a finanziare i costi di riunione dell’Associazione degli ex deputati del Parlamento europeo.
Al di là degli eletti, passati e presenti, imponenti però sono anche i costi di gestione. Il solo mantenimento delle tre sedi pesa sui conti una cifra pari a 250 milioni di euro (ben 5 milioni in più in bilancio rispetto a quest’anno), cui si aggiungono ulteriori 31 milioni per saldare affitti vari.
Non che le altre istituzioni siano da meno. Anzi, il vero centro di spese è la Commissione europea che, come noto, detiene il potere esecutivo in Ue. L’organo guidato da Ursula von der Leyen è un concentrato di uscite di ogni tipo. Scorrendo i capitoli di spesa, infatti, scopriamo che alla voce «Stipendi, indennità e assegni fissi legati agli stipendi dei membri dell’istituzione» sono stati stanziati 13,4 milioni di euro. Una cifra a dir poco clamorosa considerando che sono 27 i commissari. Eppure a ben vedere lo stanziamento coprirà praticamente ogni necessità, anche remota. Nella documentazione, infatti, c’è scritto che la voce di spesa è sì per «gli stipendi base dei membri della Commissione», ma anche per «le indennità di residenza dei membri», «gli assegni di famiglia», «l’assegno per figlio a carico», «l’indennità scolastica». E già che ci siamo pure un’ulteriore indennità «di rappresentanza» e, non si sa mai, anche un eventuale assegno «per la nascita di un figlio». E chi invece i figli già ce li ha? Nessun problema. Anche per il 2026 è stato previsto un fondo ad hoc per le «strutture di infanzia»: ben 5,9 milioni di euro con cui si intende coprire non solo i costi scolastici, ma anche eventuali «puericultrici», «doposcuola, i centri di vacanza e le colonie diurne organizzati dai servizi della Commissione».
L’attenzione e la cura per i commissari e per chiunque lavori all’interno della Commissione d’altronde è altissima. Basti pensare che per il solo «servizio medico» se ne andranno 5,3 milioni di euro. E chi è arrivato già al termine del suo mandato? Nessuna paura. Nonostante si faccia un gran parlare dei vitalizi d’oro del Parlamento italiano, a ben vedere le maxi-pensioni sono a Bruxelles. Per il 2026 sono stati iscritti a bilancio 14,2 milioni per le pensioni degli ex membri della Commissione europea (contro gli 11,7 del 2025) e 24,2 milioni per gli ex euro-parlamentari (contro i 22,1 del 2025). In entrambi i casi, un aumento di due milioni e passa per ciascuna categoria nel giro di un solo anno. Chapeau.