Eu Ets, i proventi dello scambio di quote di emissione di gas serra sono una buona occasione per aiutare i consumatori

di Francesca Bellisai e Costanza Scano, Ecco Think Tank

Cos’è l’EU ETS? Il sistema europeo per lo scambio di quote di emissione di gas serra (EU Emissions Trading System), meglio conosciuto come EU ETS, introduce un prezzo sulle emissioni di questi gas. Attivo dal 2005, inizialmente per il solo settore elettrico e dell’industria energivora, oggi comprende oltre diecimila installazioni fisse in EU (oltre mille in Italia) e, con l’ultima modifica normativa del 2023, comprenderà il settore aereo civile e quello navale (EU-ETS1). Il principio alla base del sistema ha l’effetto di una redistribuzione di risorse finanziarie. Il costo pagato dalle imprese per emettere CO2 va a costituire la base di finanziamento delle politiche di abbattimento delle emissioni. Questo crea un meccanismo virtuoso che, da un lato, aggiunge un costo all’emissione di gas serra, dall’altro, utilizza i ricavi di tali costi per finanziare la transizione complessiva del sistema, lo sviluppo delle rinnovabili, l’efficienza energetica e la transizione dei settori industriali stessi.

Dall’analisi delle rendicontazioni pubbliche presentate dall’Italia alla Commissione UE tra il 2014 e il 2024 emerge che: tra il 2012 e il 2024 le aste dell’EU ETS hanno generato proventi per 15,6 miliardi di euro. Dall’analisi delle sole rendicontazioni, l’Italia appare aver speso solo il 9% di questi 15,6 miliardi di euro per spese legate alla lotta ai cambiamenti climatici; ben al di sotto delle previsioni di spesa attualmente previste ex legem del 50% dei proventi; solo il 42% dei proventi generati nel biennio 2012-13 (primi anni di messa all’asta delle quote EU ETS) sono stati effettivamente spesi ad oggi, ovvero a dodici anni di distanza; dei 3 miliardi 600 milioni di euro derivanti dai proventi d’asta, utilizzati per misure emergenziali per la riduzione dei costi delle bollette tra il 2021 e il 2022 non è possibile ricostruire il quadro effettivo della spesa dalle rendicontazioni.

Dove vanno i ricavi dell’EU ETS? L’analisi mostra lacune in termini di: pianificazione della spesa di breve e medio periodo per i fini previsti dalla Direttiva; tracciabilità della spesa dei proventi sia in termini di volumi che di destinazioni d’uso. Il raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione fissati dal Piano Nazionale Energia e Clima (PNIEC) richiederà oltre 174 miliardi di investimenti aggiuntivi cumulati, tra il 2024 e il 2030. Gran parte di questi investimenti dovrà provenire dal settore privato e, in questo senso, l’effetto leva della finanza pubblica nell’attivare gli investimenti privati è fondamentale.

Tra il 2025 e il 2030, si stimano proventi dall’EU ETS1 tra i 27 e i 33 miliardi di euro. Questi proventi potrebbero dare un contributo significativo nel finanziamento delle politiche del clima e supportare le imprese e i cittadini nell’abbandono dell’utilizzo dei combustibili fossili. Per un Paese a ridotto spazio fiscale come l’Italia, il completo, efficiente ed efficace utilizzo dei proventi delle aste derivanti dall’EU ETS, quindi, rappresenta un elemento fondamentale della strategia di finanziamento per la transizione.

EU ETS2: di cosa si tratta? A partire dal 2027, un sistema di pricing del carbonio sarà applicato anche ai fornitori di carburanti e combustibili fossili per i settori dei trasporti, degli edifici e delle imprese medio piccole con il sistema dell’EU ETS 2. I costi della CO2 verranno, di fatto, trasferiti dai fornitori di energia da fonti fossili ai consumatori finali. Il cosiddetto ‘segnale’ di prezzo della CO2 dovrebbe, quindi, portare i consumatori a scelte di efficienza energetica ed elettrificazione dei consumi finali, adottando soluzioni a zero-basse emissioni. I proventi delle aste, quindi, dovrebbero essere diretti a politiche che supportano i consumatori e le imprese in questo percorso. Non solo. Tali costi, infatti, potrebbero avere effetti sproporzionati su alcune fasce della popolazione o sulle imprese. Si stima che dall’EU ETS 2 saranno disponibili fondi nell’ordine di 40 miliardi di euro2 , di cui 7 miliardi allocati al Fondo Sociale per il Clima. Se consideriamo che efficientare tutte le case popolari d’Italia, oppure metà delle scuole pubbliche, costerebbe circa 20 miliardi di euro, è immediatamente evidente la valenza di tale contributo rispetto all’effettiva transizione dai combustibili fossili.

L'articolo Eu Ets, i proventi dello scambio di quote di emissione di gas serra sono una buona occasione per aiutare i consumatori proviene da Il Fatto Quotidiano.

Autore
Il Fatto Quotidiano

Potrebbero anche piacerti