Etna: un nuovo metodo per prevedere le eruzioni

  • Postato il 21 ottobre 2025
  • Di Focus.it
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Un nuovo metodo per seguire i movimenti del magma sotto il Monte Etna apre prospettive più precise per anticipare le eruzioni del vulcano più attivo d'Europa. Lo studio, condotto dall'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) e pubblicato sulla rivista Science Advances, mette al centro dell'analisi il parametro sismologico noto come "valore b", che descrive la distribuzione tra terremoti di magnitudo bassa e alta. In altre parole il "valore b" (o b-value) è un parametro usato in sismologia che indica il rapporto tra il numero di piccoli terremoti e quello dei grandi in una determinata area.. Sempre attivo. L'Etna è il vulcano attivo più grande d'Europa e ne abbiamo registrato regolarmente l'attività vulcanica negli ultimi 2.700 anni. Tuttavia, le origini eruttive del sistema risalgono a circa 500.000 anni fa. La più recente fase eruttiva risale a giugno 2025: dall'evento si produssero una colonna di cenere alta circa 6,5 chilometri e un flusso di blocchi incandescenti. Le autorità riuscirono a diffondere l'allerta già al mattino dell'eruzione, ma i ricercatori sottolineano che non sempre le previsioni sono così tempestive.. Cosa cambia? La ricerca dell'INGV ha preso in esame 20 anni di dati sismici (dal 2005 al 2024) nell'area dell'Etna, concentrandosi sulla variazione spaziale e temporale del "valore b". Secondo gli autori, questa variazione riflette l'evoluzione dello stress all'interno della crosta e può segnare le fasi in cui il magma risale verso la superficie. «Le variazioni del valore b nel tempo riflettono l'evoluzione dello stress all'interno del vulcano», ha spiegato in una intervista il geofisico dell'INGV e primo autore dello studio, Marco Firetto Carlino. «Poiché la risalita del magma induce variazioni dello stress nella crosta, il monitoraggio del valore b può aiutare a rivelare le diverse fasi del trasferimento del magma dalla profondità alla superficie». In pratica, nelle zone attive di accumulo magmatico — dove il magma esercita pressione sulle rocce circostanti — si osservano valori b più elevati: ciò significa che vi sono molti terremoti piccoli rispetto a quelli grandi. Questo perché le rocce diventano maggiormente frammentate e "deboli" a causa del magma che frattura la crosta. Al contrario, in croste più stabili, poco sollecitate dal magma, prevalgono terremoti più rari ma di magnitudo maggiore, associati a valori b più bassi.. Sistema magmatico dell'Etna. Lo studio descrive il sistema interno dell'Etna come complesso e stratificato: una zona di stoccaggio profonda del magma si trova a circa 11 km sotto il livello del mare, alimenta un sistema di depositi intermedi (tra 3 e 7 km di profondità) e infine una zona più superficiale all'interno dell'edificio vulcanico. La crosta attorno all'Etna raggiunge spessori fino a 30 km e si trova nel contesto della collisione tra la placca africana e quella europea. Una faglia trascorrente verticale facilita la risalita del magma verso la superficie.. Perché è importante. Monitorare il b-value può offrire un nuovo strumento per stimare quando il magma sta transitando da una zona profonda a una più superficiale, permettendo di definire con maggiore anticipo le eruzioni del vulcano. «Monitorare il valore b offre un modo efficace per tracciare il movimento del magma all'interno della crosta e valutare lo stato evolutivo del vulcano prima delle eruzioni», afferma Firetto Carlino. Grazie alla frequente attività dell'Etna e al vasto archivio sismico, gli scienziati hanno potuto fare emergere una correlazione molto forte tra il "valore b" e le fasi eruttive del vulcano. Se confermata in altri contesti vulcanici, la metodologia potrebbe essere applicata ad altri vulcani attivi, a patto che ci siano sufficienti dati sismici e una buona distribuzione spaziale degli eventi.. Limiti e prospettive. La previsione delle eruzioni continua a essere un campo complesso: il "valore b" non è una "spia" immediata di eruzione imminente, ma uno strumento aggiuntivo per valutare lo stato interno del vulcano. Ogni vulcano ha caratteristiche proprie e l'Etna rappresenta un caso "ideale" per questo tipo di studio grazie all'intensa attività e alla buona disponibilità dati. I ricercatori intendono ora estendere l'analisi ad altre aree vulcaniche italiane e internazionali, nonché combinare il "valore b" con altri indicatori (geochimici, deformativi, termici) per migliorare le previsioni..
Autore
Focus.it

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