Estate a Casa Berto: Emanuele Trevi presenta “Mia nonna e il conte”
- Postato il 31 agosto 2025
- Notizie
- Di Quotidiano del Sud
- 3 Visualizzazioni

Il Quotidiano del Sud
Estate a Casa Berto: Emanuele Trevi presenta “Mia nonna e il conte”
L’intervista allo scrittore pluripremiato Emanuele Trevi che a Estate a Casa Berto presenterà la sua ultima fatica letteraria
Casa Berto ha riaperto le porte con una edizione ricchissima per iniziative ed avvenimenti in programma. Anni di dialogo ininterrotto con autori, artisti, giornalisti e pubblico appassionato che ogni estate si ritrovano in un luogo unico, il celeberrimo buen retiro di Giuseppe Berto e ancor oggi, grazie a sua figlia Antonia, spazio pulsante per nuove ispirazioni, amicizie, incontri. Proprio a lei e a Marco Mottolese, alla loro inesauribile volontà e all’impegno di tutti i collaboratori si deve Estate a Casa Berto. Un family festival sempre atteso e ricco di novità. Musica, teatro, cinema, letteratura e pensiero critico si alternano nel giardino di Casa Berto all’interno di un programma in grado di mescolare generi diversi che, accesi i riflettori, si ricompongono sotto il cielo di un luogo sempre aperto da dieci anni e che porta in dote la capacità di ascoltare tutte le voci.
Stasera (31 agosto 2025), in chiusura, ci sarà uno degli appuntamenti più significativi, la presentazione dell’ultimo e attesissimo libro di Emanuele Trevi. Scrittore di successo già vincitore del Premio Strega per Due Vite. Trevi, che per la terza volta sceglie questa occasione per presentare in anteprima un suo lavoro, a testimonianza del grande legame dello scrittore con il festival, parlerà di “Mia nonna e il Conte” edito da Solferino e che a giorni sarà disponibile nelle librerie.
Teresa Ciabatti, altra scrittrice di successo, ha scritto ieri sul Corriere della Sera: «Commovente, comico, vitale, irriverente, dalla scrittura magistrale, Mia nonna e il Conte, è elogio della sproporzione, lode all’irrilevanza, sottrazione di enfasi che si fa metodo per annullare il tempo, “eccole tornare a galla, le cose perdute”».
Protagonista del libro è Peppinella, la nonna dell’autore: «una perentoria matriarca calabrese che, come una regina, vive riverita da due dame di compagnia – Delia e Carmelina – ma che al pari di ogni donna del popolo guarda Beautiful al pomeriggio». In questo microcosmo familiare, tra giardini assolati e rituali quotidiani, fa irruzione un Conte ottantenne, con cui nascerà un affetto tardivo, gratuito e incantato. Trevi restituisce questa storia intima e sospesa tra quotidiano ed eterno con uno stile capace di intrecciare memoria, tempo e affetto.
Abbiamo raggiunto proprio lo scrittore per scambiare alcune battute alla vigilia della presentazione.
Mia nonna e il Conte è il titolo della sua ultima fatica letteraria che presenti questa sera a Ricadi a Casa Berto. Puoi anticiparci qualcosa?
«Il libro racconta un breve ricordo di mia nonna, relativo soprattutto ad una zona della Calabria che è quella di San Nicola Arcella, senza però citare direttamente dei luoghi precisi, comunque si tratta di paesaggi molto riconoscibili. Ho voluto rendere omaggio con questa storia a Donna Peppinella, che è un po’ la Nonna Mediterranea per eccellenza».
Come è nata l’idea di questo libro?
«Non c’è mai una genesi precisa all’origine dei miei libri. Io solitamente diciamo scrivo su un unico file e ogni tanto da questi file si distaccano dei testi, delle narrazioni, che poi diventano racconti, articoli ed anche libri».
Come mai hai deciso di fare l’anteprima nazionale proprio a Casa Berto?
«Non è la prima volta che succede, poi questa è una bellissima festa di fine estate dove mi sento a casa. Tra l’altro il libro uscirà proprio in questi giorni, però ci tenevo a presentarlo qui perché si tratta di una storia che riguarda la Calabria, la zona del Tirreno soprattutto. A rifletterci direi che è proprio un libro sul Tirreno».
Si sente molto legato alla figura di Berto?
«Certamente. Intanto tramite Marco Mottolese sono entrato in contatto con Antonia Berto e con suo marito, inoltre il mio agente Marco Vigevani si è occupato del rilancio dell’opera di Berto quando è passata a Neri Pozza ed io ho scritto l’introduzione a Il Male Oscuro, che è il suo capolavoro. Si è trattato di un lavoro intenso e molto affascinante a cui la stampa ha dato, giustamente, grande risonanza. Un’operazione a cui non ho partecipato solo io ma di cui vado fiero anche perché capita poche volte. Berto è uno scrittore degli anni ‘60-’70, quindi a volte difficile da rilanciare. Si tratta di autori che non sono più in vita, magari citati nelle storie della letteratura e che difficilmente le persone rileggono. Invece qui è stato fatto un lavoro interessante dove ognuno ha messo a servizio la propria professionalità. Davvero ben riuscito di cui sono orgoglioso».
Quanto è attuale Berto come scrittore?
«Molto. Intanto c’è un capolavoro, mi riferisco sempre a Il Male Oscuro, che descrive la condizione umana, un lavoro che è ancora sorprendente. Io lo trovo sempre modernissimo. Poi lui è riuscito a declinare vari generi narrativi, la commedia, il romanzo storico, a suo modo la fantascienza. Possiamo dire che nei libri di Berto c’è sempre un’idea profetica rivolta al futuro, con una capacità talmente sorprendente di leggere il presente, quasi profetico a suo modo. A ben dire è giusto dire che è stato un grande lettore del suo tempo. Si tratta di uno scrittore, tra l’altro, letteralmente visionario con una capacità straordinaria. Insomma, è uno scrittore interessantissimo da tutti i punti di vista».
Visto anche il contenuto del tuo ultimo libro, quanto è forte il tuo legame con la Calabria?
«Sicuramente forte. Si tratta di un luogo materno, soprattutto della zona nord al confine con la Basilicata. Un paesaggio che riguarda come cerco di spiegare nel mio ultimo libro le radici affettive. Va detto anche che più si invecchia e più tendiamo a idealizzare il passato. Comunque io mi sento un uomo tirrenico, anzi direi di più, basso tirrenico».
Il Quotidiano del Sud.
Estate a Casa Berto: Emanuele Trevi presenta “Mia nonna e il conte”