Esportatori furbetti in Cina, vendono elettriche spacciandole per nuove: stretta dal Governo
- Postato il 2 ottobre 2025
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- Di Virgilio.it
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La Cina è un vero e proprio punto di riferimento del settore delle auto elettriche, con tanti brand che, modello dopo modello, si stanno ritagliando uno spazio sempre maggiore sul mercato globale delle quattro ruote. Per conquistare gli acquirenti di altri Paesi, soprattutto in Europa, le Case cinesi devono garantire la massima credibilità. Per questo motivo, il Governo centrale sta per avviare una stretta sull’esportazione di auto elettriche.
L’obiettivo è contrastare la pratica con cui molti esportatori vendono auto elettriche usate (o anche modelli a km zero già immatricolati in Cina) spacciandole per nuove di fabbrica. Come riferito da Reuters, dal prossimo 1° gennaio 2026, la Cina attuerà un controllo più forte sulle esportazioni. In questo modo, da Pechino puntano a sostenere la reputazione internazionale dei marchi cinesi. Andiamo a fare il punto su questa novità e su quali saranno gli effetti per l’industria automotive.
Una stretta necessaria
Per conquistare il palcoscenico globale con le sue auto elettriche, la Cina si prepara a contrastare gli esportatori “furbetti” con l’obiettivo di garantire la massima trasparenza ai clienti che scelgono di acquistare una vettura prodotta nel Paese. Il problema ruota intorno alla scarsa chiarezza di alcuni esportatori che spesso provano a vendere elettriche usate e già immatricolate in Cina come auto nuove, utilizzando canali non autorizzati. In casi di questo tipo, gli acquirenti possono avere problemi anche per quanto riguarda il software non aggiornato e l’assistenza post-vendita. Si tratta di un tema attuale e molto importante per il futuro dell’industria automotive cinese che guarda sempre di più all’espansione verso l’estero.
Cosa cambierà
La stretta voluta da Pechino rappresenterà un punto di svolta per l’intera industria cinese che punta a espandersi sul mercato internazionale ma continuando a sfruttare le infrastrutture produttive del Paese. Dal prossimo gennaio 2026, infatti, solo produttori e concessionari accreditati potranno richiedere le licenze per l’export. Si tratta di una serie di limitazioni già attive per le auto con motore termico (anche per le ibride). Da segnalare che il nuovo quadro normativo coinvolgerà anche le Case estere che hanno stabilimenti in Cina, come Tesla o il Gruppo Volkswagen.
La Cina non ha intenzione di rallentare la sua espansione sul mercato globale, soprattutto (ma non solo) per quanto riguarda le elettriche. La nuova normativa punta a mettere ordine nel settore, regolarizzando le esportazioni dei modelli a zero emissioni che rappresentano il fulcro delle attività produttive (soprattutto per l’export) dell’industria automotive cinese. Con un quadro di regole chiare, le esportazioni inizieranno a diventare più controllate, con garanzie aggiuntive per i clienti.
L’obiettivo è rendere le auto “cinesi” (ovvero gli esemplari prodotti in Cina ed esportati all’estero, a prescindere dal brand) affidabili e in grado di reggere il confronto, anche dal punto di vista del marketing, con i modelli prodotti in Europa e in altri mercati. Per capire in che modo questa normativa andrà a impattare sugli equilibri del settore sarà necessario attendere i prossimi anni. Di certo, l’industria cinese continuerà ad andare avanti per ritagliarsi uno spazio di primo piano sul mercato.