Esclusivo – Garlasco: le verità nascoste – Panorama in edicola

  • Postato il 4 novembre 2025
  • Di Panorama
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L’editoriale del direttore:
Garlasco è un assist per la riforma di Nordio

Il direttore ricorda un vecchio confronto televisivo con Antonio Di Pietro per introdurre la riforma della giustizia voluta dal ministro Carlo Nordio. E denuncia gli errori giudiziari di Mani Pulite e la commistione tra pm e giudici, sostenendo che la separazione delle carriere – finalmente approvata dopo 30 anni – è necessaria per riequilibrare il rapporto tra accusa e difesa e sottrarre il sistema alle correnti delle toghe. La riforma prevede Csm separati, sorteggio dei membri disciplinari e fine del controllo delle carriere da parte dei gruppi di potere interni alla magistratura. L’Anm minaccia un referendum, ma l’autore replica che casi come quello di Garlasco dimostrano quanto il sistema attuale sia opaco e talvol ta distorto. In democrazia – conclude – il potere appartiene al popolo, non ai magistratori.

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La copertina: Garlasco – I 20 giorni che cambiarono il destino di Sempio

La nuova svolta nel caso dell’omicidio di Chiara Poggi (Garlasco, 2007), che oggi si intreccia con un’indagine per corruzione a carico di magistrati e carabinieri. Al centro: il possibile coinvolgimento di Andrea Sempio, già archiviato nel 2017, e ora di nuovo sotto inchiesta, insieme all’ex procuratore aggiunto Mario Venditti, sospettato di aver “aggiustato” l’indagine in cambio di denaro. Il retroscena è torbido: assegni sospetti, intercettazioni mai depositate, testimonianze ignorate, relazioni extraconiugali, locali di lap dance, Gps usati per spiare amanti, investigatori che frequentano bordelli e motel, magistrati accusati di favori in cambio di regali e sconti in hotel. La nuova inchiesta della Procura di Brescia scava tra soldi, sesso e potere giudiziario, lasciando emergere l’ipotesi che l’archiviazione di Sempio fosse comprata. A quasi 18 anni dal delitto, il mistero resta aperto: troppe ombre, troppe connessioni, nessuna verità definitiva.

Esteri/1 – Defenestrare Maduro

Dalle operazioni sistematiche di affondamento dei barchini carichi di droga alla pressione militare mai vista nell’area dalla crisi di Cuba. Trump si vuole levare la spina nel fianco del Venezuela, base logistica per i narcos e centro di influenze cinesi, russe e iraniane a un passo dagli Usa. Con un obiettivo strategico: le immense risorse di petrolio.

Esteri/2 – Tony Blair si è riciclato come evangelista di Big Tech

Il racconto dell’asse tra Tony Blair e il miliardario di Oracle Larry Ellison, che ha donato circa 260 milioni di sterline al Tony Blair Institute, trasformandolo – secondo alcuni insider – in una macchina di lobbying pro-Big Tech. Il TBI spinge il governo laburista di Keir Starmer ad affidare a Oracle la gestione dei dati sanitari dell’Nhs, il più grande archivio sanitario pubblico del mondo, dal valore stimato di 10 miliardi di sterline l’anno. Blair e i suoi collaboratori lavorano per favorire Ellison, promuovendo report e consulenze che coincidono con gli interessi del magnate e ostacolano i concorrenti come Palantir. Il progetto: unificare sanità, fisco e welfare in un unico sistema digitale gestito da Oracle, aprendo la strada anche a future carte d’identità digitali. Critici interni ed esperti denunciano: costi altissimi, rischio per la privacy, imposizione di tecnologie inadeguate anche nei Paesi poveri, e un’influenza politica enorme di Ellison, oggi attivo anche nel mondo dei media. Conclusione implicita: l’IA è la facciata, il vero potere è il controllo dei dati.

Frontiere – Utopia tecnologica infranta

l sogno libertario della Silicon Valley è degenerato: invece di emancipare l’uomo, ha prodotto colossi tecnologici opportunisti, ideologici a parole ma guidati dal profitto. L’ex dirigente Facebook Sarah Wynn-Williams denuncia dall’interno l’ipocrisia dei “ragazzi geniali”; Alexander Karp (Palantir) propone di riallineare Big Tech allo Stato e ai valori occidentali, ma filosofi come Jacques Ellul e Vittorio Emanuele Falsitta avvertono che il problema è più profondo: la tecnica stessa, ormai fusa con il capitalismo, tende a dominare l’uomo e sostituirsi alla sua volontà. Conclusione: si può correggere il capitalismo, forse, ma non domare la macchina tecnologica. Anche cambiando chi la controlla, il rischio è restare comunque schiavi del sistema tecnico.

Autore
Panorama

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