Erigaisi: "L'ascesa dell'India negli scacchi? Non c'è un segreto, solo duro lavoro"

  • Postato il 28 novembre 2024
  • Di Agi.it
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Erigaisi: "L'ascesa dell'India negli scacchi? Non c'è un segreto, solo duro lavoro"

AGI - Arjun Erigaisi è una delle colonne della nuova India degli scacchi. Il numero uno del suo Paese per punteggio Elo, il sistema con cui si misura la forza di un giocatore. Da qualche anno, ormai, insieme a Gukesh, Praggnanandhaa, Vidit, Aravindh, Harikhrisna e Nihal Sarin, guida una nazione fortissima che, dopo l'era di Viswanathan Anand, il primo indiano a vincere il titolo di campione del mondo, sta vivendo un nuovo periodo d'oro, culminato con la vittoria delle ultime Olimpiadi, giocate a Budapest lo scorso ottobre. Erigaisi ora fa il tifo per il suo giovane connazionale, Gukesh, impegnato nel match per la corona mondiale contro Ding Liren. Ospite del "New Indian Express", ha scritto di non credere più, come a settembre, "che il campionato mondiale sarebbe stato a senso unico" ma ancora pensa che Gukesh possa vincere agilmente la sfida contro l'atleta cinese.

 

Nato a Warangal il 3 settembre 2003, Erigaisi ha ottenuto l'attenzione del mondo scacchistico quando ha partecipato al Campionato mondiale U14, arrivando secondo. Il suo punteggio allora era intorno ai 2350. Un po' in ritardo rispetto agli altri 'prodigi' della scacchiera che già a quell'età avevano ottenuto (o flirtavano da vicinissimo) con il titolo di Grande Maestro. Erigaisi ha avuto la forza di recuperare il tempo perduto diventando GM poco dopo, a quasi 15 anni, nel 2018, ottenendo le 'norme' necessarie in poco più di 4 mesi. E da lì non si è più fermato.

 

L'anno della prima consacrazione è stato il 2022 con le vittorie del prestigioso Wijk aan Zee Challenger, del campionato nazionale indiano e del Delhi Open. Questo 2024 che volge al termine è stato l'anno quasi perfetto con tante vittorie, una scalata pazzesca alla classifica mondiale e il trionfo, con l'India, ai Giochi olimpici. L'intervista, una delle poche apparse nei quotidiani europei, è proprio focalizzata su di lui, sulla sua ascesa e sulla voglia di provare a ottenere sempre di più. Con un unico rammarico, quel Torneo dei Candidati di Toronto a cui non è riuscito a partecipare...

 

 

Cominciamo dall'inizio. Quando hai iniziato a giocare a scacchi? 

Ho iniziato quando avevo circa 8 anni ma era solo un hobby. Nel 2018 ricordo che di aver pensato di voler diventare un professionista, ma ero poco fiducioso ed ero troppo giovane per pensare a tutti i fattori che avrebbero caratterizzato quella vita.

 

E ti ricordi allora quando hai detto: questo sarà il mio lavoro 

Direi nel 2021, quando sono diventato a tutti gli effetti un vero professionista.
 

Abbiamo imparato a conoscere Chennai, Nuova Delhi e altre città indiane legate agli scacchi. Di Warangal e Hanamakonda, invece, sappiamo solo poco. Com'è stato crescere lì per un giovane scacchista?

 

È una città tranquilla, con poca cultura scacchistica e non molti tornei locali, quindi non è stato facile, nel senso che dovevo viaggiare spesso fuori per i tornei. Per questo mi sono trasferito a Hyderabad, per potermi allenare.
 

In Europa siamo rimasti impressionati dalla tua forza scacchistica quando hai vinto il Tata Steel Challenger nel 2022. Quali sono i tuoi ricordi di quel successo e quanto è stato importante per la tua carriera?

 

In quel momento l'ho considerato uno dei risultati più importanti della mia carriera, soprattutto perché mi ha dato la possibilità di giocare nella sezione Masters del torneo. Ma a distanza di qualche anno, direi che è stato solo un buon risultato. Oggi non lo classificherei tra le mie migliori performance.

 

 

 

 

Arriviamo al 2024, un anno incredibile per te. Per la prima volta sei entrato stabilmente nella top 10 mondiale fino ad arrivare alla seconda posizione. Ti aspettavi una crescita così rapida?

 

A dire il vero, se devo essere sincero, all'inizio dell'anno non mi aspettavo assolutamente nulla, quindi a prescindere da come sarebbe andata, bene o male, tutto si sarebbe rivelato una piccola sorpresa per me. Andare così bene, però, è ovviamente una sensazione piacevole e che mi fa stare bene.

 

Cosa hai provato quando hai superato i 2800 punti Elo, il secondo indiano della Storia a farcela?

 

Quando ho vinto contro Andreikin nell'ECC sapevo che avrei potuto superare i 2800, ma non ci ho fatto molto caso, ero soprattutto felice di aver vinto contro un avversario forte e che la vittoria avrebbe aiutato la mia squadra in quella partita cruciale.

 

 

Pensi di poterti avvicinare ancora a Magnus Carlsen?

 

Per me l'obiettivo finale non è la classifica ma il mio gioco. Se miglioro ogni aspetto so che la mia classifica, con il tempo, salirà ancora.

 

Con l'India hai vinto la medaglia d'oro alle Olimpiadi a Budapest. È stata una cavalcata trionfale. Vi aspettavate di vincere e di giocare così bene?  

 

No, non ci abbiamo pensato troppo perché non volevamo che il pensiero di vincere ci mettesse sotto pressione, ma sapevamo di avere una grande possibilità di successo e, tra le terze scacchiere, sapevo di essere uno dei giocatori più forti. L'unica cosa a cui ho pensato era quella di ottenere più punti che potevo!
 

Fai parte di una nuova generazione di giocatori che ha reso l'India una potenza scacchistica mondiale. Quali sono state le condizioni e i segreti che hanno permesso questa ascesa?  

 

Non ci sono segreti. Penso che tutti noi lavoriamo sodo, ogni giorno, e ci impegniamo al massimo per raggiungere i nostri traguardi. Ed è questo che ci ha aiutato e ci aiuta a crescere. Ovviamente avere un signore come Anand alle nostre spalle ha sicuramente un'influenza ed è un continuo fattore di ispirazione.

 

Quanto senti la pressione di rappresentare un Paese che ha grandi aspettative nei tuoi, nei vostri, confronti?

 

È molto bello che così tante persone nel mio Paese siano appassionate di scacchi e ci sostengano. Non mi sembra che tutto ciò aumenti la pressione. È piuttosto un qualcosa che costantemente mi motiva.

 

Sei stato in Italia a giocare. Che ricordi hai?  

 

Ho giocato in Italia una sola volta, nel gennaio del 2020 (Coppa Vergani, Bassano del Grappa, ndr). I giocatori erano forti e sono stato battuto più volte. Ho perso un bel po' di punti Elo. E poi ovviamente conosco alcuni grandi maestri italiani, come Vocaturo, Sonis, Moroni. 
 

L'obiettivo ora è qualificarsi per il prossimo torneo dei Candidati? Sei rimasto deluso per non aver partecipato all'edizione di quest'anno?

 

Sì, è stato decisamente una delusione non essere riuscito a partecipare ai Candidati del 2024, soprattutto se penso che ci sono andato vicino in più modi e attraverso vari percorsi. E sì, anche per questo farò del mio meglio per cercare di qualificarmi per i Candidati del 2026!

 

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Autore
Agi.it

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