Eredità Agnelli: in una bozza l’Avvocato pronto a donare il 25% della Dicembre a Edoardo, trovato morto il giorno dopo
- Postato il 15 ottobre 2025
- Cronaca
- Di Quotidiano Piemontese
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TORINO – Qualora non fosse stata già abbastanza intricata, si aggiungono nuovi elementi intorno al caso dell’eredità di Gianni Agnelli. Solo un paio di settimane fa, infatti, un nuovo testamento di Gianni Agnelli, scritto di suo pugno, risalente al 1998 e finora apparentemente inedito, era stato depositato in tribunale a Torino.
Questo nuovo documento, datato 20 gennaio 1998, smentirebbe la versione secondo cui l’Avvocato aveva deciso inequivocabilmente di passare lo scettro del comando a John Elkann. Riguarda la società Dicembre, la cosiddetta “cassaforte” della famiglia Agnelli, che detiene il controllo di tutte le società del gruppo.
Il testamento di Gianni Agnelli dimostra come la disposizione con cui l’Avvocato aveva destinato al nipote John Elkann la propria quota del 25% della Dicembre non rappresentasse la sua ultima e definitiva volontà mentre al contrario emerge come al nipote sarebbe dovuta spettare soltanto una partecipazione minoritaria, mentre quella a lui riconducibile doveva spettare al figlio Edoardo, tragicamente scomparso nel 2000, e, in mancanza, ai suoi eredi legittimi, ossia Margherita Agnelli e Marella Caracciolo.
Un nuovo documento inedito che avrebbe potuto cambiare le sorti di Edoardo Agnelli
Ora però spunta un ulteriore documenti inedito: la bozza di un atto di donazione. Sul documento trovato, come gli altri, nelle carte sequestrate dalla Procura di Torino nello studio del legale Franzo Grande Stevens, colui che insieme a Gianluigi Gabetti gestì il passaggio di potere da Gianni Agnelli al nipote, si legge proprio che il 25% della Dicembre, la cassaforte di famiglia che oggi permette a John Elkann di controllare l’ex impero Fiat, doveva andare a Edoardo, come già disposto nel testamento del 1998.
Quello che salta agli occhi è la data riportata sulla bozza: 14 novembre 2000. Appena 24 ore dopo Edoardo Agnelli sarebbe stato trovato morto alla base di un viadotto dell’autostrada Torino Savona, all’altezza di Fossano.
Si tratta di bozze e testamenti mai pubblicati che quindi non modificano direttamente l’assetto ereditario e della società, ma che i legali di Margherita Agnelli useranno nelle cause civili per cercare di far annullare il patto successorio, con cui – seguendo il diritto svizzero – si è tirata fuori da quella che all’epoca era Fiat in cambio di un assegno miliardario. Una decisione che, sostiene la figlia dell’Avvocato, sarebbe stata presa senza conoscere la reale volontà del padre e l’entità del suo patrimonio.
Come è facilmente immaginabile, non si è fatta attendere la risposta – piuttosto dura – dei legali degli Elkann riportata da Rai News
Siamo sconcertati dinanzi all’utilizzo mediatico di documenti processuali che non hanno alcun valore giuridico e che sono stati considerati del tutto irrilevanti anche nello stesso procedimento nel quale sono stati raccolti, con l’unico scopo di suscitare sensazionalismo nell’opinione pubblica.
Dal canto nostro continuiamo a ritenere le aule dei tribunali e non gli organi di stampa i luoghi preposti per confutare le infondate pretese avversarie. Segnaliamo, tuttavia, che la selettiva diffusione di documenti processuali omette – non a caso – di renderne noti molti altri da cui si desume che le volontà di Gianni e Marella Agnelli sono state rispettate e adempiute in tutto e per tutto e che Margherita Agnelli ne era perfettamente a conoscenza. I nostri assistiti si riservano ogni iniziativa a difesa loro e della memoria dei nonni Gianni e Marella.
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