Erdogan punta a un ruolo centrale nel conflitto russo-ucraino
- Postato il 14 aprile 2025
- Di Panorama
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La Turchia punta a ritagliarsi un ruolo crescente nella questione ucraina. Domenica, il ministero della Difesa turco ha annunciato che, martedì e mercoledì, si terrà ad Ankara un incontro sulla sicurezza del Mar Nero con i rappresentanti militari di altri Paesi. Non è esattamente chiaro a quali Paesi si faccia riferimento. Tuttavia, secondo il Kyiv Independent, saranno presenti anche rappresentanti di Ucraina e Russia.
Non solo. Sabato, il ministro degli Esteri turco, Hakan Fidan, ha avuto un incontro con l’omologo russo, Sergej Lavrov, in occasione dell’Antalya Diplomacy Forum nella Turchia meridionale. I due hanno discusso del cessate il fuoco in Ucraina, ma anche di Siria e Gaza. A margine dello stesso forum, il ministro degli Esteri ucraino, Andrii Sybiha, ha avuto parole di elogio per il ruolo turco nel conflitto russo-ucraino, definendolo “inestimabile”. “Il ruolo della Turchia, e personalmente del presidente Erdogan, negli sforzi di pace è molto significativo. Lo apprezziamo molto e speriamo che continui”, ha dichiarato.
Insomma, Ankara sta cercando di recuperare terreno nel quadro della diplomazia russo-ucraina. Ricordiamo che, nel 2022, ebbe un peso notevole, riuscendo a mediare l’accordo sul grano da cui Mosca si sarebbe poi ritirata nel 2023. Tuttavia, quest’anno, la Turchia si trova in concorrenza con l’Arabia Saudita, che finora ha ospitato i colloqui di maggior rilevanza tra americani, russi e ucraini. Alcuni incontri si sono tenuti anche a Istanbul, è vero. Tuttavia quelli di maggior peso si sono svolti a Riad. Un aspetto importante risiede nel fatto che, agli occhi di Washington, il dossier ucraino è inestricabilmente intrecciato a varie questioni mediorientali: da Gaza all’Iran, passando per la Siria. In tal senso, Donald Trump ha cercato di collegare la crisi ucraina alla cornice degli Accordi di Abramo.
Il problema, per il presidente americano, è che, almeno per ora, è insoddisfatto della condotta di Vladimir Putin sull’Ucraina. Il parziale avvicinamento della Casa Bianca ad Ankara potrebbe quindi essere letto come una sorta di strategia del pendolo, per mettere sotto pressione Mosca. E’ infatti vero che Ankara intrattiene solidi rapporti tanto con la Russia quanto con l’Ucraina. Ma è altrettanto vero che la caduta di uno stretto alleato mediorientale del Cremlino, come Bashar al Assad, è avvenuta su spinta di Recep Tayyip Erdogan. E’ quindi a causa del sultano se lo zar ha perso significativamente influenza in Siria. Tutto questo, mentre i rapporti tra Mosca e Riad appaiono molto più saldi. Insomma, per Trump, puntare maggiormente su Erdogan nel processo diplomatico è un modo per lanciare un avvertimento a Putin, che potrebbe presto ritrovarsi con un margine d’azione ridotto.
Dall’altra parte, il presidente americano deve essere cauto, perché chiaramente la Turchia rappresenta un potenziale problema per la sua strategia mediorientale, soprattutto in riferimento al rilancio degli Accordi di Abramo e al piano per la ricostruzione di Gaza. La partita, insomma, resta complessa per tutte le parti in causa.