Erdogan intensifica i contatti per fermare il conflitto Israele-Iran

  • Postato il 16 giugno 2025
  • Di Agi.it
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Erdogan intensifica i contatti per fermare il conflitto Israele-Iran

AGI - Il conflitto in corso tra Israele e Iran preoccupa la Turchia. Il presidente Recep Tayyip Erdogan ha intensificato i contatti e aumentato gli sforzi per porre fine a una guerra che, non solo destabilizza tutta la regione, ma preoccupa anche per il rischio di radiazioni che potrebbero colpire la Turchia. Nel mirino sono finiti gli impianti nucleari iraniani, alcuni dei quali pericolosamente vicini al confine turco.

Contatti diplomatici di Erdogan

Nelle ultime ore le linee di Ankara sono state bollenti. Erdogan, in una telefonata avvenuta nella tarda serata di sabato 14 giugno con il presidente americano Donald Trump, ha ribadito che la Turchia "è pronta a fare tutto il possibile" per fermare l'escalation. Pochi minuti prima il leader turco aveva parlato con il presidente iraniano Masoud Pezeskian per un rapido aggiornamento sugli sviluppi del conflitto, ma soprattutto per porre le condoglianze da parte della Turchia per le vittime iraniane. Ankara ha definito "barbaro e selvaggio" l'attacco israeliano delle prime ore di venerdì scorso; secondo Erdogan la tempistica del bombardamento non è casuale. "Israele ha attaccato in un momento in cui i colloqui tra Usa e Iran per il nucleare potevano avere una svolta e quando la pressione per Gaza si era intensificata", ha sottolineato il presidente turco nella telefonata con Pezeshkian.

Reazioni nel mondo arabo

La posizione turca è stata ribadita anche al Sultano dell'Oman Al Said, ma soprattutto al principe erede al trono dell'Arabia SauditaMohammed Bin Salman. In una telefonata con quest'ultimo, Erdogan ha definito Israele "la più grande minaccia per la stabilità di tutta la regione" e la necessità "di fermare il conflitto al più presto" aumentando la pressione su Usa e sul governo di Tel Aviv. Al principe saudita Erdogan ha ricordato il rischio di crisi umanitarie che potrebbe derivare dal conflitto in corso, oltre che alla continuazione delle operazioni militari a Gaza.

Appelli ai paesi limitrofi

Rischi che il leader turco ha evidenziato anche al re di Giordania Abdallah e al presidente del governo di transizione siriano Ahmed Al Sharaa. Ai due capi di Stato mediorientali, Erdogan ha ricordato che proprio paesi come TurchiaSiria e Giordania rischiano di pagare il prezzo più alto per la situazione in corso. Ad Al Sharaa il presidente turco ha chiesto "di stare fuori dal conflitto", invitandolo a monitorare con estrema attenzione i movimenti di gruppi radicali ancora attivi su suolo siriano. Proprio la guerra in corso potrebbe spingere alcune fazioni a compiere attacchi contro obiettivi israeliani o americani e rischierebbe di trascinare la Siria nel conflitto. Il leader turco ha chiamato anche il presidente pakistano Shahbaz Sharif invitandolo ad aumentare la pressione per porre fine agli attacchi, prima che l'intera regione finisca nel caos.

Tensioni con l'Egitto

Una importante telefonata ha avuto luogo tra Erdogan e il capo di Stato egiziano Abdelfettah Al Sisi. Quest'ultimo ha bloccato i convogli umanitari diretti a Gaza negli scorsi giorni. Una decisione che non è piaciuta a Erdogan, che all'omologo egiziano ha chiesto di fare pressione su Usa e Israele, ma ha anche ricordato che l'attacco all'Iran è avvenuto in questo momento proprio per oscurare quanto sta avvenendo a Gaza.

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Agi.it

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