“Erano in pieno centro, nessuno li ha aiutati. Provo amarezza e indignazione”: la lettera della mamma di uno dei 15enni aggrediti in corso Buenos Aires a Milano
- Postato il 24 dicembre 2025
- Cronaca
- Di Il Fatto Quotidiano
- 1 Visualizzazioni
“Durante l’ora da incubo vissuta dai nostri ragazzi, nessuno – ma proprio nessuno – li ha aiutati. Alle otto di sera, nel pieno centro di una città affollata di persone intente a fare acquisti natalizi”. È una delle amare riflessioni riportate in una lunga lettera inviata al Corriere della Sera dalla mamma di uno dei quattro 15enni aggrediti domenica scorsa, 21 dicembre, in corso Buenos Aires, a Milano.
La mamma nella lettera sfogo, in cui dice di provare “amarezza e indignazione” parla non solo dell’aggressione, ma anche soprattutto dell’indifferenza delle tante persone presenti nella zona, una delle vie dello shopping milanese, domenica scorsa. La stessa denunciata a Repubblica anche dalla mamma del 15enne che ha subìto la violenza maggiore, derubato e spogliato dai quattro aggressori, un un tunisino di 20 anni finito a san Vittore, e un’italiana di 15, un marocchino di 16 e un siriano di 17, finiti al Beccaria.
“Sono molti i temi di cui vorrei parlare dopo un’esperienza simile e sono innumerevoli i dettagli che inevitabilmente restano fuori da un articolo di cronaca”, esordisce la mamma scrivendo direttamente al direttore, Luciano Fontana.
“C’è il racconto di mio figlio, che mi restituisce l’immagine di uno dei quattro aggressori — il più piccolo, il più defilato — che dice agli altri di smetterla e di andarsene e che, una volta in questura, scoppia in un pianto disperato. Un’immagine che non riesce a smettere di straziarmi il cuore”, spiega ancora, descrivendo anche un’altra ragazza, l’unica del gruppo, “completamente fuori di sé, strafatta di droga e ubriaca”. Poi quello che la mamma definisce il “capo” della gang, “spietato” ma “inesperto”. Tutti, appunto, di origini straniere, tranne la ragazza.
“È un’evidenza che cerco sempre di maneggiare con cautela, da donna che rifiuta la discriminazione – continua . Ma oggi non posso fare a meno di chiedermi se non sia ipocrisia negare che a Milano il fenomeno dei cosiddetti ‘maranza‘ stia diventando una vera emergenza sociale”.
La mamma si chiede quindi “cosa” stia trasformando Milano “in una città sempre più invivibile”, perché la scuola “unico strumento che abbiamo per sanare le disuguaglianze sembra agonizzare”. E, ancora, “perché in Italia siamo sempre più succubi di modelli di riferimento ottusi, mediocri, ignoranti e volgari, molto più che in altri Paesi a noi vicini?”.
Poi la riflessione si sposta sul tema centrale della lettera: l’indifferenza. “L’amico di mio figlio, il ragazzo sequestrato e spogliato, trascinato in maglietta e calze tra corso Buenos Aires e le vie limitrofe, chiedeva aiuto ai passanti, ma nessuno si è fermato. Solo dopo quasi un’ora un ragazzo di Glovo e un uomo sulla cinquantina si sono accorti di lui”.
Più coraggio lo hanno avuto invece gli amici del ragazzino che sono entrati in una pizzeria per chiamare la polizia e chiedere aiuto. “L’amarezza e l’indignazione che provo oggi sono mitigate solo da un pensiero: il coraggio, l’unità, la lucidità e la forza dimostrati dai nostri figli. Non si sono persi d’animo, hanno reagito con intelligenza, sono rimasti uniti e si sono aiutati fino all’arrivo dei soccorsi”, conclude la mamma che fa un augurio alla generazione più giovane: “riuscire a salvare un’umanità sempre più piccola e meschina che sembra ormai naufragare”.
L'articolo “Erano in pieno centro, nessuno li ha aiutati. Provo amarezza e indignazione”: la lettera della mamma di uno dei 15enni aggrediti in corso Buenos Aires a Milano proviene da Il Fatto Quotidiano.