Emily in Paris sbarca a Venezia e sono solo polemiche
- Postato il 21 agosto 2025
- Di Panorama
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Emily Cooper ha fatto di nuovo centro. O meglio, la sua interprete Lily Collins, che ieri ha annunciato con grande entusiasmo sui social la data d’uscita della nuova stagione: «Emily’s Italian adventure continues, from cobblestones to canals, on December 18th…». Tradotto: l’avventura italiana di Emily continua, dai sanpietrini ai canali. L’appuntamento è dunque fissato per il 18 dicembre su Netflix.
Dopo Parigi e Roma, la fashionista più amata (e discussa) della tv approda a Venezia, cornice delle sue nuove disavventure sentimentali e professionali. Una location già sulla bocca di tutti, visto che solo a giugno ha ospitato le nozze “da copertina” di Jeff Bezos e Lauren Sanchez. Insomma, il set perfetto. O quasi, perché prima ancora che le riprese entrassero nel vivo, la serie ha già scatenato una scia di polemiche.
Il casting (molto selettivo) delle comparse
A incendiare gli animi è stato l’annuncio casting pubblicato sul sito attoricasting.it. Nulla di strano, se non fosse per i requisiti richiesti: «La produzione cerca volti nuovi e affascinanti, con un aspetto curato e fisico asciutto. Per le donne è richiesta una taglia compresa tra la 38 e la 42, mentre per gli uomini tra la 46 e la 52. La selezione è aperta a persone di tutte le età, purché in linea con le caratteristiche fisiche richieste».
Tradotto: se non sei magro, elegante e con le giuste misure, puoi restare a casa. Non proprio un messaggio inclusivo, tanto che la ricerca di oltre 500 comparse resta ancora aperta. Secondo indiscrezioni, la rigidità potrebbe avere una spiegazione: pare che la serie stia preparando una grande sfilata in laguna, coerente con il mood fashion che da sempre la contraddistingue. Intanto, sui social, i commenti sono tutt’altro che benevoli: «Folli», «Ma allora pescate dalle case di moda, perché mettete un annuncio pubblico?», «Senza parole».
L’acqua alta che non c’è (ma sul set sì)
Non bastava la questione casting: ad alimentare le polemiche è arrivato il ciak con l’acqua alta, ricreata con una piscina scenografica a San Francesco della Vigna. In pratica, comparse in stivali impermeabili colorati (e, ça va sans dire, fashion) hanno sfilato in pochi centimetri d’acqua appositamente allestiti.

Un’operazione che non ha scandalizzato l’assessore al Turismo Simone Venturini, presente sul set: «Ogni anno ci sono professori che scrivono libri sulla prossima morte di Venezia. Non è che adesso facciamo la morale a Emily in Paris; è una scena leggera, non è un problema».
Diverso il giudizio di Claudio Vernier, imprenditore ed ex presidente dell’Associazione Piazza San Marco: «L’acqua alta non è un gioco. Venezia non è un parco giochi. Trovo assolutamente controproducente permettere di “vendere” ancora oggi, in un programma così seguito, una Venezia ancora con l’acqua alta… Ma come? Stiamo finalmente facendo capire al mondo che Venezia è all’asciutto, sicura, fruibile e diamo ancora un’immagine di Venezia di quel tipo? Soffriamo di schizofrenia».
Altrettanto critico il consigliere comunale Giovanni Andrea Martini: «L’acqua alta viene vista come un’icona che connota la nostra città, ma viene data una falsa immagine. Ora c’è il Mose che non so quanto funzionerà, ma c’è e dunque viene descritta una storia che non c’è. Non sarà un danno di immagine ma sicuramente è una finzione che restituisce una Venezia non reale».
Emily lancia la prima (contestata) tendenza autunnale
Se c’è una certezza, è che l’armadio di Emily in Paris non passa mai inosservato. E anche a Venezia Lily Collins ha inaugurato una potenziale tendenza: calze di pizzo abbinate a un abito coordinato. Un look eccentrico che divide: qualcuno già lo adora, altri giurano che resterà confinato allo schermo. La moda ufficiale non si è ancora espressa, ma è solo questione di tempo. Intanto, almeno, Emily ha regalato un po’ di fantasia..

Venezia set internazionale
Tra una polemica e l’altra, le riprese proseguono: prima all’hotel Danieli, poi all’aperto tra campo San Simeon Grando, fondamenta Cappello e i rii Marin e San Giovanni Evangelista. Un lavoro reso possibile dai permessi concessi da Comune e Film commission. Venturini ribadisce: «Una opportunità di fare un racconto positivo della città».
E in effetti Venezia non si fermerà a Emily in Paris: nei prossimi due anni sono attese almeno tre produzioni hollywoodiane, senza contare una nuova serie tv attualmente in trattativa.