Emergenza acqua, Cicala: «Non ci sono criticità strutturali»

  • Postato il 17 luglio 2025
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Emergenza acqua, Cicala: «Non ci sono criticità strutturali»

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POTENZA – «La situazione idrica regionale continua a presentare elementi di estrema criticità. Siamo infatti al terzo anno consecutivo di crisi idrica e, attualmente, i principali invasi – Monte Cotugno e Pertusillo – registrano un deficit complessivo di circa 50 milioni di metri cubi di acqua rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente»: lo ha detto l’assessore regionale all’agricoltura, Carmine Cicala.

«Nonostante questo contesto fortemente penalizzante, il Consorzio di Bonifica della Basilicata ha comunque garantito il rispetto degli impegni, in particolare in riferimento alle prenotazioni irrigue autorizzate. Tale risultato – ha detto ancora Cicala – è stato reso possibile grazie a un’efficace compensazione dei flussi di acqua, ottenuta mediante l’aumento delle prese emergenziali, passate da 5 del 2024 a circa 30, permettendo così di proseguire le attività irrigue».

Lunedì intanto si terrà il tavolo tecnico dell’accordo di programma sulla gestione dell’acqua in Basilicata e in Puglia che esaminerà la proposta di compensazioni idriche che prevede da parte della Basilicata un intervento solidale a favore della provincia di Taranto e l’assessore Cicala ha aggiornato sulla situazione: per le esigenze della Basilicata la proposta prevede l’impiego della diga di Conza per incrementare la disponibilità idrica nello schema dell’Ofanto, con attenzione all’area di Lavello, per sostenere le esigenze irrigue legate alla maturazione delle colture come pomodori e pesche. Per quanto riguarda la solidarietà tra regioni, dallo schema Sinni è prevista «una compensazione temporanea» per il comprensorio del Tarantino. Resta invece invariata la situazione nel Metapontino. La proposta mira a garantire «un equilibrio tra le diverse esigenze territoriali, mantenendo saldi i principi della concertazione, della responsabilità condivisa e della solidarietà interregionale nella gestione delle risorse».

La situazione delle imprese agricole, però, resta difficile. Vincenzo Devincenzis, coordinatore del comitato emergenza irrigua di Montalbano Jonico, dice che «le turnazioni capestro di oltre sei giorni di mancata irrigazione programmate dal Consorzio di Bonifica, su tutto il comprensorio irriguo di Montalbano e del Metapontino, hanno compromesso completamente i raccolti di kiwi agrumi pere, susine, caki, fichi,uva,olive kiwi ed arboree in generale». Motivi per cui Devincenzis, ha indetto per lunedì prossimo una terza mobilitazione con agricoltori, trattori e mezzi, «per cercare di salvare il salvabile con l’ennesima richiesta di aumento delle portate irrigue». «Inutile girarci intorno: i fatti ci dicono che gli imprenditori agricoli hanno la possibilità di bagnare le piante una volta ogni sette giorni. Si può irrigare un campo ogni settimana in piena estate, dovendo peraltro fare i conti spesso con pressione insufficiente e turni molto brevi?»: il presidente di Confagricoltura Basilicata, Francesco Paolo Battifarano, è netto sul punto di caduta della crisi idrica di quest’anno. «Dal punto di vista della risorsa idrica il 2008 è stato un anno peggiore – continua Battifarano- ma le cose sono peggiorate perché le manutenzioni in questi anni non sono state fatte e i problemi sono sotto gli occhi di tutti».

Il presidente del Coordinamento agricoltori lucani, Donato Gallo, spiega che «siamo appesi ad un filo. Lavorare così è un pò un terno al lotto: finché ci sarà acqua la situazione può reggere. Gli imprenditori agricoli che hanno colture ortofrutticole hanno 4000 metri cubi d’acqua di dotazione e molti la stanno finendo. Il problema è che siamo nel mese cruciale per le tufacce e per il pomodoro, colture chiave. Nel complesso ci sarebbe anche un timido ottimismo, se non fosse per questa spada di Damocle». Per Nicola Minichino, presidente Copagri, «basti pensare che ogni cento litri che partono ne arrivano solo trenta sia sul potabile che sull’irriguo. Siamo la regione più ricca di dighe, ma anche quella più povere di acqua disponibile. E il Pnrr non ha risolto molto».

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