Emanuele Fiano e le regole d’ingaggio di Ca’ Foscari

  • Postato il 30 ottobre 2025
  • Di Il Foglio
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Emanuele Fiano e le regole d’ingaggio di Ca’ Foscari

"Ho ripensato gli anni di piombo. Al 1938. E mi sono commosso pensando a papà”, ha detto al Corriere Emanuele Fiano, figura storica del Pd, ebreo figlio di deportato e duro oppositore di Netanyahu, cui lunedì all’università Ca’ Foscari a Venezia i pro Pal hanno impedito di parlare al grido “fuori i sionisti dalle università”. L’equiparazione tra antisionismo e antisemitismo non è più questione su cui cavillare. Michele Serra, su Repubblica, ha espresso la stravagante opinione che i giovani che hanno zittito Fiano siano anch’essi “parte lesa”: perché non avrebbero “gli strumenti culturali” per capire l’accaduto. Ma perbacco, sono o non sono studenti universitari? Se sono vittime di qualcosa è della loro ideologia fascistoide, e forse di un’università che non sanziona idee e comportamenti violenti. D’altronde gli atenei italiani sono luoghi in cui troppo spesso il faro della libertà è appannato. Il rettore dell’Università per stranieri di Siena, Montanari, uno che alza alti lai per la democrazia universitaria minacciata dal governo, è giunto a scrivere “non credo che le università siano il posto giusto” cui dare spazio a chi la pensa come Fiano. Roba da 1938.

C’è però un aspetto ulteriore che va analizzato. Ed è la debolezza delle “regole d’ingaggio” che le università mettono in campo in difesa della libertà d’espressione e contro il montante antisemitismo. La rettrice di Ca’ Foscari, Tiziana Lippello, lunedì non ha richiesto l’intervento della polizia “per evitare disordini e provocazioni” e non ha denunciato gli autori dell’assalto. Non intervenire è una “regola d’ingaggio” non scritta, è accaduto anche a Pisa e altrove. Ma questo comportamento finisce per non difendere le vittime, ma per coprire i colpevoli. Il ministro dell’Università Anna Maria Bernini da tempo insiste nel chiedere maggiore coraggio agli atenei, e ha subito detto di “voler tornare” con Fiano a Venezia. E ieri, la rettrice si è detta “lieta” di invitarli. Bene, serve che la difesa della libertà diventi costume di tutti gli atenei.

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Autore
Il Foglio

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