Emanuele Dotto, la voce de Tutto il calcio minuto per minuto, rompe il silenzio sulla sclerosi multipla e la sua vita oggi

  • Postato il 25 giugno 2025
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La sua voce risuona nella memoria di quanti, di noi, hanno immaginato le immagini descritte con dovizia di particolari dalle sue descrizioni, da quei racconti sportivi a cui Emanuele Dotto ha contribuito con la sua qualità narrativa e prima ancora cronistica di quegli eventi dei quali è stato testimone.

Giornalista straordinario, radiocronista fissato nell’elenco dei ricordi di quanti avevano un appuntamento non scritto, ogni domenica, con quel rituale magnifico che fu ed è “Tutto il calcio minuto per minuto” e che in un’intervista affidata a Repubblica evoca lo stesso Dotto. Oggi nulla è cambiato, tutto è diverso. A 73 anni ha deciso di interrompere un silenzio inusuale e paradossale per quanti, come lui, hanno usato la voce per essere testimoni dell’attualità, di quel mondo di cui il calcio è componente. Ha deciso di descrivere il suo presente con la SLA.

La carriera in Rai, la pensione e la SLA

Dotto, dopo una carriera esemplare in Rai, ha deciso di optare per la pensione nel 2019 senza attendersi quanto invece lo aspettava: una diagnosi a u mese appena dalla decisione maturata, ovvero la scoperta della malattia all’età di 67 anni e sei mesi, la SLA. Oggi Dotto, che ha appena compiuto 73 anni, descrive questa convivenza forzata, il lento peggioramento dei sintomi, mantenendo esercitata la mente e la memoria grazie al giusto supporto e alla sua famiglia.

“Ho visto, ho guardato, ho raccontato, mi sono divertito”, risponde in questa intervista che spezza un silenzio paradossale per chi grazie alla sua voce ha realizzato un sogno fanciullesco che ha attraversato oltre quattro decenni di sport e cronache.

La sclerosi multipla, diagnosticata proprio dopo il suo ritiro dal lavoro e che nel calcio ha segnato profondamente, è entrata nel suo quotidiano nel suo nuovo presente senza chiedere alcun permesso, assorbendo progressivamente qualche particolare, prima sfumature e poi quelle autonomie che vengono enucleate con estrema lucidità cronistica. “Peggioro lentamente, ma senza prospettive certe e non ce la farei senza mia moglie Marina e mia figlia Emanuela”.

Il presente di Dotto

La malattia lo costringe a passare molto tempo in carrozzina nel giardino della scuola elementare di Genova Quinto, dove si dedica ad ascoltare musica e leggere, evidenziando una diversa qualità del suo tempo e quelle conseguenze che la malattia impone. Dotto è altrettanto fermo nel sottolineare che “il corpo va dove vuole, la mente invece per fortuna no” per evidenziare ciò che si evince dall’intervista rilasciata a Maurizio Crosetti, che c’è un tempo differente nel suo presente ma continua a mediare, comprendere, applicarsi.

L’esperienza di Dotto è emblematica anche nel ricordo dei grandi maestri delle radiocronache sportive: “Roberto Bortoluzzi, capace e gentile; Massimo De Luca, un signore; Enrico Ameri, incredibilmente rapido e versatile; Sandro Ciotti, un fuoriclasse”. Ricorda inoltre come un tempo il calcio fosse “la messa cantata della domenica”, un rituale collettivo scandito dalle partite in contemporanea e dai commenti radiofonici che univano gli appassionati.

La malattia nella vita quotidiana e la speranza nella ricerca

Come racconta Dotto, la diagnosi di sclerosi multipla ha segnato una cesura, poiché la progressione lenta e inevitabile della malattia impatta sull’autonomia fisica, lo ha condotto in pochi anni sulla sedia a rotelle, ma non può e non deve cancellare le relazioni familiari e sociali intessute. Anzi, quanto costruito e coltivato attraverso una o più reti di supporto è fondamentale per affrontare i momenti difficili.

La ricerca scientifica continua a fare passi avanti per capire meglio le cause multifattoriali della SM, che coinvolgono aspetti genetici, ambientali e immunitari. Nel frattempo, i progressi terapeutici permettono a molte persone di mantenere una buona qualità di vita e un’aspettativa di vita non molto distante dalla norma, come sottolinea l’Associazione Italiana Sclerosi Multipla (AISM).

Di certo, la sua notorietà contribuirà a accendere ancora una volta l’attenzione su una malattia ancora da comprendere, ma su cui la ricerca scientifica e medica può ancora progredire, in termini di competenze, conoscenze e terapie per migliorare la qualità della vita.

La carriera da giornalista

Emanuele Dotto ha contribuito anche con questa intervista e continuerà a essere un testimone indiretto di quanto auspichiamo.

Da cronista ha mosso i primi passi nel mondo del giornalismo con i cartacei alla fine degli anni Settanta: “Era il giugno 1976, collaboravo con il Corriere Mercantile di Genova e arrivai per caso in Vespa insieme a mio fratello Matteo sul luogo dove le Brigate Rosse avevano appena ucciso il giudice Francesco Coco e due uomini della scorta”. Poi la radio, quando Tutto il calcio era all’apice come e quanto 90° minuto.

Radiocronista di Tutto il calcio minuto per minuto

La svolta nella sua carriera è arrivata con l’ingresso in Rai nel 1980, dove è stato fino al 2019. Tra le sue trasmissioni storiche Tutto il calcio minuto per minuto, con la radiocronaca di partita di calcio principalmente del Genoa e della Sampdoria. “Ho visto, ho guardato, ho raccontato, mi sono divertito”, ha detto a proposito della sua carriera che poi è nelle aspirazioni di chiunque abbia l’ambizione di diventare un o una giornalista.

Tra i suoi maestri i già citati Roberto Bortoluzzi, Massimo De Luca, Enrico Ameri. Nel suo curriculum anche la Formula Uno, i Giochi Olimpici, Mondiali di calcio e svariate edizioni di Giro d’Italia, Tour de France.

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Virgilio.it

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