Emanuela Orlandi senza pace, in arrivo una nuova bufala? Pino Nicotri spiega perché

  • Postato il 27 luglio 2025
  • Cronaca
  • Di Blitz
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Il mistero Orlandi o meglio l’Emanuela Orlandi Show lo si vuole arricchire con una nuova puntata adrenalinica.

Una  nuova puntata adrenalinica e ossianica – nel senso più di ossa che di Ossian – con una nuova “pista” che vedere con le varie “piste” londinesi e anzi le smentisce in blocco, ma che si riallaccia ad  altri due fasti fallimentari, funebri e grotteschi.
Ma andiamo per ordine: prima diamo la notizia, o meglio la notiziona, e poi ricorderemo le altre tre ghiotte piste funebri fallimentari.

Il 23 di questo mese di luglio durante i lavori di ristrutturazione del padiglione Monaldi, fino alla fine degli anni ’80 reparto di patologia clinica neuromuscolare dell’ospedale S. Camillo, gli incaricati di rimuovere le immondizie hanno notato tra quelle di un ascensore alcuni resti che sembra possano essere umani, non si sa se di uno o più corpi, e che sono stati affidati ai carabinieri per le indagini e agli anatomopatologi forensi per le ricerche del DNA.

Parzialmente ristrutturato nel 1999, il Monaldi è stato dichiarato pericolante e lasciato irresponsabilmente in mano ai senza tetto oltre che a chi ci andava per drogarsi in santa pace.

Perché anche questa volta il nome della Orlandi è stato sparato a razzo? Perché si parla di fare un confronto tra il DNA di quelle ossa e il DNA di Emanuela già  trovato dagli inquirenti nel corso delle altre “piste” funebri?

Le rivelazioni di Sabrina Minardi

Emanuela Orlandi senza pace, in arrivo una nuova bufala? Pino Nicotri spiega perché, nella foto Renatino De Pedis
Emanuela Orlandi senza pace, in arrivo una nuova bufala? Pino Nicotri spiega perché, Enrico De Pedis detto Renatino nella foto Ansa-Blitzquotidiano.it

Tutto nasce da una vecchia “testimonianza” della solita Sabrina Minardi, morta nel marzo scorso e chissà perché sempre presentata come “ex compagna” o “ex fidanzata dell’immancabile Enrico “Renatino” De Pedis senza esserlo mai stata.

E chissà perché sempre presentata, anche il giorno della sua morte, come “supertestimone” del mistero Orlandi pur essendosi invece rivelata testimone fallimentare: devastata dalle droghe per le quali era in cura, era risultata fasulla in tutte le sue “rivelazioni”, ma ora per la nuova puntata dello show si fa finta di non saperlo.

In particolare viene ricordato che secondo la buonanima della Minardi la povera Emanuela sarebbe stata segregata in un sotterraneo di una palazzina in via Pignatelli, all’angolo con Largo Ravizza, al Gianicolense. Praticamente di fronte all’ospedale San Camillo.

Minardi ai magistrati dichiarò che dopo avere divorziato dal famoso giocatore della Lazio Bruno Giordano era diventata una “squillo di lusso”. Ai magistrati non disse che conosceva quel luogo perché a volte lo utilizzava per incontri intimi fugaci non di lusso o nascondiglio di droghe varie.

Nessuna traccia di Emanuela Orlandi

Come che sia, le verifiche e le analisi fatte a suo tempo hanno escluso ci fossero tracce di Emanuela. Ma per tenere in piedi la baracca dello show ecco che quel sotterraneo in questo ore viene descritto come una base operativa della immancabile Banda della Magliana, che con la scomparsa di Emanuela c’entra meno del classico cavolo a merenda, e ci si inventa che vi sono state trovate tracce di una lunga prigionia: “catene fissate al muro, un gabinetto approntato alla meno peggio”.

Meno male che in un sussulto di dignità si ammette che di Emanuela non è stato trovato nulla. Però si insiste a ricordare che Minardi “rivelò” che il cadavere della ragazza vaticana venne gettato in una betoniera di Torvaianica assieme al corpo del figlio di un pentito di mafia, Giuseppe Di Matteo. Figlio che però è morto ben 11 anni dopo essere stato gettato cadavere nella betoniera….
E tralasciamo che le betoniere, sia quelle del tipo “a bicchiere” che quelle del tipo “a molazza”, non sono fatte per tritare ossa, ma solo per mescolare acqua, sabbia e cemento. Se ci si mettono due corpi umani si bloccano.

Veniamo ora alle altre tre ghiotte piste funebri: fallimentari, ma ognuna ha tenuto banco a lungo.
1) – La “rivelazione” fatta nel 2005 al programma televisivo “Chi l’ha visto?” con una telefonata anonima, partita a quanto pare dall’interno della stessa RAI, che nella bara di De Pedis, sepolto nello scantinato della basilica romana di S. Apollinare, ci fosse anche il cadavere di Emanuela.

Un tormentone durato ben sette anni, nonostante fosse già stato assodato dal magistrato romano Andrea De Gasperis, con un’inchiesta durata dal 1995 al 1997, che nella bara c’era solo De Pedis, E  che il suo spostamento dalla tomba di famiglia della moglie Carla di Giovanni nel cimitero del Verano al sotterraneo della basilica benché sorprendente non aveva nulla di irregolare né tanto meno di illegale.

2) – Il ritrovamento di ossa umane sotto il pavimento della Nunziatura Apostolica di via Po a Roma,  ossa fulmineamente attribuite a Emanuela dagli “inchiestisti” dall’inchiesta facile, ma appartenenti a un uomo e vecchie di molti secoli. Per un pelo non è nata già allora una commissione parlamentare di inchiesta, prontamente pensata dal Movimento 5 Stelle;

3) –  La pista del camposanto Teutonico. Una chiacchiera nata dalla constatazione che periodicamente venivano portati fiori freschi sulla tomba plurisecolare di una principessa, per poi scoprire che la tomba era vuota – come tutte le tombe vecchie di secoli – e che i fiori venivano portati dai responsabili del camposanto per espresso desiderio dei discendenti della famiglia della principessa.

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Blitz

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