Emanuela Orlandi, parla la compagna della scuola di musica: “La vidi, dopo l’uscita, salire su un’auto nera. Mi chiese se mi servisse un passaggio, ho avuto una brutta sensazione”
- Postato il 13 giugno 2025
- Crime
- Di Il Fatto Quotidiano
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Un’auto di colore scuro compare nel groviglio di piste, ipotesi e scenari sul caso del sequestro di Emanuela Orlandi, la cittadina vaticana scomparsa da Roma il 22 giugno del 1983. Ieri, in audizione davanti alla Commissione parlamentare di inchiesta sulla scomparsa della ragazza e di Mirella Gregori, a parlarne è stata Daniela Gentile, ex allieva della scuola di musica ‘Tommaso Ludovico da Victoria’. Si tratta dello stesso istituto frequentato allora anche dalla Orlandi nonché dell’ultimo posto in cui è stata vista la Vatican Girl che proprio da lì scomparve in un mistero senza fine.
L’audizione
“In due diverse occasioni”, ha affermato ieri in commissione la Gentile, “vidi Emanuela dopo l’uscita dalla scuola di musica salire su un’auto nera, di grossa cilindrata, con i vetri oscurati”. “Rimasi colpita”, ha continuato aggiungendo che si trattava di una macchina “un po’ inusuale”. Gentile ha ricostruito che, in una delle due circostanze, si trovava alla fermata dell’autobus 70 ed era un po’ stanca e in difficoltà ed Emanuela le disse: “Se vuoi ti do un passaggio, sto aspettando che mi vengano a prendere. L’ho ringraziata perché era stata gentile, ha visto che ero in difficoltà, le dissi di no ma per non offenderla le dissi che avevo un altro impegno”. Nel corso dell’audizione, ricordando l’auto, Gentile ha raccontato: “Ho avuto una brutta sensazione. Lei (Emanuela ndr) l’ha presa, mi ha detto se ero sicura e io le dissi che avevo un altro impegno”. “Emanuela Orlandi era un po’ più piccola di me – ha ricordato la Gentile -. Ho frequentato per tre anni questa scuola di musica e con Emanuela facevamo insieme il corso di canto corale: la incontravo nelle pause della ricreazione o quando facevamo i saggi e c’erano le prove di canto corale insieme”. Nel corso dell’audizione ha poi ricostruito, rispondendo ai commissari, un altro episodio, precedente a questo, in cui vide Emanuela: “Uscivo dalla scuola, lei stava a distanza di 150-200 metri” e ho visto “che la macchina si è accostata, ha parlato un attimo ed è salita in macchina”. Ha inoltre aggiunto di aver visto Emanuela parlare con una “persona scesa e poi rimontata in auto” prima di andar via: “Era in piedi, giovane, moro e alto, capelli corti un po’ ondulati, un ragazzo atletico, vestito casual”. Incalzata dai commissari la Gentile ha aggiunto che si trattò di due “episodi abbastanza vicini” avvenuti “verso la fine della scuola”, forse a “maggio”.
La scomparsa
Gentile poi ha dovuto abbandonare con un mesetto di anticipo le lezioni di musica per sottoporsi a un intervento a Firenze. Seppe della scomparsa di Emanuela qualche giorno dopo l’intervento, quando era ancora a letto convalescente: “Fui operata a Firenze, ero stata operata da pochi giorni e stavo guardando Candy Candy” ma a un certo punto hanno interrotto le trasmissioni e lo speaker del telegiornale ha fatto il nome di Emanuela Orlandi; mi si è accesa la lampadina e mi è preso un colpo: mi sono gelata e mi sono chiesta ma è possibile? Dopo ho ricollegato e ancora adesso ci penso… meno male che non ho preso quella macchina, magari non succedeva niente però che ne so… con il senno di poi…”. Ha infine aggiunto la donna: “Incontravo Emanuela alla fine delle lezioni, ricordo che andava a piedi, non so se prendeva l’autobus. Se qualcuno all’epoca dei fatti mi avesse convocato non avrei avuto problemi a dirlo. Ma all’epoca dei fatti nessuno mi ha chiesto niente, tranne suor Dolores (direttrice della scuola di musica ndr), in maniera informale. Mi fece delle domande a cui non risposi. Le dissi che non avevo informazioni, non avevo rapporti stretti con Emanuela”. La Gentile quindi, per sua stessa ammissione, all’epoca non disse dell’auto nera a Suor Dolores. Contrariamente, le autorità l’avrebbero di certo convocata e avrebbero approfondito questi episodi ma dopo 42 anni diventa difficile se non impossibile. Resta solo il ricordo di una ragazzina di 15 anni reso a quasi mezzo secolo di distanza, inevitabilmente alterato dal tempo che non può custodire la completa memoria di quei giorni ormai troppo lontani.
Le auto-varco del Vaticano
Che Emanuela Orlandi possa essere salita a bordo di un’auto scura di grossa cilindrata al termine delle lezioni di musica è un’ipotesi probabile. Ed è il fratello della ragazza scomparsa, Pietro Orlandi a darci conferma di questa ipotesi: “Quando mio padre Ercole (messo del Papa, ndr) era spesso in giro per il lavoro in auto per portare udienze e ambasciate del Papa, non utilizzava la sua auto ma quella del Vaticano. A volte è successo che, già che era in centro, andasse a prendere mia sorella a scuola di musica con l’auto-varco del Vaticano”. Forse per questo Emanuela era così tranquilla non solo da salirci sopra, ma anche da proporsi di estendere quella comodità e quel vantaggio ad altre sue compagne di classe. Aggiunge Pietro: “Erano Fiat 124 nere, non mi pare avessero i vetri oscurati comunque. Dopo 42 anni, certe cose non le ricordo tutte così bene, sarebbe impossibile”. 42 anni fa le auto con i vetri oscuri esistevano già, ma non erano così diffuse. Venivano utilizzati quasi esclusivamente su auto di lusso e limousine e se uno di questi veicoli fosse passato quel giorno davanti alla Basilica di Sant’Apollinare (sede della scuola di musica) di certo sarebbero in parecchi a ricordarsene. “Non ricordo nemmeno – aggiunge Pietro – se qualche volta possa essere andato io stesso a prendere Emanuela con mio padre a scuola di musica”. 42 anni fa, quel giovane “moro e alto, dai capelli corti un po’ ondulati, atletico, vestito casual” avrebbe potuto essere lui. Del resto, all’epoca anche gli inquirenti indagarono su un ragazzo moro che spesso la accompagnava a scuola in moto. “Quel giorno non ci andai, come ormai tutti sanno, perché avevo un altro impegno. Certo, il rapimento di Emanuela sarebbe successo comunque, ma non sarebbe successo quel giorno”, conclude Pietro.
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